ESCLUSIVA Radiosei - Ielpo: "Lazio, sei la più forte! F. Anderson? Dovrà trasformare la squadra in un top club"

01.04.2015 17:29 di  Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA Radiosei - Ielpo: "Lazio, sei la più forte! F. Anderson? Dovrà trasformare la squadra in un top club"

Un legame con la Lazio stretto nelle giovanili, per poi difendere i pali della porta biancoceleste per ben sette stagioni, intervallate dalla parentesi senese, nel campionato 1984-85. Mario Ielpo ex numero uno di quella Lazio dei tremendi anni ’80, è intervenuto questo pomeriggio ai microfoni di Radiosei, soffermandosi sull’ottimo momento di forma della sua ex squadra e in primis anche sul cammino della Nazionale di Conte: “Le polemiche di questi giorni mi sono sembrate un po’ strumentali e precostituite. Credo che Conte, un po’ come è capitato a Capello, stia affrontando qualche difficoltà in più nel fare il ct della Nazionale rispetto a quando era l’allenatore di club. Hanno molto meno peso e fanno difficoltà ad imprimere la personalità e la propria idea di calcio, anche in virtù del poco tempo che hanno a disposizione. L’Italia poi sta affrontando una fase di rifondazione per cui speriamo che i vari Verratti possano avere modo di esplodere”.

La Lazio è al ridosso della Roma, credi nel sorpasso?

“Credo che la Lazio sia la squadra più forte del campionato, lo dicono i numeri ma è anche la mia sensazione dopo averla vista giocare. Magari è un po’ meno solida della Juventus però è più brillante e ha maggior potenziale offensivo della stessa Juventus, escluso Tevez che è un fuoriclasse. I biancocelesti però hanno più frecce nel loro arco, ma questo non vuol dire che sicuramente sorpasserà la Roma, anche perché quando si parte da dietro si può avere in seguito un calo di forma. Al momento però mi sembra superiore”.

Quali possono essere gli elementi di criticità in questo cammino?

“Sia per la Roma che per la Lazio una piazza dai facili entusiasmi, che può accendersi facilmente, può far perdere un po’ il senso della realtà. Non credo che i biancocelesti però possano patire troppo questo tipo di rischio. Nella Lazio c’è sempre stato scetticismo, per cui credo la squadra sia abbastanza matura da questo punto di vista. Magari sarà difficile migliorarsi l’anno prossimo. C’è tanto entusiasmo e non credo che il tutto dipenda da Felipe Anderson anche se sta segnando praticamente sempre. Se non lui, sono i vari Klose, Candreva e Mauri a lasciare il segno. Mettiamoci poi anche un assetto difensivo un po’ più definito rispetto al passato”.

Di campioni ne hai visti tanti. Felipe Anderson ti sembra uno di questi?

“È difficile pronunciarsi dopo soltanto mezza stagione. Un campione per essere tale deve ripetersi dopo tanto tempo. Il campione per me è quello che ti trasforma la squadra, dandone un’impronta, come ha fatto Klose in passato, dando sicurezza alla squadra. Felipe Anderson dovrà fare questo, vedremo se riuscirà a trascinare la squadra trasformandola in una grande”.

Come giudichi le prestazioni di Marchetti?

“Parliamo di un giocatore molto importante, che per il ruolo che ha è costretto a rischiare molto. Ha vissuto molte vicissitudini in carriera, da Cagliari, gli infortuni fino ai problemi dell’anno scorso. È stato messo a dura prova ma ha dimostrato di saper fare annate strepitose. Ora sta beneficiando di questo buon momento”.

Quali sono i punti di forza di questo ruolo?

“Fa parte di una squadra, ma è costretto a fare un lavoro individuale. Risulta sempre avulso dal lavoro della squadra e verrà sempre giudicato da solo al di là se la squadra gioca bene o gioca male. A differenza degli altri giocatori però ha molto tempo per pensare, cosa che ti crea uno stress più forte che ti condiziona. Un giocatore di un altro ruolo ha modo di correre e di sfogarsi. Il portiere non può farlo. Se ha commesso una papera, non ha subito modo di rifarsi ma deve aspettare che i compagni in qualche modo possano rimediare all’errore con qualche gol. Poi ovviamente deve farsi trovare pronto al prossimo intervento. È un ruolo che si basa sull’istinto”.

È questa la Lazio di Pioli?

“Lo conosco poco, ma sicuramente il buon momento della Lazio è merito suo. In una piazza come Roma, al primo anno è riuscito a superare le polemiche e a trasmettere tranquillità all’ambiente”.

Ti sembra una squadra completa?

“Per questa stagione credo che non manchi nulla. Ha avuto problemi in difesa all’inizio ma non vedo grandi lacune in organico. In attacco ora c’è solo Klose come prima punta ma non è sembra un problema. In coppa non sarà semplice, il Napoli nelle partite secche ha sempre dato il meglio. Lo vedo più favorito. In campionato invece può fare addirittura più punti della Juventus che prima o poi visto l’ampio vantaggio mollerà la presa per concentrarsi sulla Champions”.

A Cagliari ci sarà il fattore Zeman…

“Non so a chi convenga il fattore Zeman (ride, ndr). Non sono un estimatore del boemo. Quando nel calcio si prendono sempre troppi gol c’è qualcosa che non va. Ho visto la partita di Milano e la squadra non mi è sembrata molto pericolosa in avanti. In difesa invece l’ho vista in grande difficoltà e con un atteggiamento non consono ad una squadra che deve salvarsi. Sulla carta non c’è partita ma la Lazio dovrà stare attenta all’episodio. Se il Cagliari dovesse segnare per primo allora la gara potrà complicarsi. Altrimenti i biancocelesti hanno talmente tante armi che può far gol in ogni azione”.