Inzaghi: "Non ho problemi a far giocare Keita contro la Juventus. In Supercoppa siamo sfavoriti, ma..."

Pubblicato ieri alle ore 08:19
11.08.2017 07:16 di  Daniele Rocca  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Inzaghi: "Non ho problemi a far giocare Keita contro la Juventus. In Supercoppa siamo sfavoriti, ma..."
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Gaetano

Tre giorni ci separano dalla finale di Supercoppa. Simone Inzaghi ha studiato i suoi avversari giorno e notte, ha perso il sonno per trovare il modo di battere la Juventus. Non commettere gli errori dello scorso anno, questo il primo passo verso il successo. Il tecnico della Lazio ha parlato a 'La Repubblica' e ha analizzato la sfida di Supercoppa: "Si dice che tutto può succedere, non sempre si aggiunge che succede solo se gli sfavoriti giocano una grande partita. E gli sfavoriti domenica siamo noi".

KEITA - "Non so come andrà a finire, ma fino a quando sarà della Lazio giocherà per la Lazio. Anche domenica contro la sua prossima squadra? Io non ho imbarazzi nel metterlo in campo contro la Juventus. L’imbarazzo dovrebbe provarlo chi consente a un calciatore di giocare due partite in un posto, salutare e andar via. È diventata quasi un’abitudine, ci stiamo rassegnando. L’errore non è avere Keita sul mercato il 10 agosto, l’errore è che il 10 agosto il mercato sia ancora aperto".

BIGLIA - "Come si parla a un calciatore che vuole andar via? Se vogliono andar via è sempre più difficile convincerli a restare. Con Biglia ho parlato, e pure tanto. Mi è dispiaciuto vederlo partire, ma alla fine se in un posto non rimani volentieri è meglio salutarsi, più giusto per tutti, anche se fa male".

MERCATO - "Alle partite ufficiali bisognerebbe arrivare con le squadre definite e con le trattative chiuse. Se non è possibile chiudere il 31 luglio, almeno il 10 agosto. L’ho già detto, e non sono il solo a pensarlo".

JUVENTUS - "Senza Bonucci la Juve ha perso qualcosa: mi secca solo che sia andato al Milan, a rinforzare una squadra arrivata l’anno scorso dietro di noi. Ma queste partite è bello giocarle pure così, rincorrendo e sperando di ribaltarle".

DERBY - "Un po’ così. Ma Roma è questa. È sempre stata così e non cambierà. Andavamo in casa del Sassuolo i tifosi in strada mi chiedevano di far giocare la primavera, per risparmiare i titolari per il derby. Lo so, non si può capire. Dopo vent’anni ci riesco".

RECORD - "In cornice ho solo la maglia con cui feci 4 gol al Marsiglia, nel 2000. È quella la mia laurea. Il primo a esserci riuscito in Champions. La sera, in cui ne vidi fare 4 a Messi in un’ora contro il Leverkusen, iniziai a pregare Guardiola davanti alla tv: toglilo, toglilo, fallo riposare. Segnó il quinto a tre minuti dalla fine. Pippo a La Coruna ne aveva fatto tre, più una traversa all’85’. Così sono almeno rimasto l’unico italiano".

TRA CHINAGLIA E MAESTRELLI -Il peso di una maglia lo dividi con altri 20 compagni. Un allenatore è sempre un uomo solo, ed è pure responsabile dello staff, della squadra, delle aspettative della folla. Io credo che tutti abbiamo un destino. Nel mio c’era la Lazio, forse fin da quando le ho segnato da avversario il mio primo gol in serie A. Non conosco Bielsa, non l’ho mai visto né sentito, ma dopo le sette partite finali del 2016, sapevo che la panchina era mia. Aspettavo solo la chiamata di Lotito, sentivo che sarebbe arrivata anche quando nel frattempo si parlava di Bielsa”.