IL DUELLO - La Lazio contro la paura di volare...

26.04.2015 11:30 di  Andrea Centogambe  Twitter:    vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it
IL DUELLO - La Lazio contro la paura di volare...
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Il sogno Champions comincia ad assumere le fattezze della realtà, l'allungo sulla Roma è lì che aspetta. Dopo la vittoria dell'Inter sui giallorossi, per la Lazio l'occasione è di quelle irripetibili, ghiotte, impossibili da ignorare. Una vittoria sul Chievo in un Olimpico più che mai colorato, vorrebbe dire staccare di tre lunghezze la squadra di Garcia. Significherebbe lanciare la volata a sei giornate dalla fine, scorgere il traguardo all'orizzonte senza l'ossessione di voltarsi per controllare le inseguitrici. Reduci dalla sconfitta di Torino con la Juventus, contro i clivensi i biancocelesti cercheranno di riprendere il filo delle otto vittorie consecutive. Non proprio quel che si definisce una corazzata, la truppa di Maran, e allora perché temere i vari Pellissier, Paloschi e Zukanovic? Perché nel dna della Lazio riposa un difetto atavico, che torna a galla nei momenti cruciali della stagione: l'esitazione a pochi passi dall'obiettivo, il timore reverenziale al momento del salto di qualità. Durante la gestione Reja sistematicamente la squadra mollava la presa sul più bello, con Petkovic la musica non è cambiata. E con Pioli? Le sconfitte rimediate a Empoli e Cesena sembravano ricorrenze annuali, i soliti rimpianti che a fine campionato ti tormentano per settimane. Ma d'un tratto la storia è mutata, una mentalità vincente ha varcato i cancelli di Formello. Zio Edy e Vlado s'erano ritrovati a rincorrere l'Europa che conta con una rosa decimata dagli infortuni e logorata dall'Europa League, Pioli non ha avuto l'impegno settimanale ed è riuscito a fronteggiare gli infortuni in maniera ottimale ogni qualvolta la malasorte si è abbattuta sulla sua creatura. Sarà così anche oggi, quando in tribuna siederanno de Vrij, Parolo e Biglia, tre pilastri della Lazio versione 2014/2015. Per l'occasione verrà rispolverato Cristian Ledesma, uno abituato a caricarsi sulle spalle ambizioni e responsabilità. Uno che la Champions l'ha giocata nella stagione 2007/2008 sotto la guida di Delio Rossi, uno che antepone il bene della squadra alle preoccupazioni per un contratto in scadenza. Prima il simbolo che si porta sul petto, solo dopo il nome che c'è dietro. La ricetta segreta di Pioli è questo gruppo che si muove e ragiona come un sol uomo, dove l'unità d'intenti fa da collante e propulsore. La storia recente della Lazio può essere accantonata per un attimo, nessuno ha paura di volare.