ESCLUSIVA - Il sindaco di Amatrice: "La Lazio ha regalato un sorriso, vinceremo contro il terremoto"

25.12.2016 07:10 di  Claudio Cianci   vedi letture
Fonte: Claudio Cianci- Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Il sindaco di Amatrice: "La Lazio ha regalato un sorriso, vinceremo contro il terremoto"

La paura, il crollo e la devastazione. Silenzio. Tutto in pochi, terribili, attimi. Il 24 agosto 2016 Amatrice e le zone limitrofe vengono colpite da un violento sisma che le costringe a ridursi in ginocchio. Il dolore e la disperazione hanno regnato sovrane, ma adesso c'è voglia di guardare avanti e di ripartire, perché nonostante tutto la gente di Amatrice è coriacea e forte. Dopo esattamente 4 mesi dal sisma la redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva il Sindaco della cittadina, Sergio Pirozzi, per chiedergli come procedono i lavori della ricostruzione.

Cosa ricorda di quel terribile giorno di 4 mesi fa?

"Pochissime cose, ho cercato di archiviarle. Rammento la porta d'ingresso del paese che non c'era più, di far chiudere tutte le condotte di metano, vista la puzza di gas presente. Di far aprire la diga del lago Scandarello. Non c'era più la luce sulla superficie dove atterravano gli elicotteri. La prima riunione dove invitammo le aree vicine ad Amatrice dove c'era stata la distruzione. Avevamo capito immediatamente che i problemi erano presenti anche nelle frazioni che venivano da Sommati fino a Saletta. Ricordo questo, poi ovviamente portiamo dentro di noi il ricordo degli amici e delle persone. Questo è il primo flash che ricordo".

Quali sono i passi in avanti che ci sono stati ad Amatrice?

"Di passi in avanti ce ne sono stati, c'è una situazione che si evolve. Ma c'è sempre stata una certezza: quella dell'essere umano. Senza quella non parlavamo di niente. Oggi c'è una nuova Amatrice, che dovrà diventare ancora più moderna. Le prime case si stanno costruendo, c'è l'aria food, si sta costruendo la nuova scuola che verrà eretta su quella provvisoria. Il liceo scientifico diventerà il liceo scientifico, sportivo, turistico ed internazionale con annesso convitto. C'è un'evoluzione continua. L'unica certezza che c'è stata sempre in questi quattro mesi è stata la presenza dell'essere umano".

Come si festeggerà il Natale ad Amatrice?

"Ogni Natale è diverso, mi auguro che torni Babbo Natale del 1946, il miglior Babbo Natale degli ultimi 70 anni. Era quello di un'Italia che usciva da una guerra Mondiale e da una distruzione. Portò quella speranza per far sì che l'Italia si potesse rialzare e diventare una grande nazione. Mi auguro che venga quel Babbo Natale. Io ti dico quello che provo, non vedo l'ora che si vada avanti nelle cose nuove. Noi siamo rimasti in 1020, qualcuno sta nelle strutture alberghiere. Alcuni sono andati a Sharm El Sheik, alcuni saranno ospiti del Comune di Lignano Sabbiadoro per Capodanno. Tutti possono fare ciò che vogliono, noi saremo qui sia a Natale che a per l'ultimo dell'anno. Dopo il 30 abbiamo barcollato molto, però crediamo che questo territorio tornerà a splendere".

Cosa ricorda del giorno in cui la Lazio è venuta nel suo Comune?

 "La Lazio ha avuto un grande merito: quello di portare il sorriso ai bambini. Quel giorno quando venne la Lazio vidi negli occhi dei bambini l'allegria. Quello è il dono più grande che è stato fatto alla mia comunità strappato in un momento difficilissimo. Sarò eternamente grato al club".
 
Quali saranno le future iniziative per non far dimenticare la tragedia che ha colpito il centro Italia?
 
"Non faremo dimenticare nulla, se molti si dovessero scordare di Amatrice significherebbe che non hanno capito nulla. La politica ha il compito di stare vicino a chi soffre. Non si spegnerà nulla. Spero che a primavera partano i lavori per il nuovo campo sportivo che sorgerà sulle ceneri del vecchio. Il palazzetto dello sport sarà messo in piedi in tempi brevissimi. Credo che lo sport sia fondamentale nelle nostre aree. La gente qui è abituata a sudare ed è consapevole che dopo una sconfitta c'è sempre una vittoria, grazie anche alla solidarietà e all'aiuto di tantissime persone. Il mondo del calcio si è unito tantissimo alla mia comunità, non solo le società ma anche le tifoserie".
 
Magari farete altre iniziative con la Lazio...

 
"Vedremo, Lotito si sa che è una persona estroversa. Ho un grande rapporto con lui, che nasce addirittura prima della sua nomina a presidente della Lazio. Ama questi luoghi, qui ha la sue radici e quelle della sua famiglia. L'ho visto parecchio commosso. Tiene a questa terra, tutto ciò che metterà in campo non lo farà per pubblicità ma perché è realmente legato a questi posti".
 
Le reazioni di giocatori di fronte alla distruzione che cosa le hanno lasciato?
 
"A me quel giorno mi ha colpito la maglia: dietro la divisa c'è una tifoseria, un'identità e un senso di appartenenza. I calciatori, con il massimo rispetto, vanno e vengono, ma la maglia resta. La divisa rappresenta la storia di un popolo e conservo gelosamente la divisa della Lazio, così come quelle delle altre società calcistiche".
 
Vuole lasciare un messaggio agli abitanti di Amatrice per questo Natale?
 
"I miei abitanti sono tosti, è gente da campo in terra. Sanno che per giocare su questi campi bisogna mettere gli scarpini a sei tacchetti. Non puoi metterti le scarpe colorate e tacchetti non idonei. La gente sa che per vincere questa partita bisogna stare nel fango, ruspando il campo. Come quando non c'erano campi sintetici".

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