Pioli torna a Firenze, dove tutto ebbe inizio...

15.10.2014 09:05 di  Antoniomaria Pietoso  Twitter:    vedi letture
Fonte: Antoniomaria Pietoso - Lalaziosiamonoi.it
Pioli torna a Firenze, dove tutto ebbe inizio...
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Stefano Pioli è pronto a tornare a Firenze, città che ha segnato e cambiato la sua carriera. In Toscana Pioli ci è rimasto dal 1989 al 1995. Sei stagioni in cui l'ex difensore ha collezionato 154 presenze e 1 gol, cinque campionati in A ed uno in B (vinto). Come riporta l'edizione odierna de Il Corriere dello Sport, la Fiorentina, a conti fatti, è stata la sua ultima squadra perché poi con Padova, Pistoiese e Fiorenzuola è cominciato lo scivolo verso la periferia dell’impero e la fine della carriera. È stato allenato da Claudio Ranieri, Gigi Radice, Bruno Giorgi, tutti tecnici che lo hanno influenzato e gli hanno dato qualcosa. Ha avuto come compagni stelle del calibro di Baggio e Batistuta, tormentati talenti come Effenberg e Lacatus, ma anche onesti mestieranti come Fiondella e Volpecina. Tante le curiosità del suo periodo in viola che lo hanno formato. Dopo alcuni mesi i compagni della Fiorentina iniziarono a chiamarlo 'petto di pollo', per il modo di correre, a schiena dritta, tutto impettito; posa innaturale per un difensore. Gli anni passarono, il soprannome sfumò, ma Firenze gli è rimasta dentro. Quando arrivò alla Fiorentina, dal Verona, si sposò, a 24 anni, con Barbara (si conoscono dai tempi della scuola) e durante il periodo viola sono nati i figli, Carlotta e Gianmarco. Non solo gioie, ma anche dolori perché con la maglia viola si ruppe i legamenti.  Accadde il 17 aprile 1990 durante la semifinale di ritorno di Coppa Uefa contro il Werder Brema, si giocava a Perugia. Pioli uscì in barella dopo appena sette minuti di gioco. Un’altra volta, contro il Bari, Protti tentò la rovesciata e gli centrò una tempia. Per qualche secondo il cuore smise di battere. Pioli è pronto a tornare a Firenze, città dove è maturato calcisticamente e dove ha capito che il suo futuro sarebbe stato da allenatore. Il giocatore chiedeva consigli, restava ore ad ascoltare i suoi maestri e pensava più alla squadra che ai suoi movimenti. Domenica tornerà al Franchi e per lui non sarà una gara come le altre.