FOCUS - La Lazio si gode Mago Alberto: l'illusionista spagnolo sempre con un gol nel cilindro

02.10.2017 07:40 di  Francesco Tringali   vedi letture
Fonte: Francesco Tringali - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - La Lazio si gode Mago Alberto: l'illusionista spagnolo sempre con un gol nel cilindro

Piede sinistro vicino la sfera, quasi a voler sentire le vibrazioni di quel pallone. Quattro passi all'indietro per calibrare il mirino. Poi parte. Andatura lenta, l'intenzione è quella di voler crossare, penserà Consigli. Sbagliato. Quel numero 18 è folle. Oppure un mago. O, meglio ancora, entrambe le cose. Luis Alberto ha sempre un nuovo numero nel repertorio, qualcosa per cui stupire e far innamorare. Un'illusionista che sa soddisfare i palati fini calciofili. Di quelli che non ne hanno mai abbastanza e che ogni domenica si domandano come un matra: "Ma che giocatore è?!". Ah, quella punizione finirà sotto al sette. Un giro veloce intorno alla barriera prima di passare tra la mano del povero Consigli e l'incrocio dei pali. Sbalorditivo. E non chiedetegli come fa, un bravo mago non rivela mai il proprio trucco.

PADEL, PATRICIA E PATATINE - Scavando più a fondo in quella che è la vita di Luis Alberto fuori dal campo, abbiamo scoperto diverse cose interessanti. A cominciare dalla sua passione per il padel e il tennis: lo spagnolo, tra un allenamento e una partita, coglie sempre l'occasione per impugnare una racchetta. Se poi in televisione c'è un torneo del Grande Slam spegne proprio il telefono: patatine fritte e uova - il suo piatto preferito - e parte il tifo per Rafa Nadal. Ma l'amore più grande della sua vita è Patricia: fidanzati dai tempi della scuola, i due si sono sposati nel 2014. Marito affettuoso e padre modello. Troppe volte bollato con il ridondante 'vorrei ma non posso', due giorni dopo il suo 25esimo compleanno è arrivato il momento di diventare grandi. Curare una volta per tutte quella sindrome da eterno incompiuto. Non gli serve una bacchetta, una scarpa chiodata e una buona dose di follia bastano.

STEP BY STEP - E dire che quel destro lo aveva armato già al suo primo gol in Serie A contro il Genoa. All'ora però scelse l'angolo opposto, in movimento, ma con una facilità estrema. Trequartista, mezz'ala, esterno, regista, il povero spagnolo non aveva una zolla preferita. Un nomade nel vestito tattico di Inzaghi. Spaesato dentro e fuori dal campo. Ma la lingua calcistica è quella, il Dna del campione non si perde con un'annata storta. La doppietta e l'assist al Sassuolo è solo il 10% di un talento cristallino e oramai consolidato. E la seconda preconvocazione fattagli recapitare dalla Spagna di Lapotegui è un messaggio chiaro per lui. È sotto osservazione, con prestazioni del genere l'esito è scontato. Luis danza sul pallone, lo accarezza con dolcezza e lo fa passare dove vuole. Fenomeno. Anche col dubbio di condizione (piede gonfio dopo lo Zulte Waregem) Inzaghi non ci ha rinunciato. Poteva dare continuità a Caicedo. E no, come fai a lasciarlo fuori? L'argento vivo che lo muove e un desiderio di rivincita che è solo alla fase primordiale. Così step by step, proprio come si è preso la Lazio. Senza fretta, quando tutti lo avevano bollato come scomessa totalmente errata. L'ennesima magia, forse la più bella, la più riuscita. La cosa divertente è che dai maghi, però, ti aspetti sempre quel colpo finale. E non saprai mai se è veramente quello il meglio che sa fare.