PRIMAVERA - Lazio bagnata, Lazio sfortunata. I biancocelesti dicono addio alla Coppa Italia

Pubblicato il 9/02 alle 16.30
10.02.2016 06:28 di Gabriele Candelori Twitter:    vedi letture
Fonte: Gabriele Candelori - Lalaziosiamonoi.it
PRIMAVERA - Lazio bagnata, Lazio sfortunata. I biancocelesti dicono addio alla Coppa Italia
© foto di Lalaziosiamonoi.it

Non c’è spazio stavolta per scrivere una nuova impresa. Al ‘Brera’ è l’Inter a prendersi l’ultimo atto della Coppa Italia. Eppure la Lazio ci va veramente vicina. In sessanta secondi da tachicardia, Calì ribalta il vantaggio inziale di Manaj, prima che ancora l’albanese porti la qualificazione dalla parte dei nerazzurri. Nell’economia dei cento ottanta minuti, pesa la vittoria milanese nella gara d’andata. Il cuore non basta, il sogno della terza finale consecutiva s’infrange sotto la pioggia di Sesto San Giovanni.

IN CAMPO I MIGLIORI - Niente calcoli, nessuna considerazione in merito al calendario. In campo, al netto delle assenze, vanno le formazioni migliori. Inzaghi recupera Dovidio e Palombi e li lancia entrambi dal primo minuto. Gli undici in campo sono gli stessi dell’andata. Non nell’Inter, Vecchi per cercare l’approdo in finale richiama dalla prima squadra anche Gnoukouri e Manaj. Presenze importanti in campo, ma anche sugli spalti. Da Baresi ad Ausilio, passando per Tare e Filippo Inzaghi: al ‘Brera’ il palcoscenico è d’eccezione.

PIOGGIA MA NON DI GOL - Avvio a rilento, la Lazio alza i giri del motore gradualmente. Il campo pesante e la pioggia battente non consentono però grandi trame, lo scenario è più da battaglia. Tra un errore e un contrasto, il primo squillo lo regala Rossi. Radu neutralizza la sua girata, ma accusa un dolore alla spalla. Niente di grave, il portiere romeno può continuare. Qualche minuto dopo il numero uno nerazzurro torna protagonista, stavolta in negativo. Sul suo errore in uscita bassa, ancora Rossi lo perdona. La formazione di Inzaghi continua a spingere, prima però di rischiare grosso sul finale. Matosevic sbarra la strada a Manaj, la qualificazione resta in bilico. Tanta intensità e poca precisione nei primi quarantacinque minuti, l’Inter mantiene il vantaggio maturato all’andata.

CUORE E CALI’ NON BASTANO - Nella ripresa la pioggia continua a cadere incessante. Diventa così complicato battere anche le rimesse laterali, Manoni per avere più presa e sfruttare la sua gittata deve portarsi un asciugamano dagli spogliatoi. Nel secondo tempo al ‘Brera’ si respira la tensione in campo: ogni pallone potrebbe essere quella decisivo. La Lazio è consapevole di dover segnare, ma di non potersi ancora sbilanciare troppo. La squadra di Inzaghi col passare dei minuti inizia tuttavia a subire le ripartenze nerazzurre, anche se Mattia e Matosevic rendono le prime inefficaci. Inzaghi prova a porre rimedio con gli ingressi di Calì e Sarac, ma proprio sugli sviluppi di un contropiede Manaj gela i biancocelesti. Il portiere croato stavolta non è perfetto, tradito anche dal terreno di gioco. Questa squadra però non sa arrendersi. In un minuto il mondo può capovolgersi. Calì va a segno due volte in sessanta secondi e fa esplodere di gioia i suoi. È l’apoteosi generale, sintetizzata nell’esultanza: senza maglia sotto il diluvio, insieme a tutti i componenti della panchina. La gioia è effimera, dura soltanto l’intervallo di tempo prima che di nuovo Manaj spenga in mischia gli entusiasmi laziali. Nei minuti finali si scaldano gli animi: lo scontro tra il subentrato Pinamonti e Germoni porta a un rosso per parte e a momenti di grande tensione. La Lazio perde la testa, anche Calì finisce anzitempo la partita. Il nervosismo favorisce l’Inter, sono i nerazzurri a prendersi la finale.