ESCLUSIVA Radiosei - Fanna: "Non penso che la Juve possa perdere contro la Lazio. Felipe Anderson? Un po' mi ci rivedo..."

17.04.2015 20:05 di Claudio Cianci   vedi letture
Fonte: Claudio Cianci- Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA Radiosei - Fanna: "Non penso che la Juve possa perdere contro la Lazio. Felipe Anderson? Un po' mi ci rivedo..."
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Ha vestito la maglia della Juventus dal 1977 fino al 1982, vincendo tre scudetti e una Coppa Italia. E’ inoltre uno dei cinque giocatori italiani ad aver conquistato il titolo di campione d’Italia con tre società differenti (Juventus, Hellas Verona e Inter). Sul campo era dotato di tecnica, fantasia e velocità. Pietro Fanna è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Radiosei 98.100 per commentare la vigilia della sfida fra Juventus e Lazio.

Lazio e Juventus secondo lei sono squadre forti?

"La Juve si conferma una spanna sopra, sta vincendo il quarto scudetto di fila. Non è una bella cosa questa, perché non c’è nessuna squadra che possa lottare per dargli fastidio. E’ una squadra che ha lavorato bene, con un progetto importante. La Lazio è la sorpresa del campionato, è partita in silenzio e senza pronostici. Pioli è un bravo allenatore, che ha fatto tanta gavetta. Ha trovato delle difficoltà inziali, ma poi è riuscito a creare un bel gruppo. In alcune metropoli non c’è una cultura come nella Juventus, dove l’imperativo è vincere. La Lazio ha trovato continuità di risultati e questo gli è valso il secondo posto"

Crede che la Lazio possa riuscire nell’impresa di battere la Juventus allo Stadium?

"Non penso che la Juve possa perdere, anche se penserà al ritorno di Champions una squadra come la Juve non può perdere un’altra partita, perché queste cose lasciano il segno. Le vittorie ti danno morale, prepareranno la partita con la Lazio per poi concentrarsi contro il Monaco. La differenza fra la Juventus e le altre squadre è che i bianconeri hanno una mentalità vincente, a prescindere dall’avversario. Giocano con la stessa concentrazione sia con il Cesena che contro il Milan. Se non si crea questa mentalità nell’ambiente, nei giocatori e nella società poche squadre si avvicineranno alla Juventus"

Un suo pensiero sul Verona di Bagnoli?

"Siamo stati una scheggia impazzita perché i tempi lo permettevano. Una volta entrato lo svincolo le realtà provinciali non hanno potuto più sognare. I giocatori dall’85 iniziavano a muoversi più velocemente. Le società hanno fatto sempre più fatica a trattenere i giocatori. Nell’ 87 è arrivato Berlusconi e il calcio ha iniziato a pensare in grande. E’ stato l’ultimo treno, il sogno si è fermato negli anni ’90 con la Sampdoria"

Questa Lazio, che a livello economico non giganteggia come la Juventus, può puntare allo scudetto l’anno prossimo con la giusta programmazione?

"La Lazio non è una piccola squadra, è una fra le cinque società più importanti che ci sono in Italia. Se una società lavora bene e c’è continuità in un progetto ed è brava a creare il gruppo allora potrebbe anche lottare per lo scudetto. La Juventus ha dimostrato che per essere vincente bisogna aver pazienza. I bianconeri con lo stadio hanno mandato un segnale forte, il calcio italiano deve andare in questa direzione"

Cosa ne pensa di Felipe Anderson?

"E’ un giocatore che è arrivato in Italia a cercare fortuna. Ha grande reattività, eccelso tecnicamente. Un po’ mi ci rivedo. Sta a lui, deve lavorare e non sentirsi mai arrivato. Ho piacere che dei talenti come lui possano migliorare. Solo attraverso l’allenamento quotidiano potrà diventare un vero leader"

Nel ruolo di Felipe Anderson, secondo lei, c’è un giocatore più forte del brasiliano in Italia?

"Di giocatori stranieri ce ne sono tanti, alcuni bravi, alcuni meno. E’ una domanda in cui mi trovi indeciso, perché di trequartisti così non ce sono tanti. Pioli l’ha capito e lo fa giocare a tutto campo. Un po’ come faceva Bagnoli con me. Quando dai spazio a questi giocatori l’importante è che sappiano stare bene tatticamente. Al momento non ce ne sono di giocatori come lui".

Comparerebbe Anderson a Dybala?

"Rispetto a Dybala, Anderson è più esplosivo, riesce a correre molto velocemente facendo 40 metri palla al piede. Se dovessi dare un voto darei 8 ad Anderson e un 6 a Dybala"

Lei concorda con la decisione di Conte di convocare gli oriundi?

"E’ giusta sì, perché deve fare di necessità virtù. Se la Nazionale vuole mantenere una certa credibilità al momento la strada è questa. Bisognerebbe puntare sui giovani, ma i ragazzi arrivano all’età di 19 anni nei settori giovanili e poi si crea un buco fino ai 22, le società preferiscono investire all’estero. Anche la Germania ha delle seconde e terze generazioni figlie di immigrati. Io punterei ancora sul ‘gruppo Italia’ se non diamo un’impronta forte, si rischia grosso. Basti pensare alla Juventus che ha la difesa tutta italiana, è un dato non da poco"

Lei trova qualche analogia fra Bagnoli e Pioli?

"Ho piacere che stia facendo bene Pioli, abbiamo fatto il corso d’allenatore insieme. Si è fatto la gavetta, è sempre stato un allenatore equilibrato. Bagnoli è stato uno dei più grandi a quei tempi, oggi più che allenatori sono gestori. Lui era un allenatore, faceva giocare il calciatore nel suo ruolo e lo faceva rendere al 100%. Il calcio non è così complicato, siamo noi a rendere le cose difficili. Bagnoli semplificava tutto, non credo avesse qualche segreto"