Veltroni fa il punto: "Lazio squadra difficile da battere. Al calcio italiano mancano le star"

Pubblicato ieri alle 22:21
22.11.2014 07:21 di Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Francesco Tringali - Lalaziosiamonoi.it
Veltroni fa il punto: "Lazio squadra difficile da battere. Al calcio italiano mancano le star"

Romano e sindaco della Città Eterna per ben sette anni, Walter Veltroni non ha mai nascosto il suo amore verso i colori della Juventus. Attualmente riveste l’incarico di commentatore cinematografico, ma non perde mai di vista una delle sue più grandi passioni: il calcio. Domani la sua Vecchia Signora affronterà la Lazio, in una sfida dal sapore d’alta quota, visto che le due compagini sono in corsa per le zone illustri della classifica. L’ex primo cittadino della Capitale, intervenuto durante la trasmissione 1900 TV in onda su Gold Tv, ha preso in esame la sfida di domani sera, senza tralasciare altri temi caldi.

Domani sarai allo stadio?

“No, ormai non vado più da anni. Seguo il calcio sempre da casa. Penso alla squadra di Wilson e Oddi (presenti in studio, ndr) e rifletto in che modo sia cambiato il calcio. Oggi trovare un giocatore che salta l’uomo è molto difficile, è un momento delicato”.

Prima si parlava appunto del declino del nostro calcio…

"Il livello del nostro calcio, come dicevo pocanzi, è molto basso. Non riusciamo a imporci da troppot tempo, causa anche delle condizioni in cui versa il nostro paese. Un tempo vantavamo giocatori illustri, oggi mancano le star”.

Il tifoso Veltroni come giudica la sua Juventus?

"Io spero che la Juve vada sempre bene. Spero nella Champions, visto che il girone era piuttosto abbordabile inizialmente, ci siamo complicati la vita però. La squadra è forte, domani sarà una partita difficile, la Lazio è una squadra ostica con un ottimo allenatore. Pioli è stato un gram difensore, poi è una persona seria e misurata. I biancocelesti hanno una squadra importante, sarà dura”.

Da sindaco quanto è stato difficile esser equamente distante dalle due squadre capitoline?

"Da juventino è stato facile per me (ride, ndr). Per me la città veniva prima di ogni altra cosa, poi le due tifoserie mi erano molto vicine così come i giocatori di ambedue le squadre. Nella mia veste d’allora giudicavo sempre i ragazzi delle due squadre come persone che restituivano benissimo la fortuna di giocare in questo palcoscenico”.

Tornando al capitolo stadi, cosa è che impedisce secondo te la costruzione di questi nuovi impianti in Italia?

"In Italia c’è bisogno di stadi di proprietà, bisogna fare una normativa seria in modo tale che gli impianti tornino ad essere un logo frequentabile dalle famiglie. Io a Roma però, allo stesso tempo, ero dell’idea che il Flaminio fosse uno stadio straordinario. Avevo lavorato molto per la sua ristrutturazione, penso che lasciare i due impianti della città vuoti sia un errore”.

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