FOCUS - Acerbi, il centrale che serviva: ritorna sulle orme di Nesta senza volerlo imitare

Pubblicato l'08/07 alle ore 18:30
09.07.2018 07:26 di  Francesco Bizzarri  Twitter:    vedi letture
Fonte: Francesco Bizzarri - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Acerbi, il centrale che serviva: ritorna sulle orme di Nesta senza volerlo imitare
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Ecco qui Francesco Acerbi, il difensore designato da società e allenatore per rimpiazzare il partente Stefan de Vrij. La Lazio piazza il suo colpo più importante fin qui, sistemando così la difesa con l’uomo più importante, il centrale. La storia di Acerbi è bella, passionale, a volte triste. La sua nuova vita in biancoceleste, con un contratto di cinque anni, ha il sapore di rilancio vero nel calcio che conta. Il grande salto, poi mancato, l’aveva provato al Milan. Niente da fare per una squadra non al meglio e qualche problema di ambientamento per lui. A 30 anni la seconda chance, di quelle importanti. Sarà il titolare di uno dei club più importanti d’Italia e del mondo.

GLI ESORDI - Vizzolo è un paesino dell’interland milanese con circa 4mila persone. Arriva da lì Francesco Acerbi, difensore classe 1988. Da sempre quel ruolo è il suo, anche quando inizia a tirare calci ad un pallone nel settore giovanile del Pavia. Proprio con il Pavia parte la sua carriera nel calcio professionistico, in C1, nel 2006, ad appena 18 anni. Poi va alla Reggina, ma la proprietà del cartellino diventa del Genoa. Non gioca mai con i rossoblu, perché va al Chievo Verona. Qui inizia la sua vera ascesa. Il 20 novembre del 2011 esordisce in Serie A contro il Catania. Il Genoa lo cede al Milan nell’estate del 2012: è la sua grande occasione.

EREDITÀ PESANTE - Se arrivi al Milan per sostituire Thiago Silva e Alessandro Nesta, la tua missione appare subito difficile. La pressione è enorme per un ragazzo che arriva dalla provincia. Sul curriculum spicca solo una presenza con la Nazionale italiana. È Cesare Prandelli il primo a credere alle sue enormi qualità. In rossonero sceglie la maglia numero 13, proprio quella lasciata da Alessandro Nesta. Sei presenze fino a gennaio, poi di nuovo un prestito al Chievo. Nell’estate del 2013 c’è il Sassuolo nel suo futuro.

“Sono stato indegno di quella maglia, c’è poco da dire. Il coraggio ce l’hanno avuto gli altri a darmela. In quel momento semplicemente non ero da Milan. Sono cose che capitano e ti fanno crescere“.

LA MALATTIA, POI LA RINASCITA - Con il Chievo, in appena sei mesi, si rilancia. Il Sassuolo lo prende ad occhi chiusi. Poi il gancio che gli rifila il destino. Durante le visite mediche gli viene diagnosticato un tumore al testicolo. Operato d’urgenza, guarisce e torna in campo il 15 settembre del 2013. E poi recidiva, metastasi, chemioterapia e radioterapia. Ma Acerbi non molla. Dopo sei mesi, a malattia sconfitta, torna più forte che mai.

Gioca ad alti livelli senza riposare, non va mai in panchina. Nell’ultima stagione è stato sempre presente in campo tra i neroverdi.

“Se non ci sono io la partita non si gioca. Scherzi a parte, voglio esserci sempre, questa è la passione di una vita. In settimana sono sempre attento all'alimentazione, al riposo, sono concentrato. Dopo la malattia non devo avere neanche mezzo rimpianto, come è accaduto in passato. Sono fiero di me".

Ora la Lazio. Chissà che numero prenderà? Di sicuro non il 13, indossato anche da Nesta in biancoceleste. Simone Inzaghi l’ha voluto fortemente: non farà rimpiangere de Vrij. Anche i tifosi ne sono certi. Il colpo in difesa è fatto, si riparte da qui.