Azioni della Lazio detenute del 'clan Moccia', la società biancoceleste smentisce categoricamente

Pubblicato il 10 febbraio alle ore 12.41
10.02.2016 18:30 di  Benedetta Orefice  Twitter:    vedi letture
Fonte: Benedetta Orefice - Lalaziosiamonoi.it
Azioni della Lazio detenute del 'clan Moccia', la società biancoceleste smentisce categoricamente
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

AGGIORNAMENTO ORE 18.30 - "La S.S. Lazio S.p.A., in riferimento all’articolo pubblicato sul Messaggero di oggi, a proposito di azioni della società sportiva che sarebbero occultamente detenute dal clan Moccia, esclude in maniera categorica una tale possibilità, e conferma di non avere mai avuto contatti di alcun genere, neppure in occasione delle assemblee dei soci, con persone che possano avere rappresentato interessi appartenenti al detto clan. Il riferimento che viene indicato dal Messaggero è datato al momento della quotazione in borsa della S.S. Lazio S.p.A., ma chi ha sottoscritto quel capitale lo ha perduto definitivamente con il crack del gruppo Cragnotti". Questo il comunicato pubblicato sul sito ufficiale della S.S. Lazio. 

In questi anni si era infiltrato nel mercato agroalimentare di Roma, l'obiettivo era quello di radicarsi anche nel settore alberghiero. Un obiettivo rimasto tale, visto che il ‘clan Moccia’, con a capo Luigi, è stata smantellata nella giornata di ieri grazie a un blitz della polizia e della Guardia di Finanza. A finire in manette ben sette persone, tra cui lo stesso Luigi, boss della Camorra di Afragola. Secondo quanto si apprende dal Messaggero, il clan Moccia poteva contare anche diverse azioni della Lazio e della Salernitana. A rivelarlo agli investigatori è, come si evince nell’ordinanza del gip Gugliemi, Salvatore Scufuto (un collaboratore di giustizia): “Salvatore riferiva di sapere della titolarità da parte dei Moccia di quote occulte nelle società di calcio Salernitana e Lazio, avendo parlato della questione direttamente con Moccia Luigi il quale, quando la Lazio si era quotata in borsa, gli aveva proposto di partecipare all’operazione”. Moccia aveva “mimetizzato” le proprie attività (si parla di oltre 15, 4 miliardi solamente nel settore agroalimentare) servendosi di prestanomi, amici fidati e familiari, prontamente riconosciuti dalla polizia e arrestati.