ESCLUSIVA - Simone Del Nero: "Lazio rinforzata, ora ha bisogno di crescere. Domani occhio a Bisoli!"

Pubblicato ieri alle 17.10
14.09.2014 07:25 di Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Cristiano Di Silvio-Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Simone Del Nero: "Lazio rinforzata, ora ha bisogno di crescere. Domani occhio a Bisoli!"
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© foto di Federico De Luca

Poche verità nel calcio, moderno o passato che sia, sono assodate e inconfutabili. Una di queste, a prova di smentita, è quella che vuole la storia e la tradizione dei club essere composta dai contributi “alla causa” dati dai protagonisti diretti, siano essi dirigenti, tifosi, o chiaramente giocatori. Trovate qualcuno pronto a sottovalutare l’apporto di un Platini alla Juventus, di un Rivera al Milan, e via dicendo: resterete delusi. Ma altrettanto, provate voi a chiedere del baffuto terzino Favero o del “cagnaccio” rossonero Lodetti: anche in questi casi, chi vi risponderebbe non potrebbe sminuire la fatica, il sudore, l’ardimento di questi protagonisti “minori” ai trionfi e alle affermazioni dei rispettivi club. La storia della Lazio non fa eccezione. Nessuno disposto a confutare le gesta di Chinaglia, Fiorini, Signori, ça va sans dire. Altrettanto, però, il cuore e la passione del tifoso laziale non permettono di dimenticare chi, con questa maglia indosso, ha contribuito, passo passo, a scrivere partite e momenti indimenticabili che appartengono a pieno titolo alla storia della società. Simone Del Nero è uno di questi. Approdato alla Lazio nell’estate del 2007, dopo quasi cento gettoni col Brescia dei vari Viviano, Hamsik, Cerci, ecc..., scalda subito anima e platee con una magistrale prestazione: preliminare Champions di ritorno, in casa della Dinamo Bucarest, 28 agosto 2007. Quattordici giorni prima, nella gara d’andata dell’Olimpico, la squadra di Delio Rossi ce la mise tutta per complicarsi la vita, e ci riuscì, se è vero come è vero che gli increduli romeni tornarono a casa con un uno a uno in tasca, tanto insperato alla vigilia quanto carico di aspettative per il ritorno. In un “Lia Manoliu” stracolmo e tutto biancorosso, la Lazio faticò non poco, altro che arrembaggio e qualificazione corsara. Tanto male andò che prima della mezz’ora i romeni passano addirittura in vantaggio, con un’azione iniziata da un certo Stefan Radu (in quell’occasione scatta la scintilla che lo porterà a Roma cinque mesi più tardi, ndr). Si va al riposo con nubi nerissime all’orizzonte. Poi, come spesso accade in casa Lazio, lo “stellone" da una mano: dopo tre minuti, proprio Del Nero disturba in area Dinamo il maldestro Nastase che anziché spazzare atterra l’esterno laziale. Rigore e Rocchi-gol. Nemmeno dieci minuti più tardi e ancora Del Nero in cattedra: interrotta una trama romena a centrocampo, Simone si invola, out di destra, verso la porta della Dinamo. Metri percorsi in scioltezza con la retroguardia biancorossa in pieno panico. Addirittura il lusso di una “bicicleta” prima di scaricare un assist al bacio per il capitano, altrettanto lesto a innescare Pandev per il goal del raddoppio. Ci fu poi tempo anche per il tris, ancora del capitano, che valse la qualificazione e l’Europa dei Grandi. Per Del Nero, al contrario, si aprì invece una lunga stagione di infortuni e ricadute, principalmente dovute alla sottile gravità che solo una fascite plantare sa dare. Alla fine del percorso di recupero, nel 2012, Simone scelse di ripartire da Cesena, poi una tappa in Malaysia nello Johor (squadra della Malaysia Super League, ndr), per rientrare, infine, in Italia, a Massa, in Serie D, dove la domenica i tre punti valgono un rimborso a fine mese, mica contratti a sei cifre. La redazione de Lalaziosiamonoi.it lo ha contattato in esclusiva per commentare l’imminente confronto tra la Lazio e i romagnoli. Ecco cosa ci ha detto.

Simone, alle porte la seconda di campionato. Infortuni a parte e scelte del tecnico, la Lazio da l’idea di essere ancora un “cantiere aperto”? Come valuti il lavoro di Pioli?

Comincerei col dire che, se fossi un tecnico, vorrei trovarmi nelle condizioni di abbondanza nelle quali si trova quello della Lazio. Nonostante ciò che si può pensare, è solo un bene per Pioli, che ritengo preparato e capace, avere l’abbondanza e l’imbarazzo della scelta che mi pare abbia se si da uno sguardo all’organico di cui dispone. È chiaro che “l’ingranaggio deve ancora pulirsi per bene”, ma per questo ci vuole tempo e minuti giocati insieme. Mi viene da pensare che, ad esempio in difesa, non ce n’è uno che parli la stessa lingua: trovare affiatamento significa anche capirsi e anticiparsi. Sono convinto che una rosa così rivoluzionata come quella della Lazio rispetto alla scorsa stagione non abbia altro che necessità di crescere insieme. Alla lunga i valori usciranno fuori.

Cesena squadra esperta. Lucchini, Coppola, Brienza, Marilungo, significano “vecchie volpi” della Serie A. Che cosa deve temere la Lazio di questo Cesena?

Tutto vero, squadra camaleontica ed esperta. Hai, però, dimenticato quello che per me rappresenta il vero valore aggiunto di questa squadra, vale a dire Pierpaolo Bisoli, tecnico dei bianconeri. Grande carisma, grande preparazione, non molla mai e, come pochi, sa caricare la squadra e tenerla viva per tutto il match. Ha un’ottima visione di insieme e sa gestire bene i cambi a partita in corsa. Pioli dovrà battere prima sul piano della strategia il suo collega, poi i ragazzi in campo dovranno essere capaci di chiudere il match. Perché, se è vero che Bisoli ha tutto per diventare un tecnico emergente, è altrettanto vero che l’organico della Lazio è superiore a quello dei romagnoli. Su questo non ci piove”.

Come valuti il mercato appena concluso? La Lazio ti pare completa o pensi che da qui a gennaio si dovrà valutare e lavorare per un ulteriore rafforzamento?

A mio personale giudizio, la Lazio appare completa e rinforzata rispetto a quella vista lo scorso campionato. Dobbiamo essere convinti della bontà del lavoro di Pioli, soprattutto se riuscirà come credo a valorizzare i giovani che si è ritrovato in gruppo. Come detto prima, ci vuole il giusto tempo per collaudare il gruppo e trovare le alchimie. Vedo tanta gioventù di prospettiva; la Lazio si ritrova fra i titolari un campione del Mondo del valore di Klose e un vice campione come Lucas Biglia, che starebbe bene nel centrocampo di moltissimi club europei. Diamo tempo, dunque, a tutte le caselle di andare al loro posto e poi daremo un giudizio.

Obiettivo dichiarato della stagione è il rientro in Europa. Quale delle due competizioni ritieni più realisticamente alla portata dei biancocelesti? Nella rincorsa ad un posto in Europa, può rappresentare un vantaggio, paradossalmente, il non partecipare a nessuna competizione continentale, evitando trasferte e pesanti rientri notturni, sessioni di allenamento troppo ravvicinate, ecc… insomma,  tutto quello che vuol dire una coppa europea?

Io credo che il non dover competere durante la settimana possa, per certi versi e in determinati periodi dell’anno, rappresentare se non un vantaggio almeno una comodità. Si ha più tempo per recuperare dall’incontro della domenica, si lavora meglio in gruppo, si possono maggiormente affinare le individualità dei singoli. Con questo non voglio dire che sia meglio non partecipare alle coppe; assolutamente no. Sarebbe sempre auspicabile potervi competere, ma se per una stagione ciò non è possibile non è la fine del mondo. La si impeghi, dunque, per tornare in fretta nel posto dove la Lazio merita di stare.

Infine, la tua esperienza con l’aquila sul petto. Gioie, vittorie, ma anche tanti infortuni e momenti difficili. Rimane comunque un’esperienza che ti gratifica, se ci ripensi oggi?

Assolutamente sì, senza ombra di dubbio. Con la Lazio ho giocato la Champions League, anzi, ho contribuito anche io a riportarla in quel trofeo. Ricordo l’emozione del preliminare di ritorno, facemmo un’impresa, i tifosi pazzi di gioia. Poi la Coppa Italia del 2009 (subentrò a Foggia all’80', ndr), anche lì la grande festa che ne seguì. La Lazio rimane uno dei momenti più alti della mia carriera, impossibile dimenticarla. Fossi stato un po’ più fortunato e avessi avuto meno problemi, chissà… Ma va bene così, l’importante è aver vissuto certi momenti.