FOCUS - Lazio, agli ottavi c'è la Dinamo Kiev: ecco cosa c'è da sapere sulla squadra ucraina

Pubblicato il 23/02 alle ore 19.00
24.02.2018 07:40 di Laura Castellani Twitter:    vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Lazio, agli ottavi c'è la Dinamo Kiev: ecco cosa c'è da sapere sulla squadra ucraina

Partita complicata ma non impossibile: la Lazio conquista i pass per gli ottavi di finale di Europa League e pesca la Dinamo Kiev. Prima in casa, l'8 marzo, poi sarà trasferta - una lunga traversata - che la squadra di Simone Inzaghi è chiamata a compiere 7 giorni dopo, il 15 marzo. Club blasonato con un passato eroico, dettato da severe sconfitte incassate dalla Storia ma anche instancabile tenacia, quella che serve per ricostruire una squadra dalle ceneri della seconda guerra mondiale e lottare per custodire solide ambizioni. La squadra allenata attualmente da Aljaksandr Chackevič sogna di dare seguito alle vittorie europee inanellate dal club ucraino a partire dagli anni '70. Le urne di Nyon hanno posto la Lazio, come prossimo avversario.

IL CAMMINO IN EUROPA E IN UCRAINA - In campionato, la Dinamo Kiev lotta per il vertice, seconda solo allo Shakhtar Donetsk. La squadra di Kiev ha conquistato appena tre punti in meno della sfidante romanista in Champions League, ma ha anche disputato una partita in meno della capolista. La squadra del patron Ihor Surkis, tra l'altro, ha incassato una sola sconfitta in Prem'er-Liha. Così come anche in Europa League: la compagine ucraina ha subìto un solo insuccesso su otto partite nella competizione continentale. Prima del gruppo B nella fase a gironi, alla Dinamo Kiev sono bastati due pareggi contro l'AEK per ottenere i pass per gli ottavi, complice quella rete che vale doppio segnata ad Atene.

FACCIA A FACCIA CON LA LAZIO - Sedici gol siglati dall'inizio della competizione, con una media di due a partita, e 10 subiti (media di 1,2 a gara): la difesa ucraina è riuscita a mantenere la porta inviolata per due sfide. I tiri in porta totali sono stati 90, sei in più della Lazio (quelli nello specchio sono per entrambe 39): sicuramente, però, la squadra di Inzaghi si è dimostrata più prolifica, con la sua media di 2,13 gol a match. I romani dovranno prestare attenzione soprattutto all'irruenza fisica dell'organico ucraino: la Dinamo, infatti, è stata la squadra più fallosa, finora, del torneo. Sono 149 i falli commessi (125 i subiti), ben 66 in più di quelli dei laziali. Solitamente, mister Chackevič disegna la sua squadra con il modulo 4-2-3-1, avvalendosi di un tridente veloce nel quale spicca sicuramente il giovane talento Viktor Tsygankov. Occhio anche al suo maggior marcatore nella competizione, Junior Moraes, autore di 6 gol e di una tripletta contro il Partizan. Inzaghi preparerà i suoi, ma si affiderà anche alla cabala: nell'unico precedente tra le due squadre - preliminari di Champions 1999/2000, la Lazio trionfò sia in Ucraina (0-1)  che all'Olimpico (2-1). Proprio nella gara a Kiev, il mister piacentino scese in campo con la casacca da titolare.

GLI ALBORI DEL CLUB - Una storia gloriosa, quella della società ucraina, minacciata etormentata dalle ombre che hanno travagliato la storia del Paese ucraino nel Novecento. La Dinamo Kiev viene fondata nel 1927, come ramo sportivo della Polizia e del ministero dell'interno sovietico. Se all'inizio della sua parabola, i giocatori non furono affatto professionisti ma semplici dipendenti ministeriali, la squadra si sarebbe rafforzata con il passare del tempo, affermandosi a metà anni '30. La prima partecipazione nel campionato sovietico (1936) sarebbe stato un successo, con la conquista del secondo posto in classifica. I primi successi del club sarebbero stati interrotti con lo scoppio della guerra.

LA FUGA PER LA VITTORIA - Proprio alcuni giocatori della Dinamo furono protagonisti di quella che passerà alla storia come la Partita della morte, un episodio consumatosi nel '42 a Kiev, che ha ispirato il film Fuga dalla Vittoria. Quella gara tenutasi in un'assolata giornata estiva finirà per diventare una memorabile leggenda sportiva, dopo la guerra, espressione di libertà e coraggio da parte di un gruppo di atleti, pronti alla morte pur di non chinare il capo di fronte ai nazisti. Nonostante alcuni studi abbiano rivelato che l'uccisione degli otto ex giocatori della Dinamo non sia stata direttamente successiva alla partita contro i nazisti - e probabilmente dettata più dal fatto che i tesserati del club fossero membri effettivi dell'esercito che da una drammatica rappresaglia sportiva -, il valore di quei calciatori, stroncati dai tedeschi nella seconda guerra mondiale, è ancora celebrato. Vicino all'ingresso del vecchio stadio della Dinamo, una scultura onora la loro memoria. 

LA RINASCITA - Completamente devastata dalla seconda guerra mondiale, la Dinamo avrebbe affrontato anni complicati prima di riaffermarsi a livello nazionale e sovietico. Il primo titolo, la Coppa dell'Unione Sovietica, verrà vinto nel '54. Anni di successi, per i giocatori della squadra di Kiev, in pianta stabile nella squadra rappresentativa che partecipò ai mondiali del 1966 e poi del 1970. In quegli anni, il club è una fucina di talenti, nella quale militano giocatori come Oleg Blochin, pallone d'Oro nel '75. I primi successi europei si registrano proprio a metà anni 70', con la vittoria della Coppa delle Coppe e della Supercoppa Europea. Una parabola esaltante, quella della Dinamo: con i suoi 13 successi, detiene il record di vittorie nel campionato sovietico. Un primato mantenuto saldamente anche dopo la dissoluzione dell'URSS. Le ambizioni del club non si interrompono, la nuova sfida risponde al nome di Europa League: Lazio nel mirino.