IL PRECEDENTE - Genoa - Lazio 1-2, quando Marassi fu teatro della "salvezza" laziale

20.09.2014 09:00 di  Matteo Vana  Twitter:    vedi letture
Fonte: Matteo Vana - Lalaziosiamonoi.it
IL PRECEDENTE - Genoa - Lazio 1-2, quando Marassi fu teatro della "salvezza" laziale

Si torna a Genova, sponda Grifone, città che negli ultimi anni ha riservato più dispiaceri che gioie ai colori biancocelesti. Sei incontri, tra andata e ritorno, in cui i rossublu hanno incrociato il proprio destino a quello dei capitolini; altrettante sconfitte per la Lazio che mai è riuscita a strappare neanche un punto ai liguri. L'ultimo successo nel 2010 quando Dias e Floccari salvarono letteralmente la squadra allora allenata da Edy Reja in quella che può essere la partita dell'anno.

I biancocelesti si presentano al cospetto del Grifone in emergenza: le scorie del derby si fanno ancora sentire, la sconfitta non è stata ancora digerita e la Lazio rischia la retrocessione. Gli uomini di Reja, dopo neanche 8 minuti, vedono il baratro da molto vicino: punizione battuta velocemente, Palacio stoppa, guarda la porta e mira l'angolino basso. Muslera si allunga, ma non può arrivare, il Genoa è in vantaggio. Vacilla la Lazio, ma non molla. Con il passare dei minuti i biancocelesti alzano il baricentro e nello spazio di sette minuti riescono a ribaltare il risultano. Prima è Dias a trovare il pareggio con un colpo di testa che non lascia scampo a Scarpi, poi Floccari, uno dei più attesi, mette lo zampino su una palla vagante in area, è l'1-2. Il resto è battaglia senza esclusione di colpi, nessuna delle due squadre vuole chinare il capo: Reja viene espulso, Bocchetti pure. Il Genoa ci prova fino all'ultimo, ma a sorridere è la Lazio che vede la salvezza.

Una partita che è molto più di un semplice match di calcio: è sofferenza, angoscia, la paura di non farcela, il sogno che sfugge dalle mani e poi la voglia di rivalsa. Il ribaltone, l'illusione di una vittoria che sembra arrivare quando manca ancora troppo alla fine delle ostilità. Poi la sofferenza, il destino che sembra mettersi di traverso, gli ultimi disperati tentativi di chi non vuole rassegnarsi, neanche di fronte al Destino. Poi la gioia, la liberazione: il sogno può continuare. Una partita che è molto più di un match: è la metafora della vita.