IL PRECEDENTE - Lazio-Roma 2-1, quando i giallorossi assaggiarono la Serie B

Champions League, secondo posto e primato cittadino: c'è tutto questo in palio nel derby di stasera. Come se non bastasse già solo la parola per causare sbalzi d'umore, come se potesse essere considerata una partita come tutte le altre. Lazio-Roma è la partita per ecellenza, c'è dentro tutto e il contrario di tutto. Quest'anno in palio c'è la partecipazione al massimo trofeo continentale, quella Coppa dalle grandi orecchie che è il sogno di tutti. Chi vince va in Paradiso, chi perde sprofonda nella bocca di Lucifero. C'è stato un anno, però, in cui la posta in palio era ancora più alta: era il 1951 e la sponda giallorossa del Tevere lottava per non affogare.

La Roma occupa l'ultima posizione di classifica, la Serie B è una realtà sempre più prossima. La mazzata finale potrebbe arrivare proprio grazie alla Lazio, difficile che i biancocelesti si facciano scappare l'occasione. E infatti bastano due giri di lancette a Sentimenti III per infilare il portiere romanista Risorti. Avvio choc, la Roma non si riprende più. Cecconi raddoppia, sugli spalti i tifosi giallorossi non sanno più a che santo votarsi. Cominciano ad arrivare i primi cori, all'intervallo negli spogliatoi gli animi sono concitati. Nella ripresa il gol di Bacci illude soltanto, la Roma esce sconfitta. A fine partita i dirigenti romanisti accusano i laziali di aver fatto di tutto per vincere solo per condannare i rivali alla probabile Serie B. Accuse dell'altro mondo, la signorilità non si acquista al mercato.

La Roma conobbe per la prima volta la serie cadetta, i primi della Capitale. Oggi come ieri non ci può essere pietà, la Champions vale molto, ma ciò che più conta è lo scippo ai cugini. Perchè il derby vale sempre 3 punti, ma non è una partita come le altre.