ESCLUSIVA - La Lazio e il dilemma del 'nuovo' vecchio macchinario: rivoluzione o restaurazione?

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Rivoluzionare lo staff e rimodernare l’impianto sanitario. Quella che sembrava una mission possible si sta trasformando in un enorme buco nell’acqua. Sembrerebbe che la Lazio abbia intenzione di investire in macchinari sanitari per effettuare ecografie e risonanze magnetiche. In realtà, la società si è limitata a rispolverare – letteralmente – un macchinario lasciato in disuso nei propri magazzini. Stando a quanto raccolto in esclusiva dalla nostra redazione, infatti, la società biancoceleste è intenzionata a recuperare un'apparecchiatura utilizzata addirittura negli ultimi anni della gestione Petrucci, poi messa in disuso dai dottori Bianchini, Lovati e Salvatori -. La domanda viene da sé: perché un macchinario del genere è stato abbandonato quando invece si sarebbe potuto approfittare di tale investimento? Risposta è drammaticamente scontata: le ecografie sviluppate da questo strumento sono superficiali, non vanno a fondo nelle diagnosi. Con il rischio di scambiare un blando affaticamento per una lesione muscolare, ad esempio. Inoltre, possedere un impianto del genere nel centro sportivo di Formello - e poterlo utilizzare - va incontro ad alcuni impedimenti di tipo burocratico: se il macchinario esegue semplici ecografie non necessita di un certificato ASL, cosa invece essenziale qualora sviluppasse TAC e risonanze. E, come se non bastasse, per leggere un'ecografia e avere un corretto responso servirebbe un ecografista, figura quindi che diverrebbe imprescindibile a Formello, così come in ogni clinica in cui si svolgono esami del genere. Tuttavia, il problema resta: di fronte a un sistema ecografico obsoleto, perfino un buon ecografista finirebbe per mettersi le mani tra i capelli.

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