Dos Santos, lo scultore portoghese che divenne capitano della Lazio

30.03.2015 15:00 di Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
Dos Santos, lo scultore portoghese che divenne capitano della Lazio

Francisco dos Santos, chi era costui? Una domanda che sorge spontanea soprattutto se l’edizione brasiliana di Eurosport lo accosta con stupore di molti al pazzo mondo biancoceleste. Ma andiamo per ordine. Nato a Paiões, a pochi chilometri da Lisbona nel 1878, il giovane Francisco scopre ben presto l’amore per la scultura e la pittura. Un sentimento che nel 1903 lo condurrà fino alla Scuola di Beaux Arts di Parigi, grazie ad una borsa di studio. La sua vita si tinge improvvisamente di biancoceleste però nel 1906 quando vince un’altra borsa di studio che gli permetterà di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Roma. Un giorno infatti, passeggiando con il proprio cane per le vie della città eterna, rimane colpito da un gruppo di giovani con addosso quei colori del cielo che sceglierà ben presto di difendere, mosso da quella passione per il calcio che custodiva già in Portogallo. Con un figlio a carico, le ripetizioni di francese che impartiva ai romani non bastano, e vivere solo di arte, ieri come oggi, non era così semplice. Fu così che decise di assicurarsi un guadagno extra, scegliendo ben altri 'attrezzi del mestiere'. Era la Lazio dei primi anni del novecento, che accolse tra le proprie file il primo giocatore portoghese nella storia a militare in un club estero, il secondo straniero nella Lazio dopo il maltese Silvio Mizzi. In breve tempo, divenne uno dei pilastri della squadra e l’anno successivo ottenne la fascia di capitano. Alto 1,60 m per 55 kg, dos Santos fu un centrocampista tutto grinta, determinazione e dedizione sul campo, qualità che gli consentirono di compensare ad un fisico tutt’altro che imponente. Fu uno dei protagonisti del triangolare disputato a Pisa il 7 giugno 1908, quando i biancocelesti vinsero tre partite in un giorno, aggiudicandosi la competizione interregionale. L’anno dopo tornò in patria, dove militò tra le file dello Sporting, diventando anche uno dei fondatori della Football Association di Lisbona, la più antica del paese. Dopo la parentesi calcistica, Francisco dos Santos si tuffò nuovamente nel mondo dell’arte, diventando uno dei principali scultori del paese. Fu autore di molte opere famose, come il Monumento al Marchese di Pombal, situato nella piazza omonima, in un punto strategico e storico di Lisbona. Personalità a dir poco eclettica, capace di passare alla storia in quei due emisferi apparentemente lontani come l’arte e il calcio. Francisco dos Santos morì a Lisbona per una congestione il 29 aprile 1930, all’età di 52 anni. Capostipite indiscusso di quella schiera di portoghesi che nei decenni successivi conquistarono l’Europa, di quella tradizione lusitana che vede in Cristiano Ronaldo l’erede più prestigioso. Nella Lazio aprì la strada ai campioni portoghesi della 'storia contemporanea', che solo 15 anni fa riportarono nella Roma biancoceleste il tricolore: Fernando Couto e Sérgio Conceição.

dos Santos, il terzo in piedi da sinistra

Monumento al Marchese Di Pombal ad opera di Francisco dos Santos, nell'omonima piazza di Lisbona