Indagine 'Fuorigioco', sotto accusa le cessioni di Foggia e Sculli. L'avv. Gentile: "Abbaglio della Procura"

21.04.2018 13:15 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Gianluca La Penna-LazioFamily.it
Indagine 'Fuorigioco', sotto accusa le cessioni di Foggia e Sculli. L'avv. Gentile: "Abbaglio della Procura"
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© foto di Federico Gaetano

La Lazio finisce ancora in tribunale, questa volta nel mirino le operazioni riguardanti le cessioni, in prestito con diritto di riscatto (mai esercitato successivamente, ndr), di Pasquale Foggia e Giuseppe Sculli, avvenute tra agosto 2011 e gennaio 2012 rispettivamente con Sampdoria e Genoa. L'indagine 'Fuorigioco' tocca 60 imputati tra club, agenti e calciatori, il dibattimento è incardinato davanti al Giudice Monocratico di Napoli, Sandro Ciampaglia, titolari dell'accusa i pm Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri.  “Il presidente Claudio Lotito deve rispondere  di presentazione di una dichiarazione infedele – ha spiegato ai microfoni di LazioFamily l'avvocato Gian Michele Gentile – Ma a nostro avviso non c'è nulla di illegale, la procura ha preso un abbaglio anche perché, quando si trasferisce un giocatore, lo stesso tratta il compenso con il club acquirente, ovvero tra il club cedente e il calciatore non avvengono contrattazioni sul tema del compenso. Inoltre, abbiamo presentato istanza di incompetenza territoriale in base ad una recente pronuncia della Cassazione la quale, in materia di reati fiscali, afferma che 'i reati fiscali si consumano nel luogo di presentazione della dichiarazione', che nel nostro caso ovviamente non può essere Napoli”.

L'ACCUSA - "In queste due trattative la Lazio ha usufruito dei servigi di Alessandro Moggi, fatturando allo stesso un totale di 140mila euro. Secondo l'accusa l'agente, che formalmente non rappresentava i due calciatori ma agiva come se lo fosse, non avrebbe dovuto fatturare alla Lazio ma al giocatore stesso, da questa pratica per i pm sarebbero derivati i seguenti vantaggi: la Lazio avrebbe avuto un costo per operazioni non esistenti, detraendo lo stesso dall'imponibile e pagando meno tasse; il giocatore, che in realtà avrebbe dovuto pagare il propri procuratore, risparmiando questi soldi avrebbe usufruito di un 'fringe benefit' non dichiarandolo; l'agente avrebbe incassato per un'operazione alla quale avrebbe dovuto partecipare come rappresentante del calciatore e non della società cedente  - precisa ancora Gentile – Per noi invece la Lazio non ha commesso alcun reato nel servirsi di Alessandro Moggi, stiamo parlando in realtà di un'operazione soggettivamente inesistente".

I PROSSIMI PASSI -  "Il 31 maggio il giudice scioglierà la riserva sulla competenza territoriale, quindi eventualmente si partirà con l'ammissione delle prove – sottolinea. Sottolineo che in un processo unico si trattano 30 operazioni di mercato tra loro distinte, sono fatti del 2011 che prevedono la prescrizione dopo 7 anni e mezzo, dobbiamo iniziare il primo grado di giudizio, faccia un po' lei... (sorride al telefono, ndr)".