Flop di Lazio-Udinese - Ciao Core

26.09.2014 10:00 di Luca Capriotti Twitter:    vedi letture
Fonte: Luca Capriotti
Flop di Lazio-Udinese - Ciao Core

Quattro partite 3 sconfitte. Ciao Core.
Un minuto e 56 secondi del primo tempo.  Novaretti stende Thereau. “Questa la perdemo”.
Quindici minuti più tardi. Novaretti prende il giallo. “Stiamo diventando come il Torino”.
Ciao core.
C'ho il subconscio in subbuglio. So turbato, dottore, qualcosa non va. Ho spaccato di nuovo il televisore. 
I punti, Pioli. Facce fa i punti.

TOP
Se gioca dai. Mica diciamo sul serio. 

… Felipe Anderson? Un pochetto?  Vabbè dai. Ubriachiamoci. (Di Flop)

Give me FLOP and tonic

“Io laddietro mi fido solo di Braafheid” – Iniezione di fiducia al fischio d’inizio.
“Ma Keita quando entra?” – Fiducia che cresce col passare dei minuti.
“Ma Mauri, quando entra?” – Fiducia che raggiunge picchi incredibili, perché il gioco c’è, e si vede.
“Ma Klose, quando entra?” – Ah. C’era.

Thereau - Non è un problema che ci hai segnato, non sei er primo, non sarai l'ultimo. Ma quella cosa che fai quando esulti. Andatevela a vedere. Quella cosa con le dita separate. Quella cosa COME FAI A FARE QUELLA COSA PORC##@#]@@#". Primi cedimenti. La scarpa liscia il televisore, fa fuori er quadro di nonna.

Il Bel Gioco –Siamo come l’Olanda”.Perdiamo, ma come giochiamo”. “Non giochiamo così da quando c’era Piola”. “Non famo gol, ma guarda quanti passaggi, che idee di gioco, quante azioni da gol”.
Ao, siamo come il Portogallo, spuntati con Nuno Gomes ma frizzanti”. “Abbiamo perso a Genova ma che primo tempo ragazzi”. "Siamo come la Pergolettese, magari non andiamo in Champions ma che Bel Gioco". 
 A noi del Bel Gioco. Non ce ne frega un ca@##. Punti Punti Punti.

Rocchi – Abituato a fare le multe come un ausiliario del traffico in status sentimentale Incarognito Cronico, si ritrova a conquistare la fiducia e la stima dell’Olimpico incidendo pesantemente sul ritmo del match, riuscendo nell’ammirevole impresa di far disputare 6 minuti di gioco effettivo, elargire ammonizioni (alla Lazio), elargire occhiatacce gratuite (alla Lazio),  come se stesse arbitrando in una bolgia avversa serba e dovesse preserva la pellaccia favorendo la squadra di casa (NON LA LAZIO). Arbitraggio monocolore, che in politica non vuole dire più niente. Ma sul campo dice la sua. Poi, lascia sta. Per noi non è un problema. A noi, a casa nostra, tutti ce fanno un pentapartito de prepotenze. Col mio amico Filip in panchina.

Le prepotenze – Quando non ce le fanno gli altri, se le famo tra di noi, come Marchetti che stende Cana, approfittando di un attimo di distrazione di Lorik. Donne in apprensione, sospiri, isterismi. Si rialza dopo due secondi, con il collo storto, ma si rialza dopo due secondi. Due ere geologiche il tempo medio per riaprire gli occhi a terra di un giocatore dell’Udinese al minimo contatto.

Le prepotenze – Romoletto risponde come può: fa a pizze a destra e a manca, come se non ce fosse un domani e un’altra partita da giocare. Come se tutto si riducesse ad una partita, come se potesse influenzare il suo e il nostro  umore per giorni e mesi, come se il pensiero di aver regalato 3 punti a Stramaccioni non venisse a stracciarci il duodeno perfino nei momenti più belli e cari. Si prende il giallo per spintonare l’avversario come al Goa. Noi le prepotenze a casa nostra non se le famo fa. L’abbiamo pensato tutti, a denti stretti, sportivi come non mai. Daje una cinquina. Apri sta cinquina. Dajela. Dajela! #RomolettoCapitano.
 

#Romoletto  Capitano – Però pure Lulic. Si prende il giallo perché, dopo aver disputato con Badu filosoficamente sul  fenomeno e il noumeno, je tira una bella pallonata al grido: “La bastarda!”

La Bastarda – Quel complesso sistema di violenza e ferocia che regola l’universale gioco della Tedesca: il portiere, stufo di passare il tempo a prendere pallonate e spallette, comincia a tirare pallonate a sua volta, al grido: “Se ti prendo vai in porta”, infliggendo perdite ingenti di denti e affini all’esercito di attaccanti. Lulic prende il giallo. E in porta, a prende pallonate, ce sta l’Udinese. A tira pallonate a destra e a manca, col sapore di un calcio antico. Palla in tribuna. Fallo. Perdita di tempo. Palla in tribuna. Fallo. Perdita di tempo. Svenimento. E noi, rimaniamo cosi. Altro che Bastardi. Semplicemente senza gloria.

Il nostro subconscio prenderà la forma di Brad Pitt, non in Bastardi senza gloria, ma in Fight Club. Prima regola del Fight Club. FAI I PUNTI. 

Senza Gloria – Però ammettiamolo per un attimo. Piris. La spazza Piris. Mauri. Gol. Piris, ci piace ricordarti così. Quando loro erano poco, e noi un po’ de più. Viviamo di ricordi.

Viviamo di ricordi – “Ti ricordi montagne verdi quando facevamo gol?”.
Viviamo di ricordi –Una volta mia nonna ha fatto gol”.
Viviamo di ricordi –Una volta c’erano le mezze stagioni signò”. (Pure mo, Pioli). I PUNTI.
Viviamo di ricordi – “Si stava meglio quando si stava catenaccio”.
Viviamo di ricordi – C’è stato un tempo in cui io credevo, che arruolandomi nel giornalismo, avrei girato il mondo. E fatto bene alla mia gente laziale. Fatto qualcosa di importante. In fondo a me, a me piaceva I PUNTI”.
C’era una volta la mia Lazio. C’era una volta a testa alta. C’era una volta e voglio che sia ancora.

“Abbiamo perso un’altra volta, amore”.
Dall’altra parte del telefono.
“Noooo e come stai”.
Sto come l’altra volta. E mi scappa da piangere.
Ancora tu. Ma non dovevamo perdere più. No segnare non è. Possibile. No segnare non è. Possibile.
(E tra le lacrime. Che solo da piange me viene. Il mio subconscio, che prenderà la forma di Dart Vader, sibila. Luke. Io sono tuo padre. Passa al Lato Oscuro della Forza.  Abbiamo i PUNTI”.
 
Stramaccioni – Forgiato nelle fucine mezze gialle e mezze rosse dell'Appio Latino, tra una Champions dei giovani e qualche fiasco qua e là si guadagna i galloni da Maestro Jedi del catenaccio. Squadra corta come una gonna in una notte magica, ferocemente arroccata a difendere l’area piccola, chiusa come le chiese quando ti vuoi confessare, chiusa come la porta loro e la porta nostra no. Che infatti poi il calcio è semplice semplice. Loro hanno vinto, noi no. Reja, perdonaci tutti.
Perdonaci tutti – Non lo vogliamo il calcio totale. Aridatece er catenaccio!
Perdonaci tutti – Fuck the Bel gioco.
Perdonaci tutti – Le stiamo a prende da tutti. Pure Cana. Lorik. Le ha solo prese. Perlopiù da Marchetti. Ma le ha prese. Qualcosa non va.

Qualcosa non va – Solo una scivolata a gambe unite, e basta. Ma che è, er Giubileo del 2000? Sicuro di sentirti bene?
Qualcosa non va – Manco il giallo. Un gesto di stizza piccolo piccolo, una testa spiccata dal busto. Niente.
Qualcosa non va –Mettijela sta mano, mettije sta mano in faccia a quello che je sta a fa come je pare, guarda come perdono tempo, apri sta cinquina Lorik, apri sta cinquina in faccia a Roc…”. E se ne va, si allontana dal luogo del potenziale delitto. E noi con lui, voltiamo le spalle a sto mondo infame. Tutti a prega co Gentiletti.

Gentiletti – Gentiletti nostro che sei nei nostri pensieri. Ti diamo oggi il nostro incoraggiamento quotidiano. Rimetti a noi i nostri complicati rapporti con Quello lassù, come noi li rimettiamo al triplice fischio in forma verbale mista gestaccio. Non ci indurre in tentazione di segnare. Ma liberaci dai punti. Amen.

FLOP (Altri? E che non ve bastano?)

Pioli – Rinunciare al mio amico Filip è tipo non uscire con la donna più bella del mondo perché non hai voglia (I PUNTI). Rinunciare al mio amico Filip è passare la sera con la donna più bella del mondo e guardarsi la punta delle scarpe (I PUNTI MISTER!). Rinunciare al mio amico Filip è diventare il migliore amico della donna più bella del mondo. Il mio amico Filip non è la donna più bella del  mondo. Però conviene che ce diventi miglior amico, mister. Conviene a tutti.

Entra Filip – Pillole di ferocia balcanica. Si  gira e tira. Si rigira e ritira. Fa a sportellate, si prende il centro dell’attacco e fa quello che deve. Sgomita, sgomita, sgomita co tutti. Dimostra al mondo che ce sta un assioma che cambiano le ere, cambiano le glaciazioni, cambia il mondo. Ma sto assioma non cambia. Er più grosso, da che mondo e mondo, da che oratorio a oratorio, da che paesello e paesello, da che campetto e campetto. Er più grosso viene sempre scelto per primo. Er più grosso deve giocà. Er più grosso, per chi non lo avesse capito, è il mio amico Filip.

E Basta? – Hai mischiato pure stavolta.
E Basta? – Hai offerto a Pioli?
E Basta? – Dai fratè, reggite. Te riportamo a casa.
E Basta? – Era collass… Infortunato.

“DAI I LANCIONI NO, I LANCIONI NO,NOOOO I LANCIONI NO!! (SVENIMENTO. ESTASI MISTICA. TRIPLICE FISCHIO, AVEMO PERSO. IL MIO SUBCONSCIO, CHE PRENDERA’ LE SEMBIANZE DEL MAGNOTTA

---- Ohh... ma io, io guarda Bontempi, questo è già un discorso che abbiamo fatto pure le altre volte, ma io che cosa c'entro co' questa cosa, io, io comprai la lavatrice da te e la pagai... Ma perché debbo tel... ma scuseme tanto signor cos', ma se io 'sta lavatrice nell'81, la presi e te la pagai, e…----

MI MORMORA ALL’ORECCHIO. I PUNTI. TE SEI SCORDATO UNA COSA. IL BEL GIOCO. GLI INFORTUNI. I PASSI INDIETRO. QUELLO CHE TE PARE. I PUNTI. DEVI FA I PUNTI.

P.S.

IL GIORNO DOPO - Ecco. Ecco come ci sentiamo. Come il giorno dopo, co quel saporaccio in bocca, come il giorno dopo 9 Long Island. Co quel saporaccio in bocca, e quel mezzo mal di testa di chi ancora non ha ben capito. Che manco una sbronza di bel gioco può far dimenticare una regola fondamentale del calcio, e delle serate. Non è la quantità di alcol, o di donne conquistate, che fa la serata, che fa il divertimento. So i punti. So i punti Pioli. So i puuunti. (Sbornia triste. L’autore della presente in lacrime sui divanetti di noto locale romano. I presenti un po’ turbati. “Ma ha perso di nuovo?”. “Si, avevano detto che st’anno ci divertivamo. Mi c’avevano fatto crede. Io c’avevo creduto. Poi Gentiletti. Poi De Vrij rosso. Poi Novar… Poi ma Klose dov’è, ma poi perché perché finisce sempre cosi, perché che alla fine I PUNTI PIOLI, I PUNTI”.