FOCUS - Miro&Felipe, "La compagnia del gol" è pronta a tornare in scena

10.10.2015 07:35 di Marco Valerio Bava Twitter:    vedi letture
Fonte: MarcoValerio-Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Miro&Felipe, "La compagnia del gol" è pronta a tornare in scena
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Tremate, tremate, perché stanno per tornare. Felipe e Miro, "La compagnia del gol" presto in tour. Prima tappa Reggio Emilia, ma ci saranno pure date europee. Non temete voi che volete vederli all'opera. Ci sarà modo e maniera. Pioli si sfrega già le mani, sotto la sua regia quei due hanno già fatto vedere cose da fantascienza. Felipe Anderson e Klose, 10 e 11, futebol bailado e teutonica concretezza, mix esplosivo, letale per chi se li ritrova davanti. Insieme giocano a meraviglia, sanno come accendere le fantasie dei più piccoli e scaldare i cuori dei tifosi più grandi, ma soprattutto sanno far le fortune della Lazio. Felipe Anderson e Klose, rieccoli insieme. Finalmente. Miro manca da due mesi esatti: si era fermato la notte del 18 agosto, le sue speranze di far male al Bayer Leverkusen si erano stampate e stoppate sul palo. L'allungo per raggiungere il pallone gli costò una lesione di secondo grado al bicipite femorale della coscia sinistra. Le sensazioni furono nefaste sin da subito: "Penso sia grave", confessò il Panzer dopo l'illusorio successo dell'Olimpico. Non si sbagliava, anche perché conosce il proprio fisico alla perfezione, sa interpretare ogni suo minimo segnale, valutarne il messaggio che reca con sé. Niente Klose per due mesi e pure poco Anderson che, come la Lazio, si è riacceso solo dopo Napoli. L'assenza del Panzer si è fatta sentire, ha tolto soluzioni di gioco, ha disorientato anche l'ex Santos. Sono due fuoriclasse, manna per ogni allenatore. Nel girone di ritorno della passata stagione, hanno fatto le fortune della Lazio: 15 gol e otto assist che hanno portato in dote 19 punti. Dieci reti e cinque assist per Miro, cinque gol e tre passaggi vincenti per Felipe considerando il periodo febbraio-maggio, cioè da quando Klose è entrato in pianta stabile nella rosa dei titolari. Senza dimenticare la Coppa Italia, dove i due hanno regalato alla Lazio il pass per la finale annientando, quasi da soli (un gol per Klose, due assist per Anderson), il Napoli nella doppia sfida di semifinale.

Ma è come i due si cercano e si trovano che fa la differenza. Miro per Felipe e Felipe per Miro. Parlano la lingua dei campioni, il dialetto dei talenti puri, incomprensibile per chi non ha nel sangue i geni del prescelto dagli dei del calcio. Dialogano che è una meraviglia, poesia in movimento per chi ama questo sport. Uno serve il pallone, l'altro lo raccoglie e segna. E' successo contro il Sassuolo, nella gara di ritorno del passato campionato. Felipe pennella una volta, due volte, ma Miro -appena entrato al posto di Keita- sta ancora prendendo le misure con la porta di Consigli e sbaglia. Un errore, due errori: ecco, può bastare così. Al terzo arcobaleno disegnato dal piccolo mago di Brasilia ecco che Klose fa due cose con un colpo solo: segna e fa calare il sipario su una sfida dominata e aperta da una giocata sontuosa del giocatore che allora si divertiva con il 7 sulle spalle. Favore ricambiato due settimane dopo all'Olimpico di Torino: Klose recupera palla e s'invola verso la porta di Padelli, alla sua destra si allarga Keita, ma Miro sceglie Felipe che corre a sinistra, palla col contagiri che FA trasforma in oro. In mezzo c'era stata la semifinale d'andata di Coppa Italia contro il Napoli, quale occasione migliore per un altro duetto? Anderson spacca in due la difesa azzurra e serve in profondità Klose che, con tocco leggero e preciso, brucia Andujar. Miro, però, non lascia mai le cose in sospeso, non gli piace essere in debito e contro l'Empoli è lui ad assistere il compagno per il gol del 4-0: pallone recuperato, dribbling su Hysaj e servizio dentro per Felipe che, in due tempi, batte Sepe. Sono amici, si stimano, hanno legato da subito. Anderson vede in Klose la leggenda da emulare, il campione dal quale imparare dentro e fuori dal campo. Miro, dal canto suo, non ha mai dubitato delle qualità del Pipe, anche quando faticava a imporsi e le panchine erano molto più frequenti delle partite giocate. Lo ha supportato, lo ha aiutato a integrarsi, a capire le difficoltà del calcio italiano e quindi a superarle. E ora, dopo due mesi senza poter regalare lampi, senza giocate da play station e senza potersi divertire uno accanto all'altro, ecco che la coppia d'oro sta per riformarsi. Pioli gongola, "La compagnia del gol" è pronta per tornare in scena già a Reggio Emilia, dove ricordano ancora uno show niente male.