Nesta: "Potevo tornare, dissero che ero vecchio. Pioli? La sua Lazio è straordinaria!"

31.03.2015 09:30 di Andrea Centogambe Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Nesta: "Potevo tornare, dissero che ero vecchio. Pioli? La sua Lazio è straordinaria!"

Alessandro Nesta. Basta il suo nome per far sorridere i tifosi biancocelesti, per rendere i loro occhi sognanti, per farli catapultare negli anni dell'epopea cragnottiana. La Lazio e Nesta, una storia d'amore tormentata, conclusasi nel peggiore dei modi. La Lazio e Nesta, le lacrime amare il giorno dell'addio. La Lazio e Nesta, una fascia di capitano portata con orgoglio e fierezza. La Lazio e Nesta, il gol in finale di Coppa Italia, la Coppa delle Coppe, la Supercoppa europea, lo Scudetto. La Lazio e Nesta, il ritorno mancato e la pace fatta nella magica serata 'Di Padre in Figlio'. L'ex numero 13 è tornato a parlare della sua squadra del cuore, lo ha fatto in un'intervista fiume concessa a Daniele Rindone del Corriere dello Sport. Oggi vive a Miami e studia da allenatore, ogni due mesi fa tappa a Coverciano per preparare il futuro. Non esclude un ritorno a Roma da tecnico, perché "in questo lavoro non si può dire “mai”.

PIOLIMANIA - Nesta ammira la squadra di Pioli che tanto bene sta facendo: “È un allenatore bravissimo, ho avuto la fortuna di conoscerlo a Coverciano, in occasione di una lezione. A Roma sta facendo cose straordinarie. Mi piace la sua gestione, è partito così così, ma la squadra ha trovato un rendimento costante". Sei vittorie consecutive, terza miglior difesa e secondo miglior attaccao. Questa squadra ha numeri da urlo: "La Lazio gioca benissimo, è bello vederla in campo. La lezione di Pioli fu interessante, è una persona alla mano, si vede. E sta bene con i giocatori. Sa adattarsi alle caratteristiche del gruppo pur avendo una sua idea di calcio”. Un altro laziale doc gli ha raccontato i metodi di lavoro del tecnico emiliano: “Di Vaio è molto legato a Pioli, ne ha sempre parlato benissimo. Voglio iniziare ad allenare, chiedo, mi informo. Marco mi ha spiegato come affrontarono una stagione difficile a Bologna, come gestì il gruppo nei momenti difficili, come cambiò certe situazioni. Quell’anno rischiarono di retrocedere, Pioli è un personaggio interessante”.

TIFOSO - La Lazio tallona la Roma seconda in classifica, il sorpasso è il tema del momento. La prossima giornata di campionato potrebbe essere decisiva in tal senso: i biancocelesti se la vedranno contro il Cagliari al Sant'Elia, i giallorossi ospiteranno il Napoli all'Olimpico: “Lazio in Champions? Me lo auguro da tifoso laziale e da sportivo che apprezza il lavoro di Pioli, lui lo merita. È ancora dura, ci sono tante partite da giocare. Roma e Napoli sono attrezzate, non sarà facile”. Inevitabile parlare della fascia di capitano che Mauri e Radu hanno affidato a Cataldi nei minuti finali di Lazio-Fiorentina. Di nuovo un laziale di Roma con i gradi al braccio, il pensiero non poteva che andare ad Alessando Nesta: “È stato un grande gesto, l’ho visto in tv, guardavo Lazio-Fiorentina. Non conosco Cataldi come ragazzo, ma se i compagni lo hanno premiato vuol dire che gli riconoscono qualità da futuro leader. Gli hanno dato una bella responsabilità, non è successo soltanto perché è romano. Roma ti esalta e ti butta giù facilmente, gli consiglio di vivere serenamente questo grande momento, in modo normale, senza esaltarsi troppo. Deve continuare a crescere con qualità”.

RITORNO - Nesta poteva tornare alla Lazio? Sì, poteva tornare. “Non c’è stato un contatto da parte della società, mi ero un po’ proposto io in precedenza, l’avevo fatto per sentire che aria tirasse. Mi sarebbe piaciuto tornare, la società non ha voluto, si disse che ero vecchio, poi ho vinto la seconda Champions con il Milan (annata 2006-07, ndr). È andata bene così, non ho rimpianti". La polemica non gli è mai appartenuta, non fa parte del suo essere riservato e schivo. "Non so se certe voci relative ad un mio ritorno a fine carriera fossero vere. So che non stavo bene, non sarebbe stato giusto tornare in una piazza in cui ero già stato, ad una certa età, solo per chiudere la mia esperienza da calciatore. Non sarebbe stato giusto nei confronti della gente, non mi sarei sentito all’altezza del grande ritorno. Ho scelto gli Stati Uniti, ho chiuso diversamente”. Ha troppo rispetto per quel popolo che ha amato tanto a lungo.

DA RONALDO A F. ANDERSON - C'è un talento purissimo in Serie A che ultimamente si diletta a trascinare la Lazio. Si chiama Felipe Anderson. È il capocannoniere dei biancocelesti con 9 reti, è esploso a dicembre dopo aver trafitto il portiere del Varese in Coppa Italia. Da lì non s'è più fermato. Ha stregato la Scala del Calcio, ha segnato al debutto nel derby, ha deciso partite su partite. “È forte, sta facendo benissimo. Ma la domenica, in A, quando giocavo io, c’erano Ronaldo e Batistuta, Shevchenko, non era facile. Questi giocatori non li marchi da solo, devi avere una buona organizzazione difensiva, puoi limitarne qualcuno ed altri no". Da difensore a difensore, da Nesta a de Vrij. Negli ultimi sei turni di campionato la Lazio ha subito solamente un gol (da Dybala), gran parte del merito va all'ex Feyenoord: "Ho visto di meno Mauricio, posso dire che De Vrij è un signor giocatore”.

DERBY - Ne ha giocati, ne ha vinti, ne ha persi. Ma c'è un derby in particolare che vorrebbe rivivere per cambiare il corso degli eventi, quello del poker di Montella: “Magari quello e magari finisce uguale (ride, ndr)". Più che un derby fu un incubo. La stracittadina non è mai stata una partita qualunque: "I derby li ho un po’ sofferti, da romano li ho vissuti dagli otto anni in poi. Sono cresciuto con la mentalità che il derby era tutto, ci sono arrivato sempre carico". Altre sensazioni a Milano, con la casacca rossonera: "Ne ho giocato uno in Champions, la posta in palio era anche maggiore, non l’ho mai sofferto come quello romano. E lo stesso vale per le finali più importanti”.