Giacomelli, incapacità o malafede? Il dilemma sull'arbitro con la passione per Totti

Pubblicato il 12/12 alle ore 15.55
13.12.2017 07:24 di Daniele Rocca Twitter:    vedi letture
Fonte: Daniele Rocca-Lalaziosiamonoi.it
Giacomelli, incapacità o malafede? Il dilemma sull'arbitro con la passione per Totti

Chi ci legge quotidianamente lo sa, il complottismo non è nel nostro stile. Vedere il marcio a tutti i costi non è giornalismo e nemmeno onesto intellettualmente. La mission è quella di partire dai fatti, analizzarli in modo lucido e commentare laddove sia possibile. Come in questo caso. Il caso del signor Piero Giacomelli. Arbitro quarantenne della sezione di Trieste, nonché principale responsabile della sconfitta maturata dalla Lazio contro il Torino lunedì sera. Chiunque abbia accesso ai social network, nelle ultime ore è stato letteralmente bombardato di notizie più o meno fondate sul conto del fischietto friulano. “Giacomelli è della Roma!”, un commento che non leggerete mai su questo sito. Rimaniamo fedeli al nostro ruolo cercando di fare luce sulla questione. Il profilo Jack O’Melly è riconducibile all’arbitro di Serie A? La risposta è sì. A confermarlo è un articolo del quotidiano La Repubblica datato 10 dicembre 2013. Si legge testuale: “Che abbia una punta di esibizionismo lo si capisce dal compiacimento di utilizzare Facebook (agli arbitri è concesso a patto che non trattino l'argomento calcio). Aveva un profilo celato sotto un maldestro pseudonimo (Jack O' Melly)”. A proposito dell’argomento calcio, cerchiamo la risposta a un secondo interrogativo. L’immagine di copertina di questo profilo ritrae Francesco Totti con Giacomelli stesso sullo sfondo? Affermativo. E non è un caso che all’indomani del delitto perfetto, il caro (visto quello che è costato alla Lazio) Piero abbia deciso di eliminare sia il profilo Facebook sia quello LinkedIn. Ma gli elementi per pensar male non finiscono qui. Oltre a svolgere indegnamente la professione di arbitro di Serie A, Giacomelli fino a poco tempo fa è stato gestore del Café Rossetti, il bar interno all’omonimo teatro di Trieste. Quando si dice la coincidenza. Alla vigilia del match di Champions League tra Roma e CSKA Mosca del 17 settembre 2014, sul web spunta un’altra foto di Totti. Stavolta però l’immagine di copertina non è quella di Giacomelli, bensì del Café Rossetti, di cui possiede la gestione. Questi sono i fatti. Messi in fila. E verificati. L’auspicio è che in futuro l’AIA possa vigilare con maggior rigore sui propri iscritti. Rigore, appunto. Quello che è mancato alla Lazio contro il Torino. Con un solo colpevole, Piero Giacomelli.