Pioli family e la mamma allenatrice: "Li ho cresciuti a pane e calcio"

17.04.2015 08:29 di  Claudio Cianci   vedi letture
Fonte: Claudio Cianci- Lalaziosiamonoi.it
Pioli family e la mamma allenatrice: "Li ho cresciuti a pane e calcio"
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© foto di Federico Gaetano

I segreti delle otto vittorie consecutive e del sorpasso sulla Roma si celano dietro un piccolo pezzetto di terra nella Pianura Padana, precisamente a San Polo Torrile, a dieci chilometri da Parma. Sono qui che si possono trovare le radici del compositore di questa sinfonia chiamata Lazio: Stefano Pioli. Nonostante la sfida contro la Juventus possa mettere paura a chiunque, in questo angolo di Emilia non c’è nessun timore reverenziale. Papà Pasquino e Mamma Luisa sono nati e vivono per il gioco del calcio, anche adesso che hanno passato la settantina. E sanno che una partita di pallone è gioia, divertimento, spettacolo, mica ansia o preoccupazione. Non potrebbe essere altrimenti, con tre figli calciatori (Leonardo, Stefano e Danilo) successivamente diventati allenatori. E ora in campo ci vanno i nipoti, e loro, i nonni, sono sempre dietro: li seguono, tifano, li sostengono. Quella dei Pioli è una dinastia che si riconosce in un solo credo: il calcio.

RICORDI – “ll più bravo era Leonardo, ma ha avuto brutti infortuni e non ha fatto la carriera che meritava”, afferma la signora Maria Luisa. Le categorie minori, la provincia e i gol. Tanti gol:” Ne ha segnati più di cento e giocava libero. Ma le sue punizioni erano micidiali”. Ricorda tutto molto bene mamma Pioli, che non si è mai persa una partita dei suoi figli. Come riporta La Gazzetta dello Sport, Leonardo (classe 1964) fa l’allenatore del Piccardo&Savorè: ha appena vinto il campionato di Prima Categoria, ricevendo i complimenti proprio da suo fratello Stefano, che sa molto bene quanto sia difficile raggiungere certi traguardi: “Io e mio marito ci dividevamo: uno portava all’allenamento Leonardo e l’altro portava Stefano, che è di un anno più giovane. Stefano aveva, e ha ancora, un carattere simile al mio: non molla mai, combatte, lotta, incassa le delusioni e le sconfitte e si rialza subito. Un giorno andammo a fare un provino al Bologna, era l’inizio degli anni Ottanta - spiega mamma Luisa - Stefano marcò Mancini, e non gli fece toccare il pallone. Il selezionatore, a fine partita, mi disse che voleva rivedere Leonardo, perché secondo lui poteva fare carriera, mentre Stefano non gli interessava. ‘Smetterà presto, non ha qualità’, sentenziò. Io lo raccontai a mio figlio e sapete che cosa mi rispose Stefano? ‘Di’ a quel signore che io arrivo in A’. Ci è arrivato". Tenace ai limiti della testardaggine, ma anche educato, riservato e poco amante dei riflettori. Forse proprio questo è stato il suo limite, o la sua fortuna: dipende dai punti di vista. Pioli non ha mai pensato di farsi pubblicità, mettersi in mostra o a frequentare i salotti del pallone. E probabilmente questa è la ragione per cui, da allenatore, è arrivato un po’ tardi nell'Olimpo. D’altronde, il massimo che si concede d’estate è una passeggiata al Tennis Club Parma, un tuffo in piscina, quattro chiacchiere con gli amici e poi una pizza con tutta la famiglia. C’è chi, con una carriera decisamente meno importante della sua, si atteggia molto di più, ma è questione di carattere: "Stefano pensa al lavoro e non alle parole”, conclude mamma Luisa.

TUTTO NASCE DA PRATI BOCCHI – Questa storia di calcio nasce in un quartiere a ovest di Parma, precisamente della zona di prati Bocchi. Papà Pasquino, che per mandare avanti la famiglia lavorava alle poste e poi faceva il muratore, portava i figli alla Coop Nord Emilia, una società sportiva che aveva la sede vicino a casa: “Allenavo la squadra di Stefano, l’annata 1965. Lui faceva lo stopper, era già molto bravo. E sapete chi era il mediano davanti alla difesa? Michele Pertusi, il cantante lirico. Abbiamo vinto due campionati in una stagione sola: giocavamo al sabato il torneo Uisp e la domenica quello Csi. Eravamo fortissimi”. Poi Stefano venne scelto dal Parma e lì incontrò un Maestro: “Bruno Mora è stato un fenomeno- prosegue mamma Maria Luisa - Io seguivo gli allenamenti in Cittadella, Mora spiegava ai ragazzi come calciare il pallone, come stopparlo, come smarcarsi. Era uno spettacolo. Ecco, quando dicono che il calcio italiano deve migliorare, io saprei che cosa fare: mettete bravi allenatori nei settori giovanili, è lì che si formano i campioni”. Pioli ha avuto una grande formazione calcistica: al Parma, prima di essere ceduto alla Juve per un miliardo, regalò una promozione dalla C alla B. Gol decisivo nell’ultima gara a Sanremo, sotto il diluvio. Era il 1984: "E’ passato tanto tempo, ma io non sono mica cambiata, sa?", dice ancora Maria Luisa. "Quando Stefano perde, appena mette piede in casa lo guardo di traverso. 'Mamma, hai già cominciato il processo? Che cosa ho sbagliato?', mi risponde Stefano. Il fatto è che pretendo il massimo, tutto qui". Già, e adesso che il secondo posto è stato raggiunto bisogna difenderlo con i denti: "Ma sono tranquilla, ai miei figli ho insegnato come si fa".