L'ANGOLO TATTICO di Lazio-Sassuolo - Capita anche di aver paura di non vincere contro il Sassuolo...

24.02.2014 10:45 di  Stefano Fiori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it
L'ANGOLO TATTICO di Lazio-Sassuolo - Capita anche di aver paura di non vincere contro il Sassuolo...
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Difficile gettare l'occhio sul campo, mentre un intero stadio porta avanti per 90 minuti la propria battaglia. Il mosaico bianco che colora curve e tribune ruba lo sguardo, sovrasta le tonalità delle maglie sul terreno di gioco. Anche perché lo spettacolo offerto dalle due squadre non è propriamente per palati fini. Nel secondo tempo ci ha pensato la montagna russa dei gol ad animare un incontro mediocre per la qualità della prestazione. Se spremete le meningi, non vi verrà in mente neanche uno straccio di occasione nei primi 20 minuti. Il tiraccio rompi-lampioni di Gonzalez al quarto d'ora? Appunto, neanche l'ombra di un'azione degna di nota. Merito di un Sassuolo che della filosofia Di Francesco conserva ben poco. Malesani rimpolpa il centrocampo, Rosi e Longhi sono i classici due esterni che agiscono da fisarmonica tra la difesa a tre e l'assetto a cinque. Non è facilissimo scardinare la resistenza neroverde, ma la Lazio non fa nulla per riuscirci. Gira palla, sbaglia tanto, non stana l'avversario ma si limita a mantenerlo nella propria roccaforte. Serve il jolly a forma di missile del Radu versione semel in anno - giusto il 25 febbraio 2013 aveva bucato quasi con lo stesso stile la porta del Pescara - per portare in vantaggio una formazione incapace di graffiare. Nella ripresa basta invece la tegola che cade su Dias per ridare fiato alle speranze del Sassuolo. Come può Floccari trovare il tempo per firmare il più classico gol dell'ex, se non per il ritardo con cui Ciani tenta goffamente di chiudere lo specchio? Senza dimenticare che il contropiede nasce da un lancio totalmente sballato di Ledesma. Così come, sul 3-2, Berisha è stato costretto all'uscita disperata su Berardi perché Lulic ha pensato bene di esibirsi in un retropassaggio scriteriato. I biancocelesti hanno giocato la ripresa con la paura, lo ha ammesso anche Reja. Era quello che capitava all'ultima Lazio di Petkovic e non è il primo fattore comune con la gestione precedente riemerso nell'ultima settimana. Reja avrebbe potuto aiutare i suoi a smaltirlo, questo timore ingiustificato, magari gettando nella mischia Keita. Che "giovedì avrà modo di mettere in mostra le sue qualità", ha promesso il tecnico goriziano. L'Europa League meriterebbe un capitolo a parte. A cominciare dal fatto che i club italiani lottano un campionato intero per disputarla, per poi finire a giocare con le riserve pur nella fase a eliminazione diretta. Formazione titolare contro il Ludogorets e turnover con il Sassuolo sarebbe stata un'eresia?