Maestrelli, nipote del Maestro: "Orgoglioso di portare il nome di mio nonno, per Chinaglia era come un padre"

22.09.2016 16:34 di Claudio Cianci   vedi letture
Fonte: Claudio Cianci-Lalaziosiamonoi.it
Maestrelli, nipote del Maestro: "Orgoglioso di portare il nome di mio nonno, per Chinaglia era come un padre"

La famiglia Maestrelli è legata a doppio filo al mondo del calcio e alla storia della Lazio. Tommaso Maestrelli, storico tecnico che ha guidato i capitolini alla vittoria del primo scudetto, è uno di quei personaggi che non saranno mai dimenticati dal popolo biancoceleste. E la passione per il calcio viene tramandata da padre in figlio, in questo caso da nonno a nipote. Sì, perché il nipote dell'ex tecnico laziale, il figlio di Massimo Maestrelli, porta proprio il nome del nonno e condivide con lui la passione per il calcio. Tommaso Maestrelli, dunque, è intervenuto ai microfoni di Radio Olympia: "La Lazio ha sempre rappresentato un qualcosa di importante per tutta la mia famiglia. Ero in campo, piccolissimo, il giorno del centenario ed ho sempre sentito tanti racconti sulla squadra che con mio nonno in panchina ha vinto lo scudetto. So che nonno faceva anche da padre per tanti calciatori. Soprattutto per uno: Chinaglia. In questi anni tanti giocatori che lui ha cresciuto mi hanno seguito. Su tutti Pino Wilson e Giancarlo Oddi che è stato anche mio allenatore. Giocare nella Lazio sarebbe un sogno. Sono tifoso biancoceleste, anche se adesso, giocando la seguo meno, ma pensare di avere un altro Maestrelli con la maglia biancoceleste sarebbe un'emozione grandissima. Portare quel nome e quel cognome per me é sempre stato un vanto e non un peso. Dovunque sono andato ho sempre ricevuto tanta stima e complimenti segno che mio nonno ha lasciato il segno nel mondo del calcio. Gioco mezz'ala nel Racing Roma e spero di riuscire a realizzare anche solo la metà di ciò che ha fatto in carriera mio nonno. Domenica non dovevo giocare perché venivo da un infortunio, tanto che ho detto a mio papà Massimo di non venire fino a Pontedera. Lui non si è mai perso una partita. É sempre venuto dappertutto per seguirmi. Anche ad Olbia. Poi due ore prima di scendere in campo mister Giannichedda mi ha comunicato che avrei giocato e alla fine sono riuscito a fare goal. Papá si é arrabbiato tantissimo perché voleva esserci. Ieri ho sentito mio cugino Andrea che ha segnato su punizione contro la Lazio Primavera. Ci siamo fatti entrambi i complimenti".