FOCUS - Lazio, la medaglia olimpica manca dal 1996: Felipe a Rio per sconfiggere l’obsessão verdeoro

Pubblicato il 3/08 alle ore 23.00
04.08.2016 07:20 di Antoniomaria Pietoso Twitter:    vedi letture
Fonte: Antoniomaria Pietoso- Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Lazio, la medaglia olimpica manca dal 1996: Felipe a Rio per sconfiggere l’obsessão verdeoro

“I primati mondiali sono fatti per essere battuti, un oro olimpico resta per sempre”. La frase di Usai Bolt rappresenta al meglio il significato della vittoria di una medaglia d’oro alle Olimpiadi. Il sogno di una vita, l’apice della carriera di un atleta che ripaga dei tanti sacrifici. Se nel XIX la corsa all’oro portò la migrazione di decine di migliaia di persone degli Stati Uniti verso zone ricche del prezioso materiale, il 2016 vedrà Rio de Janeiro come cornice della ricerca spasmodica della medaglia più pregiata. Venerdì ci sarà la cerimonia d’apertura, ma tra oggi e domani prenderanno il via i tornei maschili e femminili di calcio. Già proprio uno dei cavalli di battaglia della nazione verdeoro anche se, almeno a livello olimpico, il football non ha sorriso alla Selecao. Proprio la nazionale pentacampeão non ha mai vinto l’oro: appena tre argenti e due bronzi tra gli uomini e solo due piazze d’onore tra le donne. Rogério Micale ha la responsabilità di riuscire dove gli altri hanno fallito. Nel 2012 la delusione più grande nella cornice di Wembley. In quel caso fu il Messico a sconfiggere il Brasile dei vari Neymar, Pato e Oscar grazie alla doppietta di Peralta che rese inutile la rete di Hulk nel finale. Quattro anni dopo l’obsessão olimpica verdeoro è ancora evidente ed è per questo che il ct ha deciso di convocare stelle di primissimo piano come Neymar, Marquinhos, Fred e Felipe Anderson. Pipe, dopo una stagione tra luci e ombre, vuole riscattarsi davanti al proprio pubblico e tornare a Roma con l’oro al collo.

SOGNO OLIMPICO PER FELIPE – Il numero dieci biancoceleste ha lottato con tutto se stesso per regalarsi queste Olimpiadi. L’ex Santos ha partecipato a tutte le gare di qualificazione della Seleḉao e non ha voluto rinunciare per nessuna ragione a questo appuntamento. Bielsa aveva messo il veto sulla partenza dell’esterno perché voleva averlo a disposizione già dal ritiro di Auronzo di Cadore. L’addio del Loco e un colloquio con Inzaghi e la società hanno dato il via libera al ragazzo di Brasilia. "Erano tanti anni che sognavo le Olimpiadi ed ero molto ansioso e preoccupato di perderle, ma prima volevo tornare e chiarire con la Lazio. Ora sono felice, quando tornerò in campo darò tutto me stesso per la maglia. L'obiettivo per la prossima stagione è quello di ripartire tutti insieme sereni". Chiaro il messaggio lanciato dal brasiliano direttamente dal Veneto, vinco con il Brasile e poi mi riscatto con l’aquila sul petto. Venerdì la gara d’esordio contro il Sudafrica, ma il sogno resta la finalissima del 20 agosto che assegnerà il trono nel calcio. Quello è l’obiettivo che lo costringerà ad alzare bandiera bianca per le sfide contro Atalanta e Juventus.  Felipe è chiamato a sconfiggere l’ossessione olimpica del Brasile e a interrompere il digiuno della Lazio che dura da ben 80 anni.

DUE ORI E UN ARGENTO PER LA LAZIO – Era il 1936, quando a Berlino l’Italia conquistò il gradino più alto del podio quasi a sorpresa. In quella squadra giovanissima allenata da Vittorio Pozzo c’erano anche i laziali Giuseppe Baldo e Francesco Gabriotti. Quattro presenze per il primo e una, in finale, per il secondo che contribuirono nella cavalcata azzurra fino alla gara contro l’Austria vinta per 2-1 dopo i tempi supplementari. Baldo indossò la maglia biancoceleste dal 1935 al 1942 collezionando 169 gettoni e otto gol. Per quello che riguarda Gabriotti, invece, è cresciuto nel settore giovanile delle aquile e ha esordito con la prima squadra nel 1932. In totale quattro stagioni(27 presenze e 6 reti, ndr) con l’aquila sul petto prima di un infortunio che lo costrinse al ritiro. L’altra medaglia olimpica arrivata a Formello è datata 1996 con José Antonio Chamot. Il difensore era nella rosa della stellare Argentina (in squadra c’erano giocatori come Zanetti, Sensini, Simeone, Crespo, Almeyda e Claudio Lopez, ndr) che si arrese contro la Nigeria nella finale per l’oro. La selezione africana sorprese tutti superando il Brasile e la Seleccion tra semifinale e finale. Chamot ha giocato quattro stagioni nella Lazio, con 100 presenze e un gol all’attivo. Adesso tocca a Felipe provare a rimpinguare il bottino a tinte laziali, ma soprattutto sta a lui aiutare il suo Brasile a superare l’obsessão olimpica.