ESCLUSIVA - Lazio Paracadutismo, il Comune vieta il lancio sul 'Flaminio'. Il pres.: "Negato un atto d'amore"

16.03.2016 12:05 di  Gabriele Candelori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Gabriele Candelori - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Lazio Paracadutismo, il Comune vieta il lancio sul 'Flaminio'. Il pres.: "Negato un atto d'amore"

Il prossimo 18 marzo lo Stadio ‘Flaminio’ di Roma festeggerà il suo 57esimo anniversario. Da qui era nato il sogno della Lazio Paracadutismo di omaggiare lo storico impianto con il lancio di quattro tra i migliori atleti della sezione. Che avrebbero solcato il cielo di Roma con una bandiera di ben 180 metri, visibile da tutta l’Urbe, e una medaglia commemorativa per ricordare quella che nel 1959 il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi donava all’ingegner Pier Luigi Nervi e all’architetto Antonio Nervi. Un messaggio importante per riportare l’attenzione su un simbolo della Capitale, da quattro anni abbandonato a se stesso. Le speranze si sono infrante però sul parere negativo del Comune di Roma, convinto a far rispettare l’ordinanza di inagibilità dello stadio. Per approfondire meglio la questione, la redazione de Lalaziosiamonoit.it ha contattato in esclusiva un amareggiato Carmine ‘Lino’ Della Corte, Presidente Regionale per l’Aero Club Italia e Presidente della S.S. Lazio Paracadutismo.

Intanto le chiedo com’era nata questa idea e come si sarebbe sviluppata concretamente...

“L’idea nasce dal grande coinvolgimento che c’è in questo momento nell’ambito capitolino e laziale. Tra l’altro siamo molto legati alla famiglia Nervi a livello storico. Pier Luigi era appassionato di aeronautica e progettò anche un motore a idrogeno per dirigibili. L’evento era pronto. Nonostante l’inagibilità dello stadio, persone vicine al Comune ci avevano garantito che non ci sarebbero stati problemi. Ci siamo mossi per ottenere le varie autorizzazioni relative allo spazio aereo e anche l’Aero Club Italia ha sposato l’iniziativa. Sarebbe stato come riprendere dalla strada un grande atleta diventato un ‘barbone’, riqualificarlo e riportarlo nello stadio dove è stato un campione. Il tutto in un giorno significativo come quello dell’anniversario. L’obiettivo era saltare in quattro con una grande bandiera di 180 m, riprendendo anche in volo le varie fasi del lancio. Ci sarebbe stata inoltre una medaglia commemorativa da consegnare al commissario Tronca che ha fatto ripulire negli ultimi tempi lo stadio”.

Quanto è grande la sua delusione in questo momento?

“Ci stavamo lavorando da due mesi, poi venerdì è arrivata la notizia del parere negativo per inagibilità dello stadio. Noi avremmo fatto però soltanto un lancio, atterrando al centro del campo vicino ai vari rappresentanti delle varie istituzioni sportive. Non sarebbe stato occupato nessuno altro spazio. Ci sarebbe piaciuto bloccare Roma alle 16 e dare l’indicazione di guardare a Nord. Sarebbe stato un grande spettacolo. Logicamente resta una grande amarezza”.

Tra l’altro avete provato fino all’ultimo a trovare anche situazioni alternative…

“Il Comune, nella persona del Vice Capo di Gabinetto, è stato molto collaborativo. Ricevuto il diniego, abbiamo provato a spostare il tutto nel piazzale antistante la Curva Sud. Mettere in piedi un evento lì sarebbe stato tuttavia un problema a livello di traffico e sicurezza. Mancavano purtroppo i tempi minimi necessari per andare a conferenza di servizio e pianificare i provvedimenti necessari. La decisione è stata dunque quella di posticipare l’iniziativa, sempre esternamente allo stadio, al 21 aprile. Certo però vuol dire snaturarla perché volevamo far vivere all’impianto, inteso come energia, il momento sportivo. Abbiamo chiesto così di atterrare da soli nello stadio vuoto per poi uscire successivamente sul piazzale. La risposta è stata però negativa”.

Tante parole, ma fin qui ben poco per cambiare la situazione del ‘Flaminio’…

“Avevamo già avvisato la stampa. Dispiace, serviva maggiore buon senso da parte del responsabile che ha emesso questo parere. Siamo in disaccordo, non è stato compreso il messaggio. Lo stadio sta morendo piano piano e, pur parlandone, nessuno riesce a fare nulla. Sarebbe stato tutto a nostre spese, un vero e proprio atto d’amore verso quest’impianto”.

Passando alle note liete, è previsto invece un lancio in occasione dell’evento ‘Di Padre in Figlio’. Quali sono le vostre sensazioni?

“Essendo il secondo anno, dobbiamo inventarci qualcosa di ancora più bello. Abbiamo sentito il capitano Wilson, ma in realtà abbiamo appreso della nostra partecipazione dalla stampa. Previa nulla osta del Coni, ci saremo. Stiamo pensando a qualcosa di memorabile e ci alleneremo per questo. Saltare nello stadio Olimpico è qualcosa di unico, c’è un’energia indescrivibile. La tensione è unica, per noi è come la finale della Coppa dei Campioni. Ne abbiamo fatti 14, ma ogni volta si ricomincia da capo. Dev’essere tutto perfetto e non si può sbagliare nulla. Per questo, due anni fa, durante il lancio di prova due nostri atleti fortissimi hanno commesso degli errori e sono rimasti a terra. Può esserci un problema psicologico. Tre giorni dopo ne faremo anche un altro per il Coni Lazio, in occasione di "Emozione Olimpico", davanti a 6mila ragazzi delle scuole ed uno probabilmente anche il 5 giugno”. 

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