Serbia-Albania, Cana: "Messa in atto dal governo serbo un'opera di disinformazione"

Pubblicato alle 02:50
29.10.2014 07:20 di  Andrea Centogambe  Twitter:    vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it
Serbia-Albania, Cana: "Messa in atto dal governo serbo un'opera di disinformazione"

Una serata da incubo, la violenza che imperversa, la paura che dilaga. Sono passati quindici giorni da Serbia-Albania, troppo pochi per dimenticare quanto accaduto. La decisione della UEFA (sconfitta 0-3 a tavolino per l'Albania e -3 alla Serbia) non ha fatto altro che scontentare tutti e aumentare ancor di più la tensione tra le due federazioni. Ai microfoni di gazetadita.al, il capitano dell'Albania Lorik Cana commenta la decisione del massimo organismo calcistico europeo e ritorna con la mente a quel maledetto 14 ottobre. "Quando in ballo c'è un Paese piccolo come il nostro, non è raro assistere a tali ingiustizie", l'esordio del centrale laziale. Che però confida nei successivi gradi di giudizio: "Abbiamo ancora a disposizione due gradi di giudizio, quel che è certo è che difenderemo i nostri diritti fino alla fine: abbiamo argomenti forti da usare". Cana crede che in Serbia, nei giorni successivi al match (interrotto al minuto 42), sia stata messa in atto una vera e propria opera di disinformazione: "I media serbi hanno parlato più del drone che della violenza di cui siamo stati vittime. Poi è stato gettato fango sul fratello del nostro primo ministro, nel 2014 non si può permettere che il premier di un Paese venga trattato in questo modo". Quando gli viene chiesto, col senno di poi, se agirebbe nello stesso identico modo, Lorik risponde: "Sì, farei le stesse cose. Siamo una squadra, se uno è in difficoltà viene aiutato da qualcun altro". L'ex Galatasaray ricorda gli attimi terribili che hanno preceduto la fuga dal campo: "Ci hanno gettato addosso pietre, tamburi, sedie, di tutto. Il tunnel che serviva per rientrare negli spogliatoi era di plastica, non era affatto resistente. Siamo cascati uno sopra l'altro, ed è proprio lì che ho avuto un problema...". E' in questa circostanza che si è infortunato al ginocchio. Riprendere a giocare sarebbe stata una follia: "In qualità di capitano ho mostrato all'arbitro le nostre condizioni, non idonee per la ripresa del gioco. Una volta che siamo stati attaccati dai tifosi, per me la partita era finita. Il gioco non poteva riprendere come se non fosse successo niente, ci hanno tirato addosso delle pietre. Non capisco come sia stato possibile chiederci di tornare in campo". Infine parla delle numerose proposte di cittadinanza onoraria che gli sono pervenute: "Le ho rifiutate, se ne sta occupando mio zio. Mi sono arrivate da Skopje, Mitrovica, Bajram Curri e altri comuni. Il motivo del rifiuto è che nessuno ha un merito più grande di un altro, ciò che abbiamo fatto quella sera lo abbiamo fatto come squadra. Dovremmo ricevere tutti quest'onore".