Top&Flop di Genoa-Lazio - La dura legge del Tranquillo

22.09.2014 10:00 di  Luca Capriotti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Luca Capriotti
Top&Flop di Genoa-Lazio - La dura legge del Tranquillo

"Chissà che cosa gli racconta. Per me é la macchina che c'ha che conta"
 Lentamente Cisco fa un sorriso e dice. Voi. Non capite. Un.
"Tranquilli, stiamo a gioca bene". Tranquilli. Lo dovevamo capi.

Che poi lo dovevamo capi. Era tutto cosi perfetto. Cena a lume di azioni da gol. Mazzo di traverse in fiore. Li mejo Filip a fa cri cri. Che poi lo dovevamo capi. Era tutto perfetto. Tutto perfetto. Ma in testa c’avevamo come un Juke Boxe, uno Spotify impazzito, una mezza carognata di vocina. Che cantava, un po’ a bassa voce. La faremo cantare a Pioli col giubbotto di pelle. Ho perso un’altra occasione buona stasera. Mi son distratto un attimo. E il Genoa invece non ha perso tempo… Ha preso subito la palla al balzo.

Tutto perfetto - Prima o poi mi uccido. Mi uccido.
Tutto perfetto – E mo se ricomincia col can-can del tabù trasferta.
Tutto perfetto - Fine primo tempo arrembante. Tutti a prendere un thè caldo.
Tutti a prendere un tè caldo - Narcotizzato

Tutti a prendere un té caldo - Na Red Bull, no?
Tutti a prendere un té caldo - Sogno, o son desto?
Tutti a prendere un té caldo - Sogno di una notte di mezzo settembre.
Tutti a prendere un té caldo - Però poi tornate in campo dai, pare brutto.
Tutti a prendere un té caldo - Come quando pare proprio fatta. Ma proprio fatta. L'hai sedotta. E poi, sul più bello. Te svegliano. 


E poi. Infame fracica. Traditrice infida. Untuosa e insinuante. Un’altra canzone arriva da lontano, la faremo cantare a Sculley, il Rooney del Genoa. Una canzone che ha segnato un’epoca di figure demme sul campo e in amore, che poi spesso coincidono. Una canzone che è una maledizione millenaria.
 Loro stanno chiusi ma… alla prima opportunità… è un po’ come nel calcio:
La dura legge del gol.

TOP

Max Pezzali – Dopo aver azzerato le speranze di sopravvivenza di innamorati lasciati delusi depressi angosciati con. NOOO. NESSUN RIMPIANTO. NESSUN RIMORSO. SOLTANTE CERTE VOLTE CAPITA CHE. Pure la dura legge del gol. Pure un po’ come nel calcio. Pure di Genoa-Lazio, dovevi canta?
Certe volte capita che – Beato te, che te capita solo certe volte. Qua è un giramento continuo.
 

Certe volte capita che – Si segna. Non capita a noi eh, però dice mio cugino che capita.
Certe volte capita che – Che se arrivi a pensa a Max Pezzali, o t’ha lasciato la pischella per mettersi con tuo fratello, o stai a gioca col Genoa.

Certe volte capita che – Mai, non capita mai di vincere col Genoa.
Certe volte capita che – Che arrivi a sera. E pensi. Ma che male avemo fatti, per meritarci due sconfitte alle prime tre di campionato.

Certe volte capita che – Noi siamo goleador ingenui, che prima di buttarla dentro facciamo la critica della ragion cannoniera. Loro, brutali e contadini, purgano.

Goleador ingenui - Esattamente, per segnare, che gestualità barbare occorre espletare?
Goleador ingenui  - Signorina, gradirebbe trascorrer meco il restante calar del sole. E il Genoa Fa. Stasera a casa tua?
Goleador ingenui - Sulla linea di porta tutta la notte fuori e traverse!
Goleador ingenui - Selfie a go go a porta vuota, dal titolo. Io e la porta, un divenire soltanto vagheggiato.
Goleador ingenui – Io e la porta. Gol. Selfie del Genoa mentre esultano.
Goleador ingenui – Calice di vino, Indie rock progressive con sfumature di De Andrè. Mocassini.  Doppio taglio. Altro che segnare, tutti al Pigneto lorsignori!
Goleador ingenui – Se vedemo al bagno, pischè. Firmato. Il Genoa.
Goleador ingenui – Enoteca con violini e tanta voglia di riflettere sul senso profondamente escatologico della rete che potrebbe gonfiarsi ma sceglie consapevole che no, rimarrà intatta pura e illibata aspettando l’amor platonico e gentile e un bacio delicato sulla mano
Goleador ingenui – Quelli del pubbetto sotto casa nel frattempo se so portati via 3 punti e l’illibatezza.
Goleador ingenui - Segnare è volgare. (Ma non sai quanto semo volgari noi se non succede).
Goleador ingenui – Segnamo ebbasta. Firmato. Il Genoa.

Flop

Genoa – L’alluce sullo zampa del comodino.
Genoa – Le chiavi di casa scordate a casa e stai a torna ubriaco zozzo alle 5 di notte e devi suona ai tuoi.
Genoa – Gentiletti che rivede i rapporti col Sacro Graal in termini meramente invettivi.
Genoa – Gentiletti che se rompe. Lui, soldato del Santo Sepolcro, difensore della Vera Croce, Custode della sindone degli attaccanti. Crociato prima che inventassero lo crociate. Il crociato. S’è rotto il crociato. (Il cammino è ancora lungo. #AnimoSantiago)

Il cammino di Gentiletti – Più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un Laziale entri in Paradiso dopo la gara col Genoa.
Il cammino di Gentiletti – Beati i misericordiosi, perché di essi non sono i 3  punti.
Il cammino di Gentiletti – Sarà un caso, ma esce lui, e prendiamo gol. Mo che è uscito per 6 mesi, a che santi s’appellamo?
Il cammino di Gentiletti – Perdonaci, perché dopo il gol di Pinilla abbiamo molto peccato in pensieri, opere e omissioni.
 

Pinilla – Non era manco quotato che l’ingresso in campo del più tatuato del quarto Cancello di Ostia Beach al posto di Matri bambolino di Fregene facesse sulla partita e su di noi l’effetto di un Long Island rinforzato su Basta. La voglia di prenderne un altro, un altro, un altro ancora. E di dimenticare tutto.

Basta – Notoriamente dedito al vizietto di portare Parolo in giro per All you can drink e Open Bar, facendogli vedere la porta tripla e portandolo a vagare per il campo come noi a Piazza Trilussa dopo un tir di shottini, all’arrivo del pallone simula svenimenti multipli nel terrore che toccarlo voglia dire Fare Gol. Kucka, notoriamente dedito a gigioneggiare per Marassi in cerca di margheritine e coccinelle, per poco non fa secco Berisha. Basta mischiare.

Basta Long Island – La musica contemporanea, lo butta giù.
Basta mischiare – La prima regola del bravo sabato sera. O birra. O vino. O superalcolici. Se metti tutto in un bicchiere, fai la fine degli attaccanti della Lazio di fronte alla porta. Collassati ingenui.

Basta mischiare – Comunque alla fine Pioli pareva tranquillo.
Tranquillo. La fine di.
Basta mischiare – Sacro e profano, come guardando il secondo tempo.

Il Secondo tempo – Come i fottuti film alle dieci e mezza. Se fanno la pausa tra prima e secondo tempo. Puoi starne certo. Il finale del film lo sottotitoli russando.
Sottotitoli in russando – Il secondo tempo abbiamo abbassato i ritmi. Più in basso di cosi, scavamo.
Abbassiamo i ritmi – Amministriamo la traversa presa.
Abbassiamo i ritmi – Alziamo i decibel da casa.

Abbassiamo i ritmi – Dei rosari, e ce se rompe Santiago.
Abbassiamo i ritmi – Per confermare la vittoria col Cesena.
Abbassiamo i ritmi – Per non turbare gli avversari.
Abbassiamo i ritmi – L’aveva detto Pinilla, quando stavamo a perde Astori. Ah Tare, mandaci a dormi. Accontentati.
Abbassiamo i ritmi – Conserviamo le energie per la Champi… (NOOO NESSUN RIMORSOOOO NESSUN RIMPIANTOOO APPENA PRIMA DI DORMIRE MI SEMBRA DI SENTIRE IL TUO RIMORSO CHE MI BUSSA MA)

Filip e la traversa – L’estinzione dei legni.
Filip e la traversa – Face to face col montante.
Filip e la traversa – Seccati pure i traversoni.
Filip e la traversa – Nono, io gioco a tresett… (Scusate).
Filip e la traversa – Prendi il palo la traversa, Filip Gol, Filip Gol, butta giù la port (L’autore del presente articolo ha chiesto diritto d’asilo ad uno stato centroamericano, le lettere d’amore speditele a chi sapete voi, che provvederà a recapitarle tramite messaggio cifrato all’interessato).

APPENA PRIMA DI DORMIRE – Fa caldo. Di quel caldo infame che a fine settembre ti fa rivivere quel luglio ruggente che a luglio non c’è stato ma a settembre sprigiona tutto il suo sudore. Girandosi e rigirandosi nel letto senza riuscire a dormire. Una vocina arriva da lontano, da verso il cuscino e oltre. E canta, lo faremo cantare a chi ha mischiato. Le sconfitte non finiscono. All’alba nella via. Coraggio Santiago. Le porto a casa insieme a me. Le canto in gregoriano. E poi mi trovo a scrivere. Chilometri di Top e Flop.  Sperando di tifarti ancora giovedi. E poi all’improvviso. È arrivato il tè caldo. Non so chi l’ha deciso. M’ha addormentato sempre più. Una quotidiana guerra con la palpebra calante. Ma va bene purché serva. Per farci capire. Come mai, non segno mai, ma chi sarai, per farmi stare qui.

Qui seduto in una stanza. Sperando per un Filip.

Un pensiero all’Edy  nostro quotidiano (Gli anni d’oro del grande Rejà, gli anni di catenacci e chiusi qua). L’aveva detto lui, che la cornice era ubriaca marcia. De sonno. De sconfitta ingiusta. Come chi mischia sacro e profano, vino e birra, tè e Pinilla. Come noi, che stiamo a mischia gli 883, Vasco, e sta notte sudata, l'ultima dell'estate. Come noi, che lunedi è un giorno infame, dopo una sconfitta ladra bugiarda e ancora più infame. Ma col pensiero ben chiaro. Che si, c’avemo er fegato grosso. Ma meglio un lunedì da laziali, che cent’anni  di Nike.

P.S.
Auguri pure se sto Lunedi è infame. al nostro direttore. Che se non c’era Alessandro Zappulla, non c’eravamo noi. Che ogni volta indicandoci ci fa. Lui è quello matto dei Top e Flop. Ed ha già detto tutto. Auguri, Boss, e mo offrice da beve, o Zappulla offrice da beve! Non il thè caldo, grazie. Anche se vista l’età…
(L’autore del presente articolo ora scrive su WWW.ILCICCHETTOQUOTIDIANO.CINCIN. Per contattarlo solo nei migliori bar di Caracas).