IL DUELLO - Inzaghi vs Mihajlovic, i ricordi lasciano spazio al campo: vincere è l’unica cosa che conta

Pubblicato il 22.10 alle 20.30
23.10.2016 07:40 di Federico Erdi Twitter:    vedi letture
Fonte: Federico Erdi - Lalaziosiamonoi.it
IL DUELLO - Inzaghi vs Mihajlovic, i ricordi lasciano spazio al campo: vincere è l’unica cosa che conta

“Ho sempre creduto in questo scudetto, è vero. E ho sempre cercato di raggiungere pure questo traguardo, l'unico che mi mancava da quando alleno in Italia. Sapevo che prima o poi ce l'avrei fatta. Da tre anni alleno una squadra formidabile che merita, oggi, di vivere la gioia di essere la squadra più forte d'Italia". Un salto indietro al 14 maggio 2000. Le parole di mister Sven-Göran Eriksson tessevano le lodi di una corrazzata che in quegli istanti festeggiava la vittoria del campionato. Simone Inzaghi e Sinisa Mihajlovic ricorderanno ancora quei momenti, forse gli saranno tornati in mente in questi giorni che li dividevano dal loro primo confronto da allenatori. Lazio-Torino sarà soprattutto la loro partita. Idee e ambizioni li accumunano, per questo non molleranno un centimetro neanche domani pomeriggio. “Caro amico ti batto”, è il loro pensiero in comune: vincerà solo uno. Sinisa ha più esperienza, Simone è ancora sulle ali dell’entusiasmo per la sua prima panchina in Serie A. Poteva esserci Miha sulla panchina biancoceleste, in estate se ne è parlato tanto, con Inzaghi in granata salernitano: così non è andata, amici e avversari, il destino li ha fatti rincontrare. Sarà bello, per i più nostalgici, rivederli sullo stesso terreno di gioco. Quando si abbracceranno nel pre-partita a qualcuno ritornerà in mente uno Juventus-Lazio o un Lazio-Reggina, ricordi e emozioni più che lecite, ma attenzione: non sarà una rimpatriata tra amici. Per 90’ tutto questo lascerà spazio alla parte più tattica e cinica del calcio, c’è un Torino-Lazio che nessuno ha voglia di perdere.

SIMONE INZAGHI -  Critiche, rabbia e malumori. Simone Inzaghi si aspettava tutto questo dopo l’estate ‘bielsana’. La curva contro, lo stadio vuoto, i tempi stretti, le inquietudini di Keita, le Olimpiadi di Felipe, gli acquisti non pronti per scendere in campo e ora gli infortuni: passando sopra a tutto, ha saputo trasformare le critiche in applausi. Non tutti sono ancora convinti, ma non era semplice al suo primo anno in Serie A imporsi con questa classe ed eleganza e anche con i risultati, che non sono poi così male. Ha saputo riunire un gruppo che per quanto ancora capriccioso e inesperto rema tutto in unica direzione. Ora arriva il difficile, come se fino adesso fosse stato facile: con una Lazio decimata, Simone affronta il Toro, squadra forse più in forma del campionato. “Sono capitati tutti insieme gli infortuni. È una partita complicata, però stiamo crescendo”. Paura? Neanche a parlarne. Agli ostacoli ormai è abituato.

SINISA MIHAJLOVIC – “Per la Lazio ho molto rispetto perché è legata alla mia prima vita, quella da calciatore. Però ho rispetto per i colori attuali per cui non farò nessuno sconto”. Non c’erano dubbi, chi conosce Sinisa sa che non vorrebbe perdere nemmeno il lancio della monetina. Ora lo hanno imparato anche a Torino. Sulla panchina granata ha raccolto l’eredità importante lasciata da Ventura, ci ha messo poco per convincere tutti, ha portato punti e entusiasmo: nell’allenamento di martedì ha fatto entrare i tifosi granata a bordocampo, per motivare ancora di più la squadra in vista del match di domani. Da allenatore ha affrontato 11 volte la Lazio: ha vinto solo due partite, pareggiate altrettante, perse le altre sette. Una bestia nera con sfumature di biancoceleste. Mihajlovic ora vuole una vittoria, passando sopra a emozioni e ricordi.