Salas: "Alla Lazio gli anni migliori della mia carriera. Il derby? Non conta chi è più forte". E sui tifosi...

04.11.2015 21:00 di Daniele Rocca Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Salas: "Alla Lazio gli anni migliori della mia carriera. Il derby? Non conta chi è più forte". E sui tifosi...

Arrivato al posto di Ronaldo nell'estate del 1998, Roma è stata la sua casa per tre splendidi anni. Nessun rimpianto, Marcelo Salas ha collezionato trofei e record personali: Nel triennio in biancoceleste vince 2 Supercoppe italiane, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea (segnando la rete decisiva contro il Manchester United), uno Scudetto e una Coppa Italia, segnando 48 reti in 117 partite. Domenica c'è il derby, sfida molto sentita dal Matador che ai microfoni di Radio Olympia ha raccontato un interessante retroscena: "L'ultima volta che sono venuto a Roma a vedere il derby la Lazio ha vinto, era la vittoria del 2009 la Lazio di Delio Rossi vinse per 4 a 2 con un grandissimo goal di Zarate. Stavolta non potrò esserci ma spero che la Lazio riesca a vincere. Ai tifosi dico di stare tranquilli andrà bene, nel derby non conta chi arriva meglio o peggio ne chi è più forte, ci sono troppe variabili da considerare. E' troppo importante per i tifosi, per la società e per tutto l'ambiente. Nel derby c'è sempre tanto nervosismo e non sempre si riesce a giocare bene, può succedere che un attaccante abbia poche occasioni, poi nell'unica palla buona riesca a decidere la partita." Tre lunghi anni in biancoceleste non si dimenticano facilmente, non lo ha fatto Salas che ha dichiarato: "Sono sempre legato alla Lazio, le mie figlie sono nate a Roma, abbiamo vinto tanto con la maglia biancoceleste e sono ancora molto legato ai tifosi e a quei ricordi. L'ultima volta che sono venuto a Roma i tifosi mi fermano ancora per farsi una foto, firmare autografi e salutarmi. Tutto questo mi emoziona molto". Impossibile non ritornare sul ricordo, da calciatore, della stracittadina: "Il derby è vissuto in modo speciale, ancor più della partita sono i giorni che lo precedono e quelli dopo che lo rendono unico. E' una partita diversa dalle altre, si può vincerla in ogni modo. Non conta molto l'allenamento settimanale, è più importante la testa, arrivarci con la giusta tranquillità e concentrazione è un vantaggio che ti permette di sfruttare gli errori dell'avversario". Non solo con l'aquila sul petto, El Matador ha giocato anche con la maglia a strisce bianche e nere: "I migliori anni della mia carriera sono stati quelli alla Lazio. Alla Juventus non sono riuscito a ripetermi, per un infortunio iniziale e delle difficoltà dopo". Stop e tiro al volo, quel tiro nella notte di Montecarlo è il punto più alto raggiunto dalla storia della Lazio: "Il gol nella notte della supercoppa a Manchester è indimenticabile, non iniziò bene per me la partita. Qualche diverbio con Eriksson e iniziai dalla panchina, poi l'infortunio di Inzaghi, entro, segno e vinciamo la coppa. Poi ce ne sono altri di momenti che sono stati belli, ricordo quello a Milano quando giocai con un piede rotto. Ma Salas non era certo l'unico fuoriclasse, era una squadra di marziani: "In quella Lazio ho giocato con tanti campioni, Vieri, Nedved e molti altri ma Nesta era impressionante, strepitoso. In allenamento era sempre il migliore, lavorava più di tutti gli altri sempre con serietà e professionalità e poi in campo era fortissimo, il migliore. L'acquisto più importante credo sia stato quello di Vieri, con lui facevamo una grande coppia, abbiamo fatto tanti gol e ci trovavamo benissimo. Fu un grandissimo acquisto in quegli anni, uno dei più importanti in assoluto. Salas ha concluso il suo intervento raccontando il suo attuale impiego: "Adesso sono presidente del Temuco. Cerco di pensare ancora da calciatore, quindi ho un buon rapporto con tutta la squadra. Il mio erede? Non so chi sia il giocatore che mi somiglia di più, però mi piace molto Aguero. Io vedo i movimenti di un attaccante e non solo se segna o no e lui è uno dei migliori".