Amarcord Mancini: "Alla Lazio tre anni bellissimi, non avevo mai giocato con campioni simili!"

Pubblicato il 14 febbraio alle ore 12.07
15.02.2016 07:13 di  Benedetta Orefice  Twitter:    vedi letture
Fonte: Benedetta Orefice - Lalaziosiamonoi.it
Amarcord Mancini: "Alla Lazio tre anni bellissimi, non avevo mai giocato con campioni simili!"

Bologna, Sampdoria e Lazio. Sono queste le tre squadre, tralasciando una brevissima parentesi con il Leicester, in cui ha giocato Roberto Mancini. Una carriera unica, ricca di trofei e soddisfazioni. Dagli inizi con i rossoblù, fino agli storici successi con i doriani e i capitolini. Intervenuto durante il programma “Sky Mister Condò”, l’attuale allenatore dell’Inter ha riavvolto il nastro, rivivendo i momenti con l’aquila sul petto: “A Roma furono tre anni bellissimi, cambiai città dopo 15 anni e andrai in un città totalmente diversa da Genoa dove era difficile vivere. Era un caos totale, visto che era 4 volte più grande. La Lazio stava costruendo una squadra molto forte, che voleva vincere. Il presidente Cragnotti fece investimenti enormi e furono tre anni importanti, pieni di vittorie straordinarie. Forse i più belli della Lazio insieme allo Scudetto di Maestrelli. La Lazio è stata la squadra in cui ho giocato con i giocatori più forti. Erano tanti giocatori forti, almeno 23/24 giocatori fortissimi. Abbiamo vinto anche poco per la qualità dei giocatori che avevamo”.

IL TACCO DI PARMA – Carisma da leader e colpi di genio. La carriera di Mancini si potrebbe sintetizzare così. Allenatore ancor prima di appendere gli scarpini al chiodo, quando incantava l’Italia con giocate per palati fini. Come quel gol di tacco in Parma-Lazio: “Eriksson si arrabbiava, tutti gli allenatori in quell’epoca si arrabbiavano visto che il colpo di tacco non sempre riesce e quindi la squadra avversaria parte in contropiede. Fu un gol bellissimo, non solo perché fatto contro un grande portiere come Buffon. Il Parma era una squadra fortissima, in quegli anni Lazio e Parma erano le due squadre con i migliori giocatori in assoluto. Era un colpo già provato in allenamento, ci era venuto esattamente identico! Conoscevo Sinisa da anni, non ero convinto di colpire in quel modo ma sapevo che la palla sarebbe arrivata li. Di solito colpivo di testa. Per fare un gol così devi avere anche un po’ di fortuna, la palla deve essere precisa e deve essere calciata forte. Quel pallone passa sopra la testa di Fuser che è altissimo! Bobo Vieri mi urlava ‘hai visto che gol che hai fatto?’. E’ un bel ricordo, un gol molto bello fatto con giocatori molto bravi!”

L’ADDIO – Dopo tre anni pieni di vittorie e trofei importanti, poi, il desiderio di uscire dal campo per… sedersi in panchina: Dopo aver vinto Scudetto e Coppa Itaia ero un po’ stanco, mi piaceva l’idea di iniziare presto a fare l’allenatore ed ebbi la possibilità di iniziare come secondo di Eriksson, di fare esperienza con lui. Fu un anno particolare, visto che poi venne esonerato a gennaio, le cose non andavano benissimo nonostante una squadra molto forte. Io credevo che Cragnotti potesse darmi la squadra, però poi venne Zoff e io andai via. Allora mi chiamò Eriksson e sono andato a Leicester, fu un' esperienza breve!”.