ESCLUSIVA - Ruben Sosa: "Lazio e Inter squadre del mio cuore, ma domani vince..."

20.12.2014 10:38 di Davide Capogrossi Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Ruben Sosa: "Lazio e Inter squadre del mio cuore, ma domani vince..."
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© foto di Federico Gaetano

Domani alle 17:45 locali, un televisore di Montevideo sarà sintonizzato su Inter-Lazio, potete giurarci. Ruben Sosa non ha mai dimenticato i due amori della sua vita. Esplose nella Lazio di Calleri a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta, il suo addio fu contrassegnato dalla disperazione dei tifosi che riuscirono a consolarsi solo con i gol di Beppe Signori. Il funambolo uruguagio indossò quindi la casacca neroazzurra, il suo sinistro magico fece innamorare ben presto anche i tifosi dell'Inter. Oggi vive nella sua Montevideo, gestisce una scuola calcio e si gode la sua splendida famiglia. A proposito, suo figlio di 10 anni prova ad imitare papà, il suo sinistro non è niente male. "Ma quando lo sfido vinco sempre io" - giura El Principito, che non ha mai smesso di seguire le vicende di Lazio e Inter, avversarie nel big match di S. Siro. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva proprio Ruben Sosa alla vigilia del posticipo che vale un posto in Europa.

Come procede il lavoro con la tua scuola calcio in Uruguay? "Benissimo, adesso siamo in vacanza, tra venti giorni ricominceremo tutte le varie attività".

Domani c'è Inter - Lazio, la sfida dei tuoi ricordi. "Ho visto giocare entrambe le squadre, credo che la Lazio in questo momento come squadra sia in una forma migliore rispetto all'Inter. I neroazzurri cercano di vincere ma stanno facendo fatica, la Lazio invece mostra un gioco solido e tranquillo, vince  con continuità".

E chi è la favorita di Ruben Sosa? "L'Inter è una delle squadre del mio cuore, la Lazio mi ha fatto conoscere l'Italia, è stata importante perchè ero un ragazzo e mi ha dato la possibilità di giocare nel vostro Paese con continuità. Che vinca il migliore, vorrei vincere con entrambe le squadre (ride, ndr)".

L'Inter ha ritrovato Roberto Mancini, può rivoluzionare la stagione dei neroazzurri? "E' stato un ritorno un po' inaspettato, l'Inter stava andando male. Adesso deve sistemare un po' tutto, è un grande allenatore e ha guidato squadre molto forti. Per me deve far bene, deve finire questo campionato per poi organizzare al meglio il prossimo".

La Lazio invece può ambire al terzo posto? "Secondo me se continua così può tornare in Champions League. L'ho vista giocare in un paio di partite, è un'ottima squadra, ben messa in campo, gioca bene e punta sempre all'attacco. Ha un centravanti molto valido, credo che ce la possa fare a raggiungere il secondo o terzo posto".

Capitolo Gonzalez: nei giorni scorsi ha dichiarato  in un'intervista che potrebbe cambiare aria. "El Tata è un ragazzo di cuore, non cerca la grande giocata o il gol, corre molto in mezzo al campo. E' alla Lazio da tanti anni, l'ho visto l'anno scorso e mi sembra felice lì a Roma. Non aspettiamoci 10 reti in campionato, non è quella la sua caratteristica principale".

Anche Klose si è sfogato per lo scarso utilizzo, cosa pensi di questa situazione? "E' un bomber, ha fatto gol ovunque è stato. Ho visto un paio di partite ed è stato impiegato poco, se sta bene deve giocare 35-40 minuti, è un cannoniere. Se ha l'occasione in area di rigore la butta sempre dentro, nel secondo tempo il primo cambio deve essere lui. Tiene la palla, gli fanno fallo ed è letale negli ultimi metri".

La Lazio è a caccia di un centrale difensivo, sta guardando anche in Sudamerica. Consigli per gli acquisti? "In Uruguay ci sono tanti giovani promettenti di 17-18 anni, ma per giocare nella Lazio bisogna aver accumulato tante partite in Serie A. E' una squadra che lotta sempre per il vertice. Ormai giocano tutti in Europa, è difficile mandare un calciatore giovane alla Lazio che possa affermarsi subito ad alti livelli".

Tuo figlio intanto segue le orme del papà... "Ha 10 anni, gli piace tantissimo il calcio, è mancino e calcia come il papà. Poi deciderai lui il percorso da seguire. Qui in Uruguay i calciatori nascono come le piante, l'anno scorso ha fatto 50 gol, ma è ancora un bambino".

Come se la cava con le punizioni? "Ogni tanto facciamo una partita ma vinco sempre io, non gli voglio regalare nulla. Io calcio da 30 metri, lui da 10. Se vuoi essere qualcuno nel calcio devi prima imparare tanto, come si calcia il pallone e poi cercare di far meglio".

 

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