L'ANGOLO TATTICO di Fiorentina-Lazio - I viola non ci stanno, ma la Lazio ha vinto con merito

20.10.2014 11:15 di Stefano Fiori Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it
L'ANGOLO TATTICO di Fiorentina-Lazio - I viola non ci stanno, ma la Lazio ha vinto con merito
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© foto di Federico De Luca

"Nel secondo tempo c'è stata solo la Fiorentina". Questo il ritornello con cui si fa eco a vicenda lo stato maggiore viola. Da Montella a Pradé, fino a patron Della Valle: tutti concordi, la sconfitta non rispecchia i valori messi in campo ieri. Basterebbe già solo un dato per smontare - o quantomeno ridimensionare - questa teoria: la Lazio ha diretto il 50% delle proprie conclusioni totali nello specchio della porta (5 su 10), la Fiorentina solamente il 13% (2 su 15). I gigliati sono arrivati più volte al tiro, ok, ma con scarsissima precisione. Nella ripresa i padroni di casa hanno occupato territorialmente la metà campo biancoceleste, ma quanti reali brividi hanno procurato a Marchetti? Il palo colpito in rovesciata da Aquilani e pochissimo altro. Oltre ai dati statistici, il successo dei ragazzi di Pioli è legittimato da una verità ancora più assoluta: nei primi 20 minuti del match, la squadra di Montella ci ha capito poco e niente. Merito di una Lazio partita a mille, sospinta dal famoso approccio giusto che il tecnico di Parma auspica ogni santa volta. In quei venti minuti i capitolini hanno gettato le basi della vittoria, consacrata poi dal gol in chiusura di Lulic. La stessa rete di Djordjevic - giunta al 35' - è frutto del forcing iniziale. A metà del primo tempo, i viola hanno cercato di realizzare dove si trovavano, che stavano giocando in undici tanto quanto la Lazio. Per qualche frangente hanno approfittato del momentaneo calo degli ospiti per affacciarsi presso l'area di Marchetti. Proprio in quel momento, un filtrante geniale di Biglia (e per fortuna che l'argentino non verticalizza mai...) ha invitato Candreva al cross vincente per Djordjevic.

MAURI SEMPRE PIÙ AGO DELLA BILANCIA - Sul caldo - sia di pubblico che di temperatura - palcoscenico del Franchi è salita una Lazio di lotta e di governo, capace di menare le danze per poi ripartire in contropiede quando c'era da chiudere le maglie e soffrire come un blocco unico. Per condurre il gioco, è servito il miglior Mauri. E non è un caso. Finché il capitano ha dato sfoggio della sua proverbiale abilità nello svariare senza palla, gli uomini di Montella non hanno avuto molti punti di riferimento. Bravo Pioli ad aver escogitato il 4-3-3 con Lulic e Mauri a scambiarsi contiuamente le posizioni. Nel momento in cui il brianzolo è calato di tono, la manovra della Lazio è divenuta più prevedibile e la Fiorentina ne ha approfittato per rimettersi in sesto. Indispensabile l'ingresso nella ripresa di Onazi: il nigeriano ha rinvigorito il centrocampo, partecipando poi alle ripartenze finali. Che hanno sancito una vittoria tanto pesante quanto meritata.