ESCLUSIVA - Caso Morrison, parla lo Squalo Jordan: "È un talento, con me al QPR fu impeccabile!"

Pubblicato ieri alle 13.20
02.12.2015 06:55 di Davide Capogrossi Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Caso Morrison, parla lo Squalo Jordan: "È un talento, con me al QPR fu impeccabile!"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La telenovela del genio ribelle. La parabola di Ravel Morrison ricorda un po' quella di Will Hunting, il ragazzo prodigio interpretato da Matt Damon nell'omonimo film. Abilità fuori dalla norma ma anche un passato turbolento e l'incapacità di migliorare le proprie relazioni interpersonali instaurando un cerchio di fiducia. È il leitmotiv della carriera da top player mancato del fantasista di Manchester, la scommessa estiva di Igli Tare. Prima dei litigi con i compagni a Formello e delle fughe nostalgiche in patria, Alex Ferguson aveva parlato di un talento mai visto primo. Ne sanno qualcosa al Loftus Road, nell'Hammersmith, nella parte occidentale di Londra. Il tempio del Queens Park Rangers. Il 19 febbraio 2014  Ravel Morrison si presentò con la solita valigia in mano alla corte di Harry Redknapp, un totem che ne ha visti passare parecchi di talenti sregolati. Morrison trascinò gli Hoops alla promozione in Premier League segnando 6 reti in 17 partite, uno dei momenti più alti della sua carriera professionistica.

PARLA LO SQUALO - La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva Joe Jordan, storico vice di Redknapp che ha allenato Ravel in quei 93 giorni di fuoco al Lotus Road: "Non conosco la verità su Morrison. Lui è stato al QPR solo 6 mesi in prestito, quando eravamo in Championship, la vostra Serie B. Non l'ho visto giocare alla Lazio, non so come si stia comportando in Italia". Joe Jordan è conosciuto da tutti come Jaws, lo Squalo. Un soprannome che gli fu affibbiato per la sua particolare dentatura (aveva perso gli incisivi superiori in vari scontri di gioco, ndr) e per un caratterino tutt'altro che soft. Per referenze citofonare Rino Gattuso, protagonista di un acceso diverbio con Jordan in un Milan-Tottenham di Champions League. Lo Squalo, dall'alto della sua reputazione da bad boy, non ha nulla da dire sui 4 mesi di Morrison in biancoblu: "Non ha mai avuto problemi all'interno dello spogliatoio con il QPR - prosegue l'ex attaccante - è andato tutto bene, fu impeccabile sia dentro che fuori dal campo. Segnò parecchi gol in quella parte di stagione. Lui ha grandi qualità, è un calciatore di talento ma non so come si stia adattando in Italia. Il suo ruolo ideale? Lui può giocare in diverse posizioni a centrocampo ma dipende dalle idee dell'allenatore riguardo il modulo e dal resto della rosa della Lazio".

LA QUESTIONE DELLA LINGUA - Al netto degli evidenti limiti caratteriali, Ravel Morrison si è completamente isolato all'interno dello spogliatoio biancoceleste. I rapporti con i compagni sono ridotti al minimo sindacale, i dissapori con Radu e Braahfeid hanno peggiorato il quadro. Il ragazzo non parla ancora una parola d'italiano, lo ha ammesso lo stesso Pioli a metà settembre in conferenza stampa. "Tevez ha giocato in Inghilterra senza mai parlare italiano" - aveva risposto via Twitter il buon Ravel. Quella della lingua in realtà è una questione fondamentale. Joe Jordan si trasferì al Milan nel 1981 ma il suo adattamento fu reso più agevole dall'intervento dei nuovi compagni di squadra: "Serve un po' di tempo - conclude Jordan - non è facile imparare la lingua in sei mesi. Quando sono arrivato a Milano, i miei compagni mi hanno aiutato molto non solo per quanto riguarda la lingua ma anche per adattarmi allo stile di vita italiano. È fondamentale. Sono stato 3 anni in Italia, è andato tutto molto bene sia in campo che fuori perché i calciatori del Verona e del Milan mi hanno aiutato molto. Mia figlia vive ancora lì, ha imparato la lingua, è molto contenta della sua vita a Milano. Quando ho tempo la vado a trovare...". Difficile invece incontrare qualcuno che ti tenda la mano quando diversi comportamenti irritano l'intero gruppo. Le prospettive sono tutt'altro che rosee, l'agente del giocatore è atteso a Formello nei prossimi giorni. L'addio a gennaio sembra cosa certa. E chissà che dietro l'angolo non ci sia un nuovo QPR, pronto a concedere a Will Hunting l'ennesima, ultima chance.