FOCUS - Marchetti e Radu, la rivincita dei senatori silenziosi

19.12.2016 09:00 di  Antoniomaria Pietoso  Twitter:    vedi letture
Fonte: Antoniomaria Pietoso - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Marchetti e Radu, la rivincita dei senatori silenziosi
© foto di www.imagephotoagency.it

Una vittoria dal profumo di Champions quella di ieri sera della Lazio sulla Fiorentina. Tre punti d'oro, sudati, inseguiti, voluti dai ragazzi di Inzaghi. La favola della giovane squadra biancoceleste prosegue. Terzo posto (il campionato è ancora lungo) conquistato a braccetto con il Napoli in vista della sfida di mercoledì dal profumo di revival all'Inter di Pioli e Candreva. Incredibile come nella Lazio dall'età media molto bassa, i volti della vittoria siano quelli di due giocatori esperti come Federico Marchetti e Stefan Radu. Trentatré anni il portiere e trenta il difensore che ieri all'Olimpico hanno trascinato i giovani al successo. Il primo ha respinto il penalty di Ilicic ad inizio ripresa, mentre il secondo ha realizzato il gol della sicurezza nel momento più difficile. Una prova di carattere e personalità, qualità su cui entrambi possono assolutamente contare. Di battaglie con l'aquila sul petto ne hanno vissute tante, più precisamente sono 188 quelle del portiere e 257 quelle del difensore. Numeri importanti per loro che, insieme a Lulic, sono gli unici reduci della storica Coppa Italia del 2013 vinta in finale contro la Roma. Federico e Stefan sono ancora lì, tre anni e mezzo dopo, hanno cambiato tanti compagni, ma continuano a "tirare la carretta". Non hanno paura delle critiche, numerose negli anni. Si sono legati alla Lazio rispettivamente fino al 2018 e al 2020 e sono più che convinti delle loro scelte così come la società che ha puntato su di loro senza se e senza ma.

FEDERICO PARARIGORI - "Gioca Marchetti perché è lui il titolare". Inzaghi non ha mai lasciato dubbi sulle sue gerarchie. L'estremo difensore di Bassano del Grappa è il suo numero uno. Non ci sono storie, se sta bene è lui a difendere i pali della Lazio. Eppure i sei mesi finali di questo 2016 sono stati contraddistinti da tanti alti e bassi per l'ex Cagliari, ma soprattutto da tante voci. In estate, durante e subito dopo l'Europeo, c'è stato un autentico rebus portieri in quel di Formello che ha accompagnato tutto il precampionato. Bielsa aveva scelto Berisha, non è un segreto, e Marchetti rischiava seriamente di salutare la Capitale o di dover retrocedere al ruolo di secondo. Settimane di voci e smentite, fino all'addio del Loco e al ritorno di Inzaghi. Il mister di Piacenza ha ribaltato tutto ridando la maglia da titolare al nazionale azzurro. A complicare tutto, però, ci si sono messi gli acciacchi muscolari che hanno accompagnato, purtroppo, le ultime stagioni di Federico. Così, a sorpresa, è toccato a Thomas Strakosha difendere i pali biancocelesti e il portierino albanese ha risposto presente facendo addirittura tremare il trono di Marchetti. L'errore nel derby su Nainggolan, poi, ha dato un ulteriore scossone con la piazza pronta quasi ad appoggiare il ragazzo nato in Grecia. L'esperienza, però, aiuta ad accettare le critiche, a guardare avanti senza paura. E così Federico ha risposto sul campo. Ieri sera ha fermato quasi il tempo, ha cancellato polemiche e mugugni. Al 47' è rimasto glaciale e sul rigore di Ilicic è volato alla sua sinistra per deviare in angolo il pallone, facendo esplodere l'Olimpico intero. Sul 2-1, poi, si è ripetuto con un intervento importante sulla fucilata di Bernardeschi dal limite.  Due parate fondamentali e decisive ai fini del risultato che rilanciano la sua immagine e riportano in auge il suo nome. Terzo rigore parato in questo pazzo 2016, dopo i due di Carpi dello scorso maggio. Up e down continui, ma Marchetti non ha paura e sogna di riportare la Lazio in Champions. Lo scorso anno fu costretto a saltare per infortunio il doppio preliminare contro il Bayer Leverkusen e spera di poter avere un'altra occasione. La strada sarà in salita, ma  le sfide, di certo, non spaventano Federico.

STEFAN TORNA AL TOP - Un altro che non ha paura è proprio Radu. Il difensore romeno sta vivendo una sorta di seconda giovinezza. È tornato il giocatore ammirato nelle prime stagioni all'ombra del Colosseo. Queste prime 17 giornate hanno ridato alla Lazio un difensore di primissimo livello. Affidabile come terzino, perfetto come centrale e addirittura goleador come esterno alto nel 3-5-2 ridisegnato da Inzaghi nel finale di gara. Ieri ha chiuso lui un match che la Lazio si era un po' complicata da sola dopo un primo tempo stellare. Si è preso i compagni sulle spalle e si è buttato in quello spazio lasciato libero dagli assalti finali della Fiorentina. La sua velenosa conclusione mancina non ha lasciato scampo all'amico e connazionale Tatarusanu e ha fatto esplodere tutto lo stadio. Le sue esultanze e il suo modo di fare hanno conquistato il popolo laziale per cui è un autentico beniamino. Non si tira mai indietro, ci mette la faccia anche quando le cose vanno male. I suoi numeri, poi, sono importanti. Seconda rete in campionato dopo quella al Pescara. Il numero ventisei non aveva mai segnato tanto in una sola stagione e mancano ancora più di venti partite, avrà modo di rimpinguare il bottino. Radu è un altro punto fermo di Inzaghi, un jolly a cui il mister non ha intenzione di rinunciare. Simone lo fa sentire importante e Stefan, in fiducia, risponde più che presente. Il ragazzo di Bucarest è pronto a riscrivere la storia, sta scalando la classifica dei calciatori con maggiori presenze in maglia biancoceleste. Ora è 17º, ma non vuol fermarsi e perché no provare ad avvicinare le 401 di Favalli. Sarà dura, ma Stefan non ha paura. 


Ti potrebbe interessare anche: 

RADU: "LE VITTORIE SOFFERTE SONO LE PIÙ BELLE"

MARCHETTI: "UNITI POSSIAMO TOGLIERCI TANTE SODDISFAZIONI"