Set point fallito, con il Chievo è un pari amaro

26.04.2015 16:57 di Matteo Vana Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Set point fallito, con il Chievo è un pari amaro

Poteva essere l’occasione giusta, l’allungo che valeva la Champions. E invece è il Chievo di Maran a festeggiare al 90°. Il pomeriggio a forti tinte biancocelesti inizia bene, il Candreva-show però non porta i frutti sperati: merito di un super Bizzarri che para di tutto e di più. Le mani dell’ex portiere laziale tengono a galla il Chievo, ma nulla possono sullo scavetto di Klose che illude il pubblico laziale. La ripresa sembra una formalità, il raddoppio pronto per essere colto, ma la sgradita sorpresa è dietro l’angolo: stavolta non è la bestia nera Pellissier a castigare la Lazio, ma Paloschi che sfrutta una disattenzione difensiva per punire l’incolpevole Marchetti. Occasione sfumata per la Lazio, il secondo posto in solitaria, con un punto di vantaggio sulla Roma, è un boccone amaro da digerire.

FORMAZIONI – Pioli deve fare i conti con le assenze. In difesa largo a Novaretti, centrocampo da battaglia con Onazi e Ledesma, Lulic occupa il posto che sarebbe di Mauri, fuori per un problema all’inguine. Maran risponde con un 4-4-2 che vede in avanti Paloschi e Pellissier.

PRIMO TEMPO – Olimpico vestito a festa, 50mila spettatori per un Lazio-Chievo che può sancire l’allungo sulla Roma. Si capisce subito che partita sarà: Candreva contro tutti, l’esterno romano ha voglia di esultare, ma l’imprecisione e un super Bizzarri gli negano la gioia del gol. Nei primi 13 minuti sono quattro le conclusioni a rete del numero 87, ma il parziale non cambia. Il Chievo attende la Lazio, la manovra, complici le assenze, non è quella dei giorni migliori. Le occasioni latitano, bisogna aspettare il colpo ad effetto per vedere il fortino di Maran vacillare come in occasione della combinazione volante Lulic-Candreva, ancora una volta l’ex portiere biancoceleste è miracoloso. Il gialloblù deve avere un conto aperto con la Lazio perché si ripete anche poco dopo su un insolito Novaretti che dal limite prova a pescare il jolly, la mano destra dell’estremo difensore devia in angolo. Il gol, però, è nell’aria e arriva nel momento migliore, quando il primo tempo è ormai agli sgoccioli. Tutti si aspettano Candreva, protagonista assoluto, ma il palcoscenico se lo prende Sua Maestà Miro. Radu lancia Klose che inserisce la marcia superiore, Ferrari contro Panda, Dainelli fa appena in tempo a leggere la targa prima che il pallone gonfi la rete. Esplode lo stadio, il duplice fischio dell’arbitro suona come una sentenza anticipata.

SECONDO TEMPO – Maran prova a correre ai ripari, fuori Zukanovic dentro Botta. Ma è sempre la Lazio a comandare le operazioni, Basta e Candreva provano a raddoppiare, per entrambi c’è solo l’illusione del gol. Al 57° contropiede magistrale di Felipe Anderson che serve Candreva, il laterale laziale perde tempo, ma serve Onazi, il suo destro a botta sicura è ancora deviato in angolo da un prodigioso Bizzarri. Entra Keita per Klose, l’ex Barca va subito alla conclusione, ma senza impensierire più di tanto il portiere del Chievo. Nonostante il vantaggio la Lazio continua a spingere, a mettersi in mostra è sempre lui, Antonio Candreva, ma la sfera non ne vuole sapere di varcare la linea bianca. Il Chievo è alle corde, barcolla la squadra di Maran: Keita è una furia, controlla, dribbla e spara un destro di rara potenza, ancora una volta è Bizzarri a tenere a galla la nave gialloblù. La Lazio inizia a concedere qualcosa in difesa, il Chievo prova ad approfittarne: sul cross di Schelotto è Radu ad addormentarsi, per poco Botta non trova il bersaglio grosso con un colpo di testa che sorvola di poco la traversa. Sono le prove generali della rete che gela l’Olimpico: palla in mezzo, Mauricio allunga la traiettoria della sfera, ancora una volta Radu a farsi sorprende alle spalle. Stavolta però non c’è Botta, ma Paloschi che si conferma bomber d’area di rigore, destro sotto la traversa e tutto da rifare. Con un quarto d’ora a disposizione la Lazio si riversa in attacco, ma prima Keita poi Candreva non trovano la porta. Pioli si gioca la carta Ederson, è Lulic a fargli posto. Dentro anche Perea, fuori Onazi per una Lazio a trazione anteriore.  L’azione più pericolosa, però, capita ancora sui piedi di Paloschi, il suo destro viene deviato da Novaretti in angolo. La Lazio non ha più energie, la resistenza del Chievo è quasi stoica e vale un punto d’oro per gli uomini di Maran. Ai biancocelesti non rimane che ripensare alle occasioni sprecate soprattutto nel primo tempo, ma il cinismo non è mai stata l’arma migliore della squadra di Pioli.