L'ANGOLO TATTICO di Lazio-Milan - Un tempo regalato: stavolta Reja avrebbe fatto bene a emulare Petkovic...

Pubblicato ieri alle 10
25.03.2014 07:10 di Stefano Fiori Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it
L'ANGOLO TATTICO di Lazio-Milan - Un tempo regalato: stavolta Reja avrebbe fatto bene a emulare Petkovic...
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© foto di Federico Gaetano

Almeno stavolta, Reja avrebbe fatto bene a emulare Petkovic. Non quello di fine 2013, ovviamente. Ma quello che - con la sua Lazio - la scorsa stagione rifilò tre gol al Milan in meno di 50 minuti: una riserva d'oro che rese invano il tentativo di rimonta rossonera della ripresa. Sarà che quel nome blasonato genera ancora- nonostante tutto - timore reverenziale, ma ieri sera al Diavolo bisognava rubargli il forcone e infilzarlo fin da subito. Edy ha evidentemente riempito i serbatoi dei suoi giocatori con il diesel, perché i giri i del motore biancoceleste ci hanno messo un eternità a salire. Al pugile rossonero - già suonato prima di salire sul ring - si è in pratica regalato tutto il primo tempo. La Lazio si è limitata ad affidarsi alle sortite sulla destra della coppia Candreva-Konko. Il numero 87, in particolare, deve avere agli occhi dei compagni le sembianze di una coperta di Linus in carne e ossa: quando le idee scarseggiano (e capita spesso), state pur sicuri che il pallone finirà per arrivare tra i suoi piedi. E' pur vero che, nel tridente d'attacco, Antonio era l'unico ad essersi guadagnato un discreto spazio di manovra: Keita si è misurato con un osso duro come De Sciglio, Perea si è esibito nella versione "spettatore-non pagante" (forse Reja si riferiva a lui quando ha detto "nel primo tempo sembrava di stare a teatro"). Decisamente meglio la Lazio della ripresa, insofferente all'idea di perdere una partita per uno stupido, beffardo autogol. Il decano di Lucinico si è inventato il cambio Perea-Lulic e la mossa Keita finto nueve. "Dove lo pesco il centravanti?", ha chiesto con fare retorico in conferenza. E già, se i malanni bloccano Klose e Perea latita in mezzo al campo, dove lo pesca il centravanti? Scorri la panchina, leggi Postiga (arrivato a Roma più acciaccato di Miro) e realizzi che il concetto di "mercato di riparazione" non è stato assimilato proprio così bene dalle parti di Formello. In ogni caso, a Lulic è bastato poco per dare maggiore apporto rispetto a Perea, mentre Biglia e Gonzalez si sono dati da fare per sopperire all'assenza di una punta di ruolo (Keita finiva spesso per abbassare il proprio baricentro). E se la prova del Tata è stata impreziosita dal suo primo gol stagionale, a Biglia non è servito segnare per meritarsi gli applausi dell'Olimpico. Il Principito - o Professore che soprannominar si voglia - ha sfornato un'altra superba prestazione. Se a Cagliari si era tutto dedicato a smistare palloni dalla mediana, oggi sembrava avesse l'argento vivo addosso: ha fatto da frangiflutti insieme a Ledesma (ottima prova anche per Cristian), ha scodellato alla sua maniera per i compagni, si è inserito in area quasi da attaccante aggiunto e ha pressato come un forsennato. E la torre in acrobazia con cui ha mandato in gol Gonzalez è roba da palati fini. Lucidità, velocità di pensiero, tecnica e predisposizione al sacrificio: undici Biglia e la Lazio avrebbe spedito all'inferno un Diavolo in crisi d'identità.