FOCUS - Luis Alberto e la sindrome dell'eterno incompiuto: alla Lazio per tornare a sorridere

30.08.2016 10:00 di  Daniele Rocca  Twitter:    vedi letture
Fonte: Daniele Rocca-Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Luis Alberto e la sindrome dell'eterno incompiuto: alla Lazio per tornare a sorridere

Habemus esterno. La fumata bianca ancora deve arrivare, Lazio e Liverpool stanno perfezionando il trasferimento di Luis Alberto. Dall'Inghilterra all'Italia, dalla maglia rossa a quella celeste. Al club inglese andranno circa 7 milioni, 5 subito più 2 di bonus. Lotito e Tare hanno trovato l'erede di Candreva. Non è stato facile: dopo aver disseminato trattative per tutta la Francia - da Ntep a Dirar, passando per Boudebouz e Grosicki - la dirigenza biancoceleste ha pescato dalla Premier. Ma chi è Luis Alberto? Per scoprire i segreti del calciatore spagnolo bisogna tornare casa, nella natia Andalusia, a pochi chilometri da Cadice.

TRA LIGA E PREMIER - Luis Alberto Romero Alconchel è nato il 28 settembre del 1992 a San José del Valle. Un piccolo comune in provincia di Cadice creato 4 anni dopo la nascita del calciatore come distaccamento da Jerez de la Frontera. Tutta la famiglia tifa il Cadiz, ma quando arriva la chiamata dal Siviglia è impossibile dire di no. A 12 anni entra a far parte del settore giovanile sevillistas, un marchio di fabbrica che gli rimarrà per sempre addosso. Nel 2011 si toglie la soddisfazione di esordire con la prima squadra, dopo aver lasciato tutti a bocca aperta in Segunda Division B. Anche se il suo più grande sogno lo realizza nella stagione successiva: a 19 anni gioca la sua prima partita in Liga al Ramón Sánchez Pizjuan davanti a 40mila persone, entrato al posto di Coke nella ripresa. Il talento è evidente, mezza Spagna parla di lui. Per non saper né leggere, né scrivere il Barcellona lo prende in prestito con diritto di riscatto. In prima squadra non c'è spazio per lui, ma con il Barça B, oltre a incontrare il suo futuro compagno di squadra Patric, gioca 38 partite, realizzando 11 gol e 18 assist. La svolta della sua carriera potrebbe arrivare il 21 giugno 2013: il Liverpool bussa alla porta del Siviglia con un'offerta da 8 milioni di euro, la Premier League è pronta ad accogliere uno dei migliori giovani calciatori spagnoli. In Inghilterra però non riesce ad ambientarsi: il tempo, la lingua, il cibo. Tutto troppo diverso dalla soleggiata Spagna. Il sorriso perso, ritrovato solo in prestito al Malaga prima, e al Deportivo La Coruña poi. È proprio nella sua ultima stagione che Luis Alberto è tornato a far vedere di cosa è capace: gol (6) e assist (7) per far volare il Depor, che ha chiuso il girone d'andata settimo in classifica e ha raggiunto la salvezza in tranquillità. Dell'esperienza con i Reds rimane ben poco: qualche apparizione tra campionato e coppa, l'unica consolazione è quella di aver visto all'opera dei campioni: "Al Liverpool ho visto passare giocatori fantastici, ma nessuno come Suarez. Lui è un genio sia dentro che fuori dal campo". 

CARATTERISTICHE TECNICHE - Non si può certo dire che non sia un calciatore duttile. Nel Siviglia ha sempre giocato come trequartista, ha il passaggio decisivo nel sangue. Vista la sua facilità nell'andare in gol, il Barcellona B lo ha schierato spesse volte come centravanti, ma la sua dimensione Luis Alberto l'ha trovata sulla fascia. Principalmente sinistra, così che possa accentrarsi per andare alla conclusione con il destro: velocità e dribbling, piede educato e tocchi sempre precisi. Ecco perché chi l'ha visto giocare pensa che per caratteristiche possa somigliare più a Keita che a Candreva. Tant'è. La Lazio ha acquistato un calciatore che può ricoprire diversi ruoli e che ha le idee chiare in merito alle sue qualità: "Mi piace muovermi a centrocampo, la mia dote migliore è la visione di gioco". Rimpiazzare l'esterno della Nazionale non sarà un compito facile per l'andaluso, che però farà di tutto per tornare a sorridere. Oltremanica si era smarrito, in Serie A potrebbe ritrovare se stesso. Anche se i precedenti in casa Lazio non sono certo confortanti: i calciatori spagnoli con la maglia biancoceleste hanno sempre fatto fatica ad esprimersi su alti livelli. Non serve scomodare il triste esempio di Gaizka Mendieta, basta rimanere sul recente passato citando Javier Garrido.

PADEL, PATRICIA E PATATINE - Scavando più a fondo in quella che è la vita di Luis Alberto fuori dal campo, abbiamo scoperto diverse cose interessanti. A cominciare dalla sua passione per il padel e il tennis: lo spagnolo, tra un allenamento e una partita, coglie sempre l'occasione per impugnare una racchetta. Se poi in televisione c'è un torneo del Grande Slam spegne proprio il telefono: patatine fritte e uova - il suo piatto preferito - e parte il tifo per Rafa Nadal. Ma l'amore più grande della sua vita è Patricia: fidanzati dai tempi della scuola, i due si sono sposati nel 2014. Dalla loro unione è nata la piccola Martina, sempre presente nelle foto postate dal calciatore sui social. Marito affettuoso e padre modello. Non resta che giudicarlo sul terreno di gioco. Troppe volte bollato con il ridondante 'vorrei ma non posso', a meno di un mese dal suo 24esimo compleanno è arrivato il momento di diventare grandi. E curare una volta per tutte quella sindrome da eterno incompiuto.