FOCUS - Fidati, ci pensa Keita: non solo spaccapartite, Balde è capocannoniere col 3-5-2

01.05.2017 10:15 di  Antoniomaria Pietoso  Twitter:    vedi letture
Fonte: Antoniomaria Pietoso - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Fidati, ci pensa Keita: non solo spaccapartite, Balde è capocannoniere col 3-5-2
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© foto di Federico Gaetano

Mancano pochi minuti alle 12, la Lazio è in campo per il consueto riscaldamento prepartita. Qualcosa non torna, però, Lukaku si scalda con i titolari e Immobile è in disparte. Le telecamere lo inquadrano: è pallido con il volto sofferente. Un pesante attacco influenzale arrivato nella notte lo debilita e lo costringe ad alzare bandiera bianca. Il mister si avvicina all’esterno belga e a Keita: “Jordan tocca a te. Balde devi fare la prima punta”. Il senegalese annuisce, si prepara e scende in campo. Sa che il popolo laziale conta su di lui e non ha intenzione di deludere la sua gente. Gli bastano undici minuti per far capire che giocatore è. Sterzata che mette fuori causa Fazio ed Emerson, che addirittura si inginocchia, rasoiata potente e precisa. Per Szczesny non c’è nulla da fare: Lazio in vantaggio, la panchina scatta in piedi e la Nord esplode. L’ex Barcellona continua a mettere a dura prova i muscoli dei difensori giallorossi. Scatti, strappi e dribbling impressionanti che fanno venire i brividi a Rudiger, Manolas e Fazio. Le aquile vengono raggiunte da un rigore inesistente che li costringe ad andare negli spogliatoi sull’1-1. Ma il 30 aprile è il giorno della Lazio e i ragazzi di Inzaghi hanno una marcia in più. Basta riporta in vantaggio i suoi, ma poi tocca ancora a Keita mettere la parola fine. Sull’assist del generoso e altruista Lulic, Balde Diao deve solo spingere il pallone in rete prima di correre a festeggiare sotto la sua curva. Si toglie la maglia, la fa vedere a tutti e anche se arriverà un giallo non importa perché è la sua giornata. Poco dopo, stremato, lascia il campo a Djordjevic raccogliendo gli applausi scroscianti dei circa 7000 sostenitori biancocelesti. Che stagione per Keita e pensare che le cose non erano iniziate bene.

ESTATE TURBOLENTA – Come se non bastasse l’affaire Bielsa a mandare in crisi l’ambiente, Inzaghi appena arrivato si ritrova subito la patata bollente legata proprio al ragazzo di Arbucies. Il mancato rinnovo di contratto spinge l’attaccante a non presentarsi alla convocazione per il ritiro di Auronzo di Cadore. Botta e risposta al veleno, ma alla fine Keita raggiunge il Veneto. La situazione, nonostante il tentativo del mister di fare da paciere, non migliorano e la punta salta il match con l’Atalanta per problemi fisici. Peruzzi lo gela con un comunicato al vetriolo e tutto lascia presagire a un addio nelle ultime ore del calciomercato. Nessuna trattativa va in porto e qui entra in campo Inzaghi che fa da intermediario e, un passetto alla volta, si riappropria di un talento cristallino che sarà la sua fortuna. Stagione più che positiva quella del giovane dal carattere ribelle che vede l’apice nel derby.


NUMERI DA BIG – Trentacinque palloni toccati, cinque tiri in porta, due reti e il 90,5% di passaggi andati a buon fine, lo incoronano senza ombra di dubbio come l’uomo partita. Quella di ieri, poi,  è la prima doppietta da professionista e con la maglia della Lazio per Keita, arrivata ad appena sette giorni dalla tripletta rifilata al Palermo. Cinque gol in otto giorni che lo fanno schizzare a tredici marcature in campionato, numeri mai raggiunti nella sua pur giovane carriera. L’ex canterano segna un gol ogni 131’, nemmeno Immobile (a quota 20 in campionato, ndr) ha fatto tanto in casa Lazio,  fermandosi a uno ogni 142’. Non è finita qui perché in casa biancoceleste era da quasi vent’anni che un giocatore non realizzava più di un gol in un derby. L’ultimo era stato Roberto Mancini nel novembre del 1998 con due reti in un match terminato 3-3.  Il numero quattordici è una realtà anche a livello internazionale. Come riporta Lazio Page, solo Dele Alli (17), Timo Werner (17) e Kylian Mbappe (14) hanno segnato più di lui tra gli under 23 dei 5 campionati europei più importanti. Il 3-5-2 spesso utilizzato da Inzaghi gli calza a pennello. Da prima o seconda punta, senza le competenze di copertura necessarie degli esterni offensivi nel 4-3-3, Keita rende al massimo. E’ lui il capocannoniere di questo modulo con ben 8 gol all’attivo. Il vero salto di qualità fatto dal classe’95 in questa stagione è quello di risultare decisivo anche quando parte titolare. Le sue qualità, la sua velocità e la sua tecnica risultavano devastanti a gara in corso, quando le difese avversarie sono stanche, le squadre allungate e lui può sfruttare la sua rapidità. Anche Inzaghi a volte lo ha fatto, ma nella maggior parte dei casi ha puntato su di lui dal primo minuto. Questo ha regalato serenità e consapevolezza nei propri mezzi al ragazzo che lo ha ripagato sul campo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, su 28 presenze (ha saltato le prime due giornate per infortunio e le quattro di gennaio perché impegnato in Coppa d’Africa, ndr) ben 18 sono arrivate dal primo minuto e 10 da subentrato. Ben undici reti sono arrivate quando faceva parte dell’undici iniziale e solo due (anche se decisive e che sono valse sei punti contro Empoli e Torino, ndr) quando è partito dalla panchina. Numeri importanti e prestigiosi che lo consacrano nel calcio che conta e che mettono paura ai tifosi laziali. Il suo contratto scade nel 2018 e sono tanti i club interessati, ma il popolo biancoceleste spera che giocatore e società continuino insieme questa avventura per vivere altre giornate trionfali come quella di ieri.