IL PRECEDENTE - Lazio-Torino 3-0, quando Salas indossò i panni di Maradona

25.10.2014 13:45 di Matteo Vana Twitter:    vedi letture
Fonte: Matteo Vana - Lalaziosiamonoi.it
IL PRECEDENTE - Lazio-Torino 3-0, quando Salas indossò i panni di Maradona

Lazio-Torino, l'occasione sembra essere ghiotta. E' sempre stato così negli ultimi anni, ma la storia dovrebbe insegnare: con i granata sarà tutt'altro che una passeggiata. Un dato spicca su tutti: i biancocelesti non battono i piemontesi dalla stagione 2006/07, all'epoca ci pensò il macedone Pandev. Nella mente dei tifosi, però, è scolpita un'altra partita, più che un match intero, un preciso momento, l'attimo in cui un gesto atletico che solo i grandi campioni riescono a fare rapisce lo sguardo, fissando nella mente l'istantantanea che rimarrà lì nei ricordi per sempre.

19 settembre 1999, terza giornata di campionato. La Lazio non ha ancora smaltito la delusione per lo scudetto perso all'ultima giornata, il Torino vive ancora l'euforia della promozione. Stati d'animo contrapposti, la vita a volte è imprevedibile. L'avvio è favorevole ai granata, l'euforia degli inizi fa valere la propria forza. Poi, però, quasi inaspettatamente, l'evento che capovolge la storia: Nedved va giù in area, rigore che Verón trasforma, Lazio in vantaggio. A questo punto ciò che resta del Torino finisce nell'album dei ricordi, i biancocelesti salgono in cattedra, quell'inizio rimane una parentesi, neanche troppo fortunata. Allo scadere del primo tempo il raddoppio: ancora l'argentino, criticato in settimana per l'opaca prestazione in quel di Leverkusen, illumina, Inzaghi raccoglie e in due tempi, sigla il raddoppio. Si va al riposo sul 2-0. Il meglio, però, deve ancora venire. La ripresa sembra scorrere via tranquilla, nessuno si aspetta squilli di tromba, il lieto fine è ormai scritto. Per entrare nella leggenda, però, c'è bisogno di un colpo ad effetto, per segnare il confine tra una vittoria da tre punti e l'immortalità. E quel colpo arriva alla fine, quando ormai la storia sembrava già scritta. Minuto 88, azione confusa al limite dell'area: Salas va in pressing su un difensore, ma scivola. Sembra palla persa, un tentativo come tanti finito male. Ma ecco il miracolo: il cileno, da terra e con il piede debole, inventa una parabola impossibile, un cucchiaio che beffa Bucci e si insacca sotto l'incrocio di pali. Un gol da cineteca, in grado di lasciare tutto a bocca aperta. Finisce 3-0, ma nessuno ricorda lo score finale, negli occhi e nei cuori laziali c'è spazio solo per il colpo ad effetto del Matador.

Una partita che sarebbe potuta finire in archivio come tante altre diventa leggenda. La rete di Salas, ancora oggi, è uno dei ricordi più dolci per i tifosi biancocelesti. "Ci sono cose che non tornano più e cose che non se ne andranno mai. E cose che non potresti ignorare neanche se volessi". Parole rubate, ma che rappresentano meglio di qualunque altra cosa quel gol segnato in un pomeriggio di un settembre qualunque.