Paparelli, l'ennesima scritta della vergogna: "Spengo la luce e accendo il razzo" - FOTO

Pubblicato il 03/06 alle ore 11:55
04.06.2017 07:02 di  Antoniomaria Pietoso  Twitter:    vedi letture
Fonte: Antoniomaria Pietoso - Lalaziosiamonoi.it
Paparelli, l'ennesima scritta della vergogna: "Spengo la luce e accendo il razzo" - FOTO

"Spengo la luce e accendo il razzo". Trentotto anni dopo quel maledetto 28 ottobre 1979, in cui Vincenzo Paparelli morì prima di assistere al derby tra Lazio e Roma ucciso da un razzo sparato dalla Curva Sud, ci troviamo davanti a scritte vergognose contro il tifoso biancoceleste. A rendere pubblica l'immagine dello scempio, messo in atto a via Herbert Spencer al Collatino, è stato il figlio che in questi lunghi anni di dolore ha dovuto sopportare scritte, striscioni e cori reagendo sempre con forza, coraggio e dignità. Dignità che invece non ha chi pensa che scrivere queste cose sia divertente o che sia simbolo di un tifo. Ecco, questo è quanto di più lontano dalla realtà e va condannato. La scritta cita, almeno in  parte, la coreografia della Nord del derby del 30 aprile che invitava i tifosi giallorossi a dormire con la luce accesa per evitare gli incubi che in questi anni gli ha fatto vivere sul campo la Lazio. La scritta, misera e ingiustificabile, si inserisce in tutte le polemiche post derby e deve avere lo stesso impatto mediatico delle bambole gonfiabili con la maglia della Roma appese, di cui tanto si è discusso, al Colosseo. Qui non c'è un'ironia che può essere letta male, qui c'è solo la voglia di fare del male e di ricordare uno degli episodi più brutti della storia del calcio e della nostra città. La famiglia Paparelli meriterebbe rispetto per quanto ha vissuto. Gabriele ha voluto anche togliersi qualche sassolino dalla scarpa perché nel suo status ha punto anche Alessandro Antinelli, conduttore della Domenica Sportiva, che sui social è stato tra i più vivaci critici dei manichini di via degli Annibaldi e che il 26 maggio aveva nuovamente attaccato la tifoseria laziale su Twitter per aver scritto sulle mura del Verano nel giorno dell'anniversario della conquista della Coppa Italia. Peccato che lo striscione fosse di carta e quindi facilmente rimovibile, al contrario di questa scritta. Gabriele Paparelli, come spesso è accaduto in tanti (troppi) episodi ha scelto l'ironia: "Ma dico io... ma si può sporcare un muro con una bomboletta spray???? Almeno la potevano scrivere su carta!!!!". Solidarietà e vicinanza a lui e a tutta la famiglia di Vincenzo sperando che questo sia solo l'ultimo capitolo di questo macabro e incivile spettacolo.  E sarebbe corretto che anche i media esteri riportassero quanto è successo. È vero, sullo sfondo non c'è il Colosseo a rendere notiziabile e iconografico l'accaduto. Ma siamo a Roma e qui la morte - quella vera - c'entra eccome. Vergogna.