FOCUS - Pioli e il Chievo, un amore da primato in classifica. Ma con la Lazio è a caccia di punti...

Pubblicato ieri alle 18:00
29.11.2014 07:00 di Francesco Bizzarri Twitter:    vedi letture
Fonte: Francesco Bizzarri - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Pioli e il Chievo, un amore da primato in classifica. Ma con la Lazio è a caccia di punti...

Era il 2010 e in alcuni locali italiani risuonava ancora Telephone di Lady Gaga. Già, il telefono, quello che squillò un giorno d’estate a Stefano Pioli. Dall’altra parte del filo parlava una voce che il tecnico riconobbe subito. Luca Campedelli, presidente del Chievo Verona e uomo-pandoro, gli offriva la panchina del proprio club. Corsi e ricorsi storici, perché Pioli, il pandoro Paluani di Verona, lo aveva già assaggiato nell’annata 2002-2003, quando guidava la Primavera clivense. Il Chievo ha cambiato faccia: si barcamena sempre nelle zone basse della classifica. I tempi di Del Neri sono lontani e serve ripartire con la giusta grinta e determinazione. E' lui l'uomo giusto.

PIOLI E IL CHIEVO - Abile oratore, gesticola in campo e i suoi giocatori rispondono ‘signor sì’ ad ogni suo comando. Stefano Pioli ci sa fare. Alla seconda giornata del campionato 2010-2011, il Chievo Verona è capolista da solo, a punteggio pieno. Dopo nove anni dall’ultimo primato, i gialloblu sono sopra a tutto e a tutti. I due risultati positivi, contro Catania e Genoa, fanno ben sperare e indicano il mister l’uomo giusto da onorare. Pellissier e Moscardelli segnano a raffica. Dietro, con Sorrentino tra i pali e una difesa composta da Frey, Andreolli, Cesar e Mantovani la salvezza arriva sicura. La retroguardia mossa dal radiocomando del tecnico risulta la quarta migliore del campionato. Solo Milan (poi Campione d’Italia, ndr), Napoli e Lazio fecero meglio. Una stagione impreziosita da pagine di storia a colori, come la prima vittoria sulla Juventus e la centesima rete di Sergio Pellissier con la maglia del Chievo. La salvezza arrivò già con l’odore di primavera. L'allenatore parmense si dichiarava tranquillo in vista del rinnovo: “Non ne abbiamo parlato, qui ho lavorato bene e la società mi ha messo nelle condizioni migliori per lavorare. Non ci saranno problemi”. Invece alla fine della fiera le condizioni cambiano. Pioli va via. Su di lui c’è vivo l’interesse della Roma, ma a spuntarla è il Palermo. Il caldo siciliano amplifica la rabbia del presidente Zamparini, che dopo soli due mesi e un campionato da iniziare, lo esonera. Reo di non aver portato la squadra in Europa League dopo due pareggi nei preliminari contro gli svizzeri del Thun.

CONTI IN SOSPESO - Ora guida la Lazio. Stefano Pioli sfida il passato. Con gli undici biancocelesti vuole vincere a Verona senza patemi d’animo. La storia ha corso più in fretta del previsto. Due anni e mezzo a Bologna con annesso esonero e poi l’arrivo a Roma, sponda biancoceleste. Piace e i risultati ci sono. Ha stile, è uno posato e mai sopra le righe. Come sempre. Il Chievo invece è cambiato tanto. Sono solo quattro i giocatori che c’erano nell’annata 2010-2011. Cesar, Sardo, Frey e Pellissier saranno pronti a stringere la mano al loro ex mister. Con un Campedelli in tribuna c’è voglia di rivalsa. E farlo con la Lazio, che è a caccia di punti, è il giusto modo. Perché i conti in sospeso non vanno mai pareggiati. 
 

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