Garlaschelli: "Re Cecconi ha lasciato un vuoto inspiegabile". Regalia: "Gli volevamo tutti bene"

18.01.2018 16:59 di  Alessandro Menghi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Menghi - Lalaziosiamonoi.it
Garlaschelli: "Re Cecconi ha lasciato un vuoto inspiegabile". Regalia: "Gli volevamo tutti bene"

Ancora inspiegabile, piena di mistero e dolore la morte di Luciano Re Cecconi. Esattamente 41 anni fa se ne andò all'improvviso, strappato ai familiari, ai tifosi della Lazio e ai compagni di squadra. Tra gli amici di spogliatoio c'era pure Renzo Garlaschelli, altro eroe dello storico scudetto del 1974 intervenuto sulle frequenze di Lazio Style Radio per ricordare Cecco: “Era un Gattuso coi piedi molto più buoni, partecipava anche alla fase offensiva oltre che a quella difensiva. Ha fatto pochi gol, ma dava una mano davanti. Era un bravissimo giocatore, lo riconoscevi dappertutto con quella chioma bionda, era tra gli elementi principali del gruppo insieme a Pulici. In Nazionale è rimasto ai margini forse perché quella Nazionale aveva qualche problema. Aveva cambiato molto ed era entrata in un momento no nel 1974 dopo l’esclusione con la Germania. É stata fatta una piccola rivoluzione e poi comunque dopo i Mondiali del ’74 Luciano ha avuto poche opportunità perché se n’è andato solo un anno e mezzo dopo. Poteva dare ancora tanto, era nel pieno della sua carriera. Se lo vedevi correre ti spaventavi, aveva 28 anni quando ci lasciò ed era al top. Io della morte di Luciano l’ho saputo al telegiornale, ero stato uno degli ultimi a vederlo insieme a Ghedin. Poi, per staccarci da questo dramma facemmo un viaggio, una tournée in Qatar. Dovevamo andare avanti, nonostante fossimo tutti scioccati da quello che era successo. Cosa mi ha lasciato Luciano? Era simpatico, un ragazzo scherzoso, brillante e sincero. Ci ha lasciato un vuoto inspiegabile. Già dalla morte di Maestrelli era cominciato un disastro e poi, dopo la morte di Re Cecconi anche, non ci siamo più ripresi”. 

Anche l'ex dirigente e allenatore Carlo Regalia ha voluto ricordare Re Cecconi sulle frequenze di Lazio Style Radio“É la storia di un ragazzo eccezionale, alla Pro Patria lo avevo conosciuto a 16 anni quando io ero alla fine della mia carriera e già studiavo da allenatore. A me aveva fatto una grande impressione, lavorava col padre in officina, aveva dei principi sani e non potevi non volergli bene. Spinsi per prenderlo e alla fine ci riuscii. A poco a poco ha esordito in prima squadra e dove andava andava veniva sempre applaudito dagli avversari. Non era nato fuoriclasse, ma è diventato col tempo un calciatore importantissimo e ci avrei scommesso che si sarebbe affermato perché viveva per il pallone. Aveva le caratteristiche per giocare al fianco del fuoriclasse della squadra”.