L'ANGOLO TATTICO di Lazio-Palermo - Palermo a tutto pressing, Biglia ingabbiato (e influenzato). Ma a vincere è la pazienza della Lazio...

Pubblicato il 23 febbraio alle ore 12.30
24.02.2015 07:10 di Stefano Fiori Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it
L'ANGOLO TATTICO di Lazio-Palermo - Palermo a tutto pressing, Biglia ingabbiato (e influenzato). Ma a vincere è la pazienza della Lazio...
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© foto di Federico Gaetano

"Non avrebbero potuto reggere quei ritmi per tutta la partita". Stratega sornione, silenzioso, paziente: Stefano Pioli ha atteso sulla riva del fiume che il Palermo, affannato, non avesse più la forza di risalire la corrente. Ci ha pensato poi la giocata del singolo a risolvere il match. Che giocata e che singolo! Candreva ha rovistato per tutta la ripresa nel suo cappello, finché non ha stanato il quantomai benedetto coniglio. Senza l'invenzione, tutta dribbling e bolide finale, del suo Roman Sniper, difficilmente la Lazio avrebbe portato a casa i tre punti. Ma la vittoria è stata in ogni caso meritata, a prescindere dall'intuizione del numero 87. Proprio perché i biancocelesti hanno saputo aspettare il momento giusto, per regolare un osso duro come l'undici di Iachini.

BIGLIA INGABBIATO, MA NELLA RIPRESA ... - I rosanero sono scesi in campo con un approccio "stile Genoa", come ha sintetizzato al meglio Pioli. Pressing alto e costante, chiusura delle linee di passaggio. Soprattutto, neutralizzazione del cervello pensante in cabina di regia. Quel concentrato di tecnica e intelligenza tattica che è El Mudo Vazquez ha annullato il malcapitato - ma generosissimo, considerata l'influenza - Lucas Biglia: solo 42 i passaggi effettuati dall'argentino (ben al di sotto della sua media stagionale), solamente 25 i palloni ricevuti. Da lì nascono tutte le difficoltà incontrate dai difensori nel trovare linee di passaggio alternative. Non è un caso che la Lazio abbia totalizzato ben 74 retropassaggi (contro i 40 dei siciliani) e che sia ricorsa ai passaggi lunghi in 39 occasioni e ai lanci per 32 volte. Contro il 3-5-2 di Iachini, i capitolini avrebbero dovuto provare fin da subito ad allargare il gioco sulle fasce, per allargare la retroguardia avversaria e creare spazi per gli inserimenti dei centrocampisti. Troppo spesso, invece, Candreva o Mauri tendevano ad accentrarsi sulla trequarti, sbattendo contro la densità territoriale dei rosanero. Con Biglia sotto il duplice attacco di Vazquez e dei mali di stagione, l'ingresso di Cristian Ledesma è stato inevitabile. E fortunatissimo. Il numero 24 ha aiutato la squadra ad alzare il baricentro, favorito anche dalla minor pressione offerta dal numero 20 rosanero. L'intensità dei palermitani è calata alla distanza, la Lazio si è affacciata con più continuità dalle parti di Sorrentino. E il coup de théâtre di Candreva ha consacrato la voglia dei biancocelesti di centrare il secondo successo consecutivo. Pioli può esultare per la tenacia con cui i suoi ragazzi si sono rimessi in carreggiata, dopo le sbandate contro Cesena e Genoa. Ora è il mister emiliano è chiamato a trovare una soluzione: rendere meno dipendente la manovra dal centro gravitazionale di Biglia. Il rientro a pieno ritmo di Felipe Anderson, con la sua abilità di playmaker avanzato, potrebbe essere la giusta risposta.