Capello: "La Curva della Lazio gestiva merchandising e biglietti"

Pubblicato il 16 ottobre alle ore 21.47
17.10.2014 07:20 di  Andrea Centogambe  Twitter:    vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it
Capello: "La Curva della Lazio gestiva merchandising e biglietti"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Fabio Capello, ct della nazionale Russa, è stato premiato all'Aquila con il 'Socrates Parresiastes 2014'. Come riporta il portale del Corriere dello Sport, l'ex tecnico della Roma a margine dell'evento ha affrontato varie tematiche, in primis la partita del grande caos Juventus-Roma che ancora oggi fa discutere: "E' stata una partita non bella sotto molti aspetti, in particolare per le polemiche post e soprattutto durante. Ci sono rimasto male, era un esempio di calcio italiano che sta tornando ad alto livello La differenza tra le due sta nell'abitudine a vincere. Ci sono squadre dove tu vai e respiri la mentalità vincente. La Juventus ha questa mentalità".

SCUDETTO - "Quando allenavo il Milan c'erano sette squadre a giocarsi lo scudetto, perché c'erano certi presidenti. Oggi sono rimaste Roma, Juve e Napoli. Le altre competono. Il livello dei giocatori del campionato italiano si è abbassato. Se ti alleni con un grande giocatore impari e migliori. Oggi non avendo più nelle rose grandi giocatori, si copia un livello mediocre. Le squadre con più soldi possono acquistare i giocatori più bravi e acquisire una mentalità vincente. In questa crisi di risorse siamo stati bravi a cercare giovani stranieri bravi. Un solo grande è arrivato, Tevez gli altri non sono venuti". 

MOVIOLA E SICUREZZA - "Sarebbe ora che riuscissimo a portare avanti il discorso della tecnologia, si eviterebbero tanti episodi che servono solo a far discutere ed aiutano voi giornalisti ad avere qualcosa da dire". Tra i temi toccati dal ct della Russia anche quello della violenza: "In Italia, a differenza dell'Inghilterra, allo stadio si va alla guerra. Per questo non si portano i bambini, perché sono gli ultrà che decidono. Ci sono state curve di alcune squadre, la Lazio tanto per non fare nomi, che gestivano merchandising e biglietti. Gli ultrà non andavano a lavorare, ma facevano il mestiere degli ultrà".