GARBAGE TIME - Andreas Andersson, braccia rubate all'hockey

31.08.2014 13:03 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
GARBAGE TIME  - Andreas Andersson, braccia rubate all'hockey

Montgomery nero, barba leggermente incolta, chioma rigorosamente bionda, modellata dal gel. Stile mod, molto brit. Andreas Andersson conserva lo stesso aspetto da studentello Erasmus, nonostante i 40 anni suonati. Si accomoda in postazione, con il telecronista di turno, per dispensare tutto lo scibile riguardo all'hockey su ghiaccio. Sì perchè l'ex pistolero senza pallottole dell'ultimo, triste Milan capelliano, ha trovato la sua ragione di vita: disco, caschetto e pattini. Un trinomio quasi magico, nella sua Svezia. Peccatto che in rossonero ha indossato gli scarpini e quella porta così grande, proprio non l'ha vista.

UN BOMBER PER DIMENTICARE - Chiudere un ciclo decennale con una stagione a rischio retrocessione è quanto di più mortificante possa accadere in una piazza abituata ai caroselli. L'annata 1996-97 rappresenta la fine dell'epopea di una delle corazzate più forti di sempre. Il primo Milan di Berlusconi, a firma Sacchi-Capello, si spegne all'improvviso. Niente Scudetto, niente qualificazione alle coppe europee, solo un'interminabile serie di delusioni con una squadra satura di pipperos provenienti d'oltreconfine. Parole fino a quel momento non presenti nel vocabolario del Cavaliere, sceso un paio d'anni prima in politica sfruttando anche l'onda d'urto di un Milan stellare. L'estate seguente lo sforzo sul mercato in entrata è ingente, il focus è sul reparto avanzato. Nel Berlusconi-pensiero, storicamente, l'acquisto di un bomber comporta un aumento del gradimento medio. Assioma scientifico.

BETTER THAN KENNETH - Dall'Ajax arriva il promettente Patrick Kluivert, da affiancare al leone africano Weah. Il secondo colpo è svedese, terra che campa di rendita calcistica dopo gli sfracelli del mitico trio Gre-no-lì. Il duo Braida-Galliani vola a Stoccolma e preleva per 3 miliardi di lire Andreas Andersson, superando la concorrenza della Roma. E' il bomber del Goteborg e il gioiellino della Nazionale, è stato eletto miglior giocatore del suo Paese dopo una stagione monstre da 32 gol in 39 partite. Profilo ideale per il nuovo Milan di Capello, in cerca di forze fresche dopo gli addii di un paio di totem come Baresi e Tassotti. Lo svedese sbarca a Milano, ritrova il suo amico e connazionale Blomqvist.Caso curioso, non viene presentato alla stampa, ma le sue prime dichiarazioni sono impregnate di spavalderia: "Voglio fare vedere a tutti che sono io il vero Andersson, e non Kenneth (che si dice fosse il vero obiettivo di Capello, ndr)". Il mister rossonero parla di "regalo ai tifosi", Andersson non sente la pressione dell'antenato Nordahl e si affida - ipse dixit - ai consigli dell'amico Blomqvist. Chi va con lo zoppo...

DALLA PALLA AL ...DISCO - Quel Milan pagherà a caro prezzo l'inevitabile ricambio generazionale: 2 punti nelle prime 4 partite. Il club di via Turati mostra al grande calcio le nefandezze di improbabili elementi come Nielsen, Ziege e Bogarde. Dell'angelo biondo neanche l'ombra. Il 5 ottobre i rossoneri vanno a far visita all'Empoli. Lo svedese gioca dal primo minuto e trova la rete decisiva. Il gesto tuttavia è assolutamente involontario e favorito dal maldestro intervento del portiere Pagotto. Il Milan centra la prima vittoria stagionale, ma resterà l'unico acuto dello svedese in tutta la stagione. Capello lo esilia in panchina, concedendogli spazio - con esiti insoddisfacenti - in Coppa Italia. Il bottino finale recita 13 presenze e 1 gol. La fortuna è che il Milan riesce a piazzarlo al Newcastle a gennaio per circa 9 miliardi di lire, realizzando una plusvalenza impensabile. La carriera di Andersson prosegue in Premier League. L'Aik, club svedese, lo riporta in patria nel 1999 sborsando la cifra record di 19 milioni di corone. Il biondo attaccante ritrova esultanze e Nazionale, ma un paio di terribili infortuni al ginocchio impongono il ritiro anticipato, nel 2005. Resta nei ranghi societari, all'interno dello staff tecnico. Poi la decisione di ritornare alle passioni giovanili, disco e caschetto. Braccia rubate all'hockey.