FOCUS - L'incapacità di rialzarsi dopo i passi falsi, un gap da colmare

Pubblicato il 27 aprile alle ore 19
28.04.2015 07:30 di  Matteo Vana  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - L'incapacità di rialzarsi dopo i passi falsi, un gap da colmare

"Ci è mancato un nulla per vincere" ha tuonato Pioli ieri nel post partita, il Chievo era appena riuscito a strappare un punto all'Olimpico. "Cosa manca? Un niente, ma quel niente è tutto" avebbe sentenziato Honorè de Balzac in un immaginario dialogo con il tecnico biancoceleste. Il gap con la Juventus non è così ampio come dice la classifica, la differenza con i bianconeri sta nella mentalità: la Vecchia Signora difficilmente sbaglia due partite di seguito, la stessa cosa non può dirsi per la Lazio. Sono 9 le sconfitte stagionali per i biancocelesti, ma la dimensione della distanza che ancora esiste tra gli uomini di Pioli e quelli di Allegri sta nella capacità di rialzarsi immediatamente, di ammortizzare le cadute senza straschichi. Ad ogni sconfitta laziale è seguito un ulteriore passo falso, cosa che a Torino non sanno neanche cosa significa.

L'INCAPACITÀ DI RIALZARSI - È stato così per tutto il campionato. L'esordio sfortunato a S.Siro, la prima sconfitta di Pioli con la giacca della Lazio arriva il 31 agosto, a condannare i biancocelesti i gol di Honda, Muntari e Menez. Il riscatto alla giornata seguente contro il Cesena è solo un'illusione, l'eccezione che conferma quella che, con il prosieguo del campionato, diventerà una fastidiosa regola. Basta attendere due settimane per non essere smentitti: Genoa prima, Udinese poi, l'incapacità di rialzarsi immediatamente comincia a palesarsi. Alla Lazio non basta uno schiaffone, ne servono sempre due prima di cominciare a mettere all'angolo gli avversari. Dopo il doppio k.o. ecco la striscia vincente che dura fino alla trasferta di Empoli e che proietta i biancocelesti nelle zone nobili della classifica. Alla giornata numero 11, l'Empoli: tutti pensano di andare in Toscana a fare una scampagnata, si torna nella Capitale con due gol sul groppone. Una sconfitta che si ripete la giornata successiva quando all'Olimpico arriva la Juventus. Stavolta però il colpo fa più male del dovuto perchè arriva un nuovo passo falso, è il Chievo a bloccare la squadra di Pioli con uno scialbo 0-0 al Bentegodi. La strana sindrome laziale si rifà viva contro il Napoli, ma stavolta senza conseguenze: è il Milan a farne le spese, la voglia di onorare la maglia bandiera è troppo forte. Il trittico Milan-Cesena-Genoa non porta bene alla Lazio, il nuovo stop arriva contro i romagnoli, seguito a ruota da quello contro il Grifone, ancora 1-0, ancora un'occasione mancata.

UN GAP DA COLMARE - Il resto è storia recente. Lo Juventus Stadium sembrava aver dato sicurezza alla truppa laziale, ma nessun punto. Con il Chievo si attendeva la riscossa, nessun pensava ad un risultato diverso dalla vittoria. E invece ecco ancora una volta manifestarsi l'incapacità di assorbire le sconfitte, l'abilità di farsi scivolare tutto addoso e ripartire tipica delle grandi squadre. Maran riesce nell'impresa di strappare un punto all'Olimpico, la Lazio ancora una volta non riesce a vincere dopo un passo falso. Il gap con la Juventus è ancora lì, la storia del campionato biancoceleste è fatta di cadute rovinose ed entusiamanti rinascite: le ultime sei partite, oltre che per assicurarsi la Champions, serviranno per limare la distanza dai bianconeri. Il processo di crescita passa prima dalla testa che dai piedi, la prossima stagione avrà un impegno in più, non sono ammessi cali di tensione.