Mafia Capitale, il fallo da dietro su Totti di Fatto e Espresso

06.03.2015 12:22 di  Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: liberoquotidiano.it
Mafia Capitale, il fallo da dietro su Totti di Fatto e Espresso
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Si allargano a macchia d’olio i sospetti intorno all’inchiesta ‘Mafia Capitale’ che ha scosso la città di Roma negli ultimi mesi, coinvolgendo gli ambienti della politica, delle istituzioni e non solo. Stando a quanto si apprende da un capitolo del nuovo libro di Lirio Abbate e Marco Lillo "I Re di Roma. Destra e sinistra agli ordini di Mafia Capitale", infatti, anche il capitano Giallorosso Francesco Totti sembrerebbe essere coinvolto nella vicenda, tramite la società immobiliare di famiglia. A seguire pubblichiamo interamente la notizia riportata dal sito Liberoquotidiano.it:

Settantacinque mila euro al mese: tanto ha pagato il Comune di Roma dal 2008 ad oggi, a una delle società di Francesco Totti che ha "messo a disposizione" del Campidoglio 35 case in periferia per l'emergenza abitativa. A rivelarlo un capitolo del nuovo libro di Lirio Abbate e Marco Lillo "I Re di Roma. Destra e sinistra agli ordini di Mafia Capitale", appena uscito per Chiarelettere, nel quale gli autori raccontano dello spreco di denaro pubblico che c'è stato, e c'è (43 milioni l'anno), dietro i Caat, una parolina criptica che sta per Centri di assistenza abitativa temporanea, creati nel maggio 2005 dal consiglio comunale.  Precisando che "nessuno è indagato per queste storie", Abbate e Lillo raccontano di come siano stati attivati alloggi di emergenza in numerosi palazzi, quasi sempre in periferia, di proprietà dei soggetti che ne hanno richiesta dopo un apposito bando del Comune. Ebbene nell'elenco degli immobiliaristi consegnati dal pm Luca Tescaroli al Ros per le "concordate verifiche" c'è anche il residence della "Immobiliare Ten", amministrata dal settembre del 2009 da Riccardo Totti, fratello del capitano della Roma, e controllata indirettamente per l'83 per cento proprio dal fuoriclasse giallorosso, mentre il restante 17 per cento è diviso tra la mamma e il fratello stesso.

Holding di famiglia - La catena societaria a monte del palazzo di via Tovaglieri, zona Tor Tre Teste, scrivono Lillo e Abbate, è composta da tre società che fanno tutte riferimento al numero impresso sulla maglia del "Capitano": a valle c'è l' Immobiliare Ten, proprietaria dell immobile affittato al Comune; più su c'è invece l' Immobiliare Dieci che possiede - oltre al 100 per cento delle quote della Ten - anche altri due palazzetti (ora uniti in un unico stabile, ndr) in via Rasella, a due passi da via Veneto. Più su ancora c' è la holding di famiglia, la Numberten Srl: per l 83 per cento di Francesco Totti, per il 6,7 per cento del fratello maggiore Riccardo, amministratore di tutte e tre le società, e per il 10 per cento circa della mamma Fiorella Marrozzini. La società Immobiliare Ten del Capitano ha ottenuto dal Comune di Roma più di 5 milioni di euro in sei anni, per l' affitto di 35 appartamenti arredati in una zona dell'estrema periferia romana. Grazie al canone accordato dall'amministrazione, la società ha potuto realizzare negli anni utili interessanti: nel 2013 (ultimo bilancio depositato in Camera di commercio), 128.000 euro; nel 2012 addirittura 184.000. Il punto è che il grande affare di Francesco Totti con il Campidoglio è stato fatto grazie anche a un signore che oggi è in galera: Luca Odevaine, grande tifoso giallorosso e amico del capitano che addirittura fece pubblicare un necrologio nel 2005 in occasione della morte del padre del capo di gabinetto di Veltroni. 

Il bando vinto - Odevaine era indatti il presidente della commissione che doveva decidere chi inserire nella lista degli immobili a disposizione del Comune per l'emergenza abitativa. Il 27 settembre 2007, si legge nel libro "I re di Roma", l'Immobiliare Dieci Srl "spara" l'offerta: per l'affitto di via Tovaglieri chiede un canone annuale complessivo di 1 milione e 280.851 euro. In pratica Francesco Totti, o meglio, l'amministratore di allora che non era il fratello Riccardo - subentrato solo nel 2009 - ma il commercialista Adolfo Leonardi, chiede al Comune di Roma di pagare più di 3.000 euro al mese per ognuno dei 35 appartamenti del palazzo di Tor Tre Teste. Lo stesso giorno il Campidoglio fa sapere alla società che è interessato, ma a un "a un canone di locazione di 15 euro/mq per mese e 9,50 euro/mq per mese per i servizi gestionali pari a un canone annuo di 714.481 euro oltre Iva al 20 per cento (in tutto fanno 857.000 euro) di cui 437.437 euro oltre Iva al 20 per cento per le unità abitative e 277.000 e 44 oltre Iva al 20 per cento per i servizi di pulizia delle parti comuni (tre volte alla settimana), la portineria 24h, la pulizia al cambio inquilino e la manutenzione ordinaria". Il contratto, dalla cifra originaria di 857.000 euro, forse per gli aumenti automatici, sale poi a 908.000 euro l'anno. Un'enormità, fanno notare Lillo e Abbate, se si pensa che la società di Totti ha comprato l' immobile con un leasing, poco prima di affittarlo al Comune di Roma, e lo ha pagato 6 milioni di euro più Iva. In pratica, se il Campidoglio avesse acquistato a rate il palazzo invece di pagare la locazione e i servizi di portierato e pulizie alla società di Totti, avrebbe speso quasi la stessa cifra entrando, però, in possesso di un bene.

Contratto in-finito - Nonostante il contratto sia scaduto il 31 dicembre 2014, si legge sul Fatto Quotidiano, l'amministrazione capitolina continua a pagare anticipatamente ogni mese i 75.000 euro di affitto per le 35 unità immobiliari di questo palazzo di periferia. Case non proprio di lusso, come invece il prezzo lascerebbe presumere. La signora Elisa Ferri che abita con il marito e tre figli piccoli in un appartamento di 75 metri quadrati al primo piano denuncia agli autori del libro che ci sono "infiltrazioni in camera da letto, piove dal bagno di sopra, gli scarafaggi ci tormentano". "Quando siamo entrati qui era tutto in ordine con i mobili ancora imballati", racconta la signora. "Dopo sei anni e mezzo la situazione è ben diversa. La manutenzione è fatta male. Da un mese nella nostra camera da letto e nel bagno ci sono le infiltrazioni che vengono dall'appartamento del piano di sopra. Uno schifo! Non possiamo fare intervenire i nostri idraulici e siamo costretti ad aspettare quelli della proprietà". E ancora: "In realtà qui in via Tovaglieri non c'è nessuno della Immobiliare Ten di Francesco Totti. Siamo costretti a passare tramite il portiere che mi risulta lavori per una cooperativa (...)". "Non sappiamo nemmeno il cognome del responsabile con cui parliamo. Io - si lamenta Elisa Ferri con Lillo e Abbate - so solo che si chiama Stefano. Nonostante le promesse, però, a casa mia dopo un mese non è venuto nessuno, piove da sopra e la macchia si allarga a vista d' occhio. Anche l' ascensore è rimasto rotto per settimane questa estate senza che nessuno intervenisse nonostante la presenza di anziani. La casa è molto umida. Le pareti e i tramezzi sono troppo sottili e questo palazzo non è stato costruito per essere abitato ventiquattr' ore al giorno, ma solo per lavorarci". E come se non bastasse, "il Comune spende tanto per la bolletta elettrica. Inoltre siamo tormentati dagli scarafaggi. Io penso che Francesco Totti non immagini nemmeno in che situazione ci troviamo. Qui non lo ha mai visto nessuno. Pensi che nel palazzo si era diffusa la voce che aveva regalato tutto al Comune". In realtà non è così. La Immobiliare Ten, amministrata da Riccardo Totti, in questa storia si è comportata come una società che massimizza il profitto. Semmai è il Comune che ha fatto beneficenza al calciatore più ricco di Roma. Tra affitto e spese, gli appartamenti "ci" costano l'uno 2.161 euro di affitto al mese. Un canone degno del centro di Roma, non certo di Tor Tre Teste.