FOCUS - Nizza - Lazio, Immobile vs Balotelli: una sfida tra seconde chance, mercato e Nazionale
"Anche se sapessi che domani il mondo andrà in pezzi, vorrei comunque piantare il mio albero di mele". In un mondo in cui il solo talento non è mai sufficiente, forse è questa la chiave del successo. La sorda ostinazione. Forse potrebbe essere proprio questa la differenza tra due giocatori come Ciro Immobile e Mario Balotelli. Per tutti e due, l'estate del 2016 ha rappresentato un viatico. Entrambi chiamati a mettersi alle spalle delle esperienze sfortunate, ad abbracciare un nuovo progetto, a rilanciarsi. Un anno e mezzo dopo, uno di fronte all'altro. Immobile e Balotelli si incontreranno sul palcoscenico europeo.
L'ESTATE DELLA SVOLTA - Quella stagione torrida, ancora più infuocata a Formello. La Lazio rimetteva insieme i cocci e iniziava a ricostruire, partendo da Ciro Immobile. L'attaccante di Torre Annunziata era il primo acquisto del club nel mercato estivo. Un corteggiamento improntato già a partire dall'Europeo, da qualche battuta e strizzata d'occhio di Lotito. Lo stesso Europeo dal quale l'attuale punta del Nizza era stato invece escluso. E pensare che solo quattro anni prima, fu proprio Balotelli a siglare la doppietta che permise all'Italia firmata Prandelli di conquistare la finale contro la Spagna. Una partita che verrà ricordata anche per l'esultanza iconica dell'ex Milan, in posa plastica ed espressione incredibilmente seria. Insieme, i due parteciparono alla poco fortunata spedizione per il Mondiale in Brasile. All'Europeo successivo non c'è spazio per Balotelli, Conte lo taglia fuori. Ma in quell'estate, Ciro e Mario avrebbero potuto incontrarsi lo stesso, con o senza competizione internazionale.
SLIDING DOORS - Le sirene di mercato lo avrebbero potuto condurre a Roma. La bufera Keita sarebbe scoppiata a momenti, richiamando l'attenzione sulla caccia a un nuovo attaccante. Ma su Balotelli, Simone Inzaghi era stato chiaro: "È un calciatore che negli ultimi anni non ha fatto benissimo, che si potrebbe allenare nel migliore dei modi. Il problema sarà di Mario Balotelli se verrà alla Lazio e per come si inserirà nel gruppo. Chi viene deve allenarsi a petto gonfio". Alla fine l'indiscrezione di mercato si sarebbe sgonfiata, spazzando via i dibattiti di chi avrebbe offerto un'altra chance a Balotelli e di chi, invece, aveva ormai decifrato il giovane talento inespresso come un flop spacca-spogliatoio. L'ultimo giorno di calciomercato, l'ex Liverpool sbarcava in Costa Azzurra a parametro zero. Il profilo del bresciano sarebbe stato poi riproposto dall'agente la scorsa estate.
QUESTIONE DI LEADERSHIP - Inserirsi nel gruppo. Immobile lo ha fatto talmente bene da ricevere l'onore - guadagnato nell'arco di una sola stagione - dei galloni di vicecapitano, dopo Senad Lulic e Marco Parolo. Ciruzzo il condottiero, il leader naturale, il trascinatore. In campo, il biancoceleste si fa vedere ovunque. Percorre chilometri, ritorna in spogliatoio con la maglia madida di sudore. Lo fa per la squadra, esprime generosità. Le difficoltà di Balotelli invece, hanno avuto a che fare anche con il suo atteggiamento sul campo: isolato, quasi scollegato dal resto della squadra. La scorsa stagione aveva iniziato nel migliore dei modi: segnava, Mario. Era decisivo. Poi la situazione è precipitata: a febbraio veniva lasciato fuori per due partite, al rientro avrebbe insultato l'arbitro prima di farsi espellere. Terzo rosso della stagione. Quella del bad boy si rivela una maschera troppo scomoda dietro la quale nascondere le proprie fragilità. Quando viene sostituito, nella sfida contro il Nantes, a marzo, Balo lascia il campo tra i fischi del pubblico. Si siede in panchina, sembra quasi dover nascondere le lacrime.
QUESTIONE DI NUMERI - Lo scorso anno, nelle tre competizioni, il bresciano siglava 17 reti. Il laziale 26, tra Serie A e Coppa Italia. Ma è in questa annata che il numero 17 si sta dimostrando inarrestabile: 15 gol totali, contro i 7 dell'ex interista. La media dell'attaccante biancoceleste è di una rete ogni 58,4 minuti; quella del nizzardo di una rete ogni 108. L'aria di maretta sembra lontana, questa stagione si apre con un ritrovato clima di serenità. Mai una parola fuori posto. Con la voglia di dare il massimo e conquistare un biglietto per Russia 2018. "Deve impegnarsi sempre, ma il suo miglioramento si vede", commenta Favre. Dopo il gol contro il Rennes, che è valso la vittoria al Nizza, Balo ha addirittura mostrato un'esultanza felice. Non può essere un caso, per lui che garantiva: "Non mi viene naturale. È più forte di me". Dopo l'inchino, questa volta invece Mario sorride.
L'INSOLENTE - Quell'aria tenebrosa non poteva certo aiutare a creare un'immagine solare a affabile. D'altronde, quella maschera sarà stata anche scomoda, ma Balotelli ormai aveva imparato a muovercisi dietro. Le provocazioni sui social network, le reazioni sul campo, i comportamenti sopra le righe, le polemiche ai microfoni dei media. Quel "tu non capisci di calcio" riferito a Giancarlo Marocchi, in diretta televisiva, fu emblematico. Così come la replica successiva a Zvonimir Boban: "Io penso di essere un giocatore normalissimo, non mi sono mai definito un fuoriclasse. Siete voi che parlate di questo". Non è facile giocare soffocato dal peso delle aspettative. Né dell'insofferenza di chi non accetta che un talento promettente come quello di Balotelli possa finire per opacizzarsi sotto l'impronta della normalità. Ora, però, il silenzio. Il miglior sottofondo, per l'impegno che Mario sta mettendo per riconquistare la Nazionale.
IL BRAVO RAGAZZO - "Ciro è sereno e in campo si vede", assicura Jessica, la signora Immobile. Non c'è spazio per i tormenti. La vita privata di Immobile non ha nulla a che fare con le feste, le discoteche, il divertimento sfrenato. Ciro non si stacca mai da sua moglie e dalle sue bambine. Una vita quasi normale, se Immobile non fosse un calciatore professionista e, attualmente, il capocannoniere della Serie A. Mai un'uscita fuori posto, mai un comportamento sopra le righe. Al massimo, siparietti familiari sui social network. Una persona solare e alla mano, così lo descrive la moglie. La ricetta perfetta per la consacrazione: serenità, tranquillità, gol a grappoli. Inzaghi ringrazia. Nel frattempo, Balotelli rincorre il tempo, non vuole più farselo sfuggire dalle mani. Giovedì la sfida. Se Immobile scenderà in campo - il mister biancoceleste potrebbe decidere di lasciarlo rifiatare in panchina - sarà per dimostrare ancora una volta quella sorda ostinazione. D'altronde, guardate fin dove lo ha portato.